Eventi e cultura
La focaccia di Altamura in dono a Sofia Coppola?
Domani a Bernalda le nozze tra la figlia del noto regista Francis Ford ed il musicista Thomas Mars. Una cerimonia senza star di Hollywood
Altamura - venerdì 26 agosto 2011
18.55
Mancano poche ore alle nozze di Sofia Coppola, figlia del celebre regista Francis Ford, con Thomas Pablo Croquet (in arte Mars), musicista dei francesi "Phoenix". I due si sposeranno domani pomeriggio a Bernalda, cittadina lucana della provincia di Matera. Sarà un matrimonio fra intimi, senza star di Hollywood se non quelle vicine alla coppia anche per parentela. La cerimonia si svolgerà a Palazzo Margherita, edificio ottocentesco acquistato dal regista di Apocalypse Now e de Il padrino per farne un albergo a cinque stelle. La scelta del Comune lucano non è casuale. I nonni di Francis Ford Coppola erano emigranti originari di Bernalda. Una decisione che testimonia il forte legame del regista e della sua famiglia con la Basilicata. C'è attesa e curiosità.
Intanto, già nelle scorse settimane, si era diffusa la notizia che gli sposi avrebbero ricevuto in dono lampascioni e la focaccia di Altamura «più grande del mondo». Per ora nulla ancora di certo. L'idea, davvero curiosa, è nata per caso. Secondo quanto racconta Onofrio Pepe, giornalista altamurano e presidente dell'associazione "Amici del fungo cardoncello", tutto ha avuto inizio da un articolo pubblicato su «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 27 giugno scorso a firma di Angelo Morizzi. Qui si descrive il breve colloquio fra Coppola ed un islandese, a Bernalda per un progetto interculturale. Il regista chiede al giovane se gli piacciono i lampascioni. Il ragazzo prova un attimo di smarrimento perché non ne ha mai sentito parlare.
«A leggere la notizia - racconta Pepe - è stato il mio amico Antonio Stornaiolo. È come se Coppola abbia individuato nel lampascione una sorta di messaggero del gusto dell'area appulo-lucana. La realtà gastronomica lucana - aggiunge - è molto vicina a quella pugliese. Il tubero nasce soprattutto nelle terre un po' aride. Per effetto dello spietramento, è diventato raro sulla Murgia. In Basilicata, invece, ci sono ancora i cercatori di lampascione. Noi pugliesi lo importiamo dall'Algeria e dal Marocco perché in quelle zone viene coltivato a basso prezzo».
Un «tubero magico e scoppiettante» che ha attirato anche l'attenzione di Renzo Arbore, presidente onorario dell'associazione "Amici del fungo cardoncello".
«Stornaiolo - continua Onofrio Pepe - mi suggerisce di contattare il regista. Grazie alla conduttrice radiofonica e giornalista gravinese Annalisa Colavito riusciamo a metterci in contatto con Gaetano Russo, nipote di Francis Ford Coppola. Lui è di Bernalda. Russo mi invita a scrivere una lettera in inglese indirizzata a Coppola. Mi dà una mano una mia amica americana, Nina Gardner, una delle collaboratrici di Barack Obama. Nella lettera chiediamo al maestro Coppola di diventare presidente onorario della nostra associazione, la FederLamp».
Nata nel 2006, la "FederLamp" ha lo scopo di promuovere i prodotti di eccellenza enogastronomici del Mediterraneo, simboleggiati dalla pianta spontanea del lampascione. Presidente è Renzo Arbore. Conta fra i membri lo stesso Stornaiolo, Marisa Laurito, Gianfranco Vissani, Emilio Solfrizzi, Eric Jozsef, lo chef Igles Corelli, Annamaria Ferretti, Nina Gardner.
«Come FederLamp e Confraternita del Gusto - continua Pepe - volevamo donare a Francis Ford Coppola dei lampascioni e ad anche un piccolo lampascione d'oro per invitarlo ad accettare la presidenza onoraria dell'associazione. Tutto doveva basarsi sullo "scherzo goloso". Inoltre, per la festa di sua figlia, volevamo offrire in dono una focaccia di Altamura lunga 8 metri fatta da Vincenzo Dambrosio. Lui è uno dei migliori panificatori di Altamura secondo la nota rivista Gambero Rosso. Tra l'altro al maestro Coppola è piaciuto il film Focaccia Blues, ecco perché la focaccia».
«Gaetano Russo ha preso a cuore la nostra proposta. Però - sottolinea Onofrio Pepe - ad un certo punto, prima il Corriere della Sera, poi alcuni quotidiani on-line diffondono la notizia. Subentra una certa ritrosia per evitare una provincializzazione della cerimonia. La stampa ha leggermente compromesso l'iniziativa. Evidentemente, siccome questo è diventato un evento mondiale, dopo la diffusione della notizia sono arrivate miriadi di richieste da parte di produttori e commercianti lucani che volevano offrire in dono prodotti tipici della Basilicata. Secondo me è un fatto bello e da apprezzare, soltanto che avrebbe creato una situazione troppo localistica e popolustica. Inoltre - conclude Pepe - si aggiungevano anche problemi e aspetti tecnici da valutare».
Intanto, già nelle scorse settimane, si era diffusa la notizia che gli sposi avrebbero ricevuto in dono lampascioni e la focaccia di Altamura «più grande del mondo». Per ora nulla ancora di certo. L'idea, davvero curiosa, è nata per caso. Secondo quanto racconta Onofrio Pepe, giornalista altamurano e presidente dell'associazione "Amici del fungo cardoncello", tutto ha avuto inizio da un articolo pubblicato su «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 27 giugno scorso a firma di Angelo Morizzi. Qui si descrive il breve colloquio fra Coppola ed un islandese, a Bernalda per un progetto interculturale. Il regista chiede al giovane se gli piacciono i lampascioni. Il ragazzo prova un attimo di smarrimento perché non ne ha mai sentito parlare.
«A leggere la notizia - racconta Pepe - è stato il mio amico Antonio Stornaiolo. È come se Coppola abbia individuato nel lampascione una sorta di messaggero del gusto dell'area appulo-lucana. La realtà gastronomica lucana - aggiunge - è molto vicina a quella pugliese. Il tubero nasce soprattutto nelle terre un po' aride. Per effetto dello spietramento, è diventato raro sulla Murgia. In Basilicata, invece, ci sono ancora i cercatori di lampascione. Noi pugliesi lo importiamo dall'Algeria e dal Marocco perché in quelle zone viene coltivato a basso prezzo».
Un «tubero magico e scoppiettante» che ha attirato anche l'attenzione di Renzo Arbore, presidente onorario dell'associazione "Amici del fungo cardoncello".
«Stornaiolo - continua Onofrio Pepe - mi suggerisce di contattare il regista. Grazie alla conduttrice radiofonica e giornalista gravinese Annalisa Colavito riusciamo a metterci in contatto con Gaetano Russo, nipote di Francis Ford Coppola. Lui è di Bernalda. Russo mi invita a scrivere una lettera in inglese indirizzata a Coppola. Mi dà una mano una mia amica americana, Nina Gardner, una delle collaboratrici di Barack Obama. Nella lettera chiediamo al maestro Coppola di diventare presidente onorario della nostra associazione, la FederLamp».
Nata nel 2006, la "FederLamp" ha lo scopo di promuovere i prodotti di eccellenza enogastronomici del Mediterraneo, simboleggiati dalla pianta spontanea del lampascione. Presidente è Renzo Arbore. Conta fra i membri lo stesso Stornaiolo, Marisa Laurito, Gianfranco Vissani, Emilio Solfrizzi, Eric Jozsef, lo chef Igles Corelli, Annamaria Ferretti, Nina Gardner.
«Come FederLamp e Confraternita del Gusto - continua Pepe - volevamo donare a Francis Ford Coppola dei lampascioni e ad anche un piccolo lampascione d'oro per invitarlo ad accettare la presidenza onoraria dell'associazione. Tutto doveva basarsi sullo "scherzo goloso". Inoltre, per la festa di sua figlia, volevamo offrire in dono una focaccia di Altamura lunga 8 metri fatta da Vincenzo Dambrosio. Lui è uno dei migliori panificatori di Altamura secondo la nota rivista Gambero Rosso. Tra l'altro al maestro Coppola è piaciuto il film Focaccia Blues, ecco perché la focaccia».
«Gaetano Russo ha preso a cuore la nostra proposta. Però - sottolinea Onofrio Pepe - ad un certo punto, prima il Corriere della Sera, poi alcuni quotidiani on-line diffondono la notizia. Subentra una certa ritrosia per evitare una provincializzazione della cerimonia. La stampa ha leggermente compromesso l'iniziativa. Evidentemente, siccome questo è diventato un evento mondiale, dopo la diffusione della notizia sono arrivate miriadi di richieste da parte di produttori e commercianti lucani che volevano offrire in dono prodotti tipici della Basilicata. Secondo me è un fatto bello e da apprezzare, soltanto che avrebbe creato una situazione troppo localistica e popolustica. Inoltre - conclude Pepe - si aggiungevano anche problemi e aspetti tecnici da valutare».