Territorio
La discarica di Contrada Sgarrone nell'elenco dei siti da bonificare
Conclusa l'audizione della commissione parlamentare resta il rebus impianti
Altamura - venerdì 11 marzo 2016
9.15
C'è anche la discarica di contrada Sgarrone nell'elenco regionale delle discariche abusive e bisognevoli di interventi immediati di bonifica. Il dato è emerso a margine delle audizioni della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta da Alessandro Bratti che al termine della tregiorni pugliese ha riscontrato notevoli criticità nel ciclo dei rifiuti.
Sono in tutto 59 i siti abbandonati in tutta la Puglia e per 12 di loro, tra cui la discarica altamurana sono stati preventivati interventi di messa in sicurezza dall'ente regionale. Al momento, solo per l'impianto ex Fibronit è in fase di conclusione l'intervento di bonifica.
"È chiaro - ha rilevato Bratti - che gli impianti non si fanno in cinque minuti. Quindi è evidente che ci sono dei periodi di transizione, però l'importante è avere le idee chiare su dove si vuole andare a parare. Si sceglie un sistema, che piaccia o non piaccia, e poi su quello si organizza la gestione. In Puglia, a parte l'Amiu, strutture pubbliche di particolare consistenza non ce ne sono. C'è un sistema privato molto diffuso, sia per la raccolta e spazzamento, ma anche per la gestione della impiantistica. Non ce l'ho coi privati, anzi, però una gestione molto frammentata del ciclo porta sempre a situazioni di poca efficienza dell'attività".
Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore pugliese Michele Emiliano secondo cui "non ci sono impianti sufficienti a chiudere il ciclo dei rifiuti in Puglia, che il sistema non funziona e che sono stato costretto a commissariare tutto per evitare un'emergenza".
Durante l'audizione il presidente ha specificato che "abbiamo di fronte un problema abbastanza grave sul ciclo dei rifiuti, che in Puglia non è ancora chiuso. Siamo dunque in uno stato primordiale e, nonostante non ci siano stati casi eclatanti, siamo a rischio ogni giorno di precipitare in uno stato di ingestibilità del sistema nei comuni".
Tutto questo nonostante la recente approvazione di norme riguardanti il Piano regionale dei rifiuti e una legge che affidava a organismi di carattere provinciale la strategia da adottare relativa all'impiantistica per la chiusura del ciclo.
"Ho verificato che tutti i sindaci non ne possono più: chiedono di cambiare il sistema, accentrando le decisioni sulla Regione in un'unica strategia sulla impiantistica che consenta di realizzare gli obiettivi che la legge pone come cogenti".
Sono in tutto 59 i siti abbandonati in tutta la Puglia e per 12 di loro, tra cui la discarica altamurana sono stati preventivati interventi di messa in sicurezza dall'ente regionale. Al momento, solo per l'impianto ex Fibronit è in fase di conclusione l'intervento di bonifica.
"È chiaro - ha rilevato Bratti - che gli impianti non si fanno in cinque minuti. Quindi è evidente che ci sono dei periodi di transizione, però l'importante è avere le idee chiare su dove si vuole andare a parare. Si sceglie un sistema, che piaccia o non piaccia, e poi su quello si organizza la gestione. In Puglia, a parte l'Amiu, strutture pubbliche di particolare consistenza non ce ne sono. C'è un sistema privato molto diffuso, sia per la raccolta e spazzamento, ma anche per la gestione della impiantistica. Non ce l'ho coi privati, anzi, però una gestione molto frammentata del ciclo porta sempre a situazioni di poca efficienza dell'attività".
Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore pugliese Michele Emiliano secondo cui "non ci sono impianti sufficienti a chiudere il ciclo dei rifiuti in Puglia, che il sistema non funziona e che sono stato costretto a commissariare tutto per evitare un'emergenza".
Durante l'audizione il presidente ha specificato che "abbiamo di fronte un problema abbastanza grave sul ciclo dei rifiuti, che in Puglia non è ancora chiuso. Siamo dunque in uno stato primordiale e, nonostante non ci siano stati casi eclatanti, siamo a rischio ogni giorno di precipitare in uno stato di ingestibilità del sistema nei comuni".
Tutto questo nonostante la recente approvazione di norme riguardanti il Piano regionale dei rifiuti e una legge che affidava a organismi di carattere provinciale la strategia da adottare relativa all'impiantistica per la chiusura del ciclo.
"Ho verificato che tutti i sindaci non ne possono più: chiedono di cambiare il sistema, accentrando le decisioni sulla Regione in un'unica strategia sulla impiantistica che consenta di realizzare gli obiettivi che la legge pone come cogenti".