Territorio
La BPPB verso la fusione con la Popolare di Bari?
In un'intervista alla Gazzetta Caso ammette incontri con Iacobini. "E' l'ipotesi migliore", ma poi frena
Altamura - venerdì 13 settembre 2013
11.08
Si fa strada l'ipotesi Popolare di Bari per salvare il futuro della Popolare di Puglia e Basilicata.
Ore convulse in via Ottavio Serena, nella sede della direzione generale di Banca Popolare di Puglia e Basilicata. A pochi giorni dall'assemblea dei soci convocata per il prossimo 21 settembre per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione e approvare il piano di salvataggio dell'istituto, voci e indiscrezioni si rincorrono e tutto ciò che sembrava notizia è stato declassato nuovamente a ipotesi.
Resteranno delusi quanti si aspettavano un duello all'ultimo voto, in pratica una resa dei conti, tra l'attuale presidente Pasquale Caso e l'ex direttore generale Errico Ronzo, numero due della BPPB dell'era D'Ecclesiis. Caso, dimessosi due giorni fa, ha già fatto sapere che "dal 22 settembre sarò fuori dal gruppo dirigente della banca", annunciando tra l'altro che anche lo stesso Ronzo, nelle ultime ore, si sarebbe convinto a ritirare la propria candidatura dalla presidenza dell'istituto. Ipotesi che assumono rilevanza di notizia poiché lo stesso Caso le ha affidate alle pagine odierne della Gazzetta del Mezzogiorno, durante una lunga intervista nel corso della quale il presidente ha fatto chiarezza sulla effettiva situazione economico patrimoniale dell'istituto bancario, nato oltre 130 anni fa sulle colline della Murgia. Intervista durante la quale l'oramai ex presidente ha disegnato un possibile piano di salvataggio per l'istituto di credito che nel 2012 ha chiuso con un buco da 125 milioni di euro: "La Banca d'Italia - afferma Caso nell'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno - ha indicato in maniera molto chiara alcune linee d'intervento che il nostro Istituto dovrà realizzare in futuro, in particolare richiedendo un aumento del nostro patrimonio, un rafforzamento delle competenze manageriali e una chiara discontinuità nella composizione degli organi di governo, peraltro in parte già implementata con la sostituzione di alcuni componenti il consiglio di amministrazione e con l'avvicendamento del direttore generale". Tutte indicazioni che potrebbero trovare concretezza nella possibile fusione con la Banca Popolare di Bari: "Banca d'Italia ha identificato nell'aggregazione della nostra Banca con un altro soggetto bancario, che possa diventare nostro partner industriale, una via opportuna per uscire dall'attuale situazione. L'autorevolezza della Vigilanza e la chiarezza dell'indicazione ha di conseguenza spinto il nostro Consiglio di Amministrazione a muoversi in questa direzione, vagliando sollecitamente le varie ipotesi percorribili. Da queste valutazioni preliminari è sin qui emerso l'orientamento a verificare se esistano concrete possibilità di un'eventuale fusione con la Banca Popolare di Bari. Riteniamo infatti che, considerati tutti gli elementi in gioco, questa possa rappresentare la migliore via da percorrere a vantaggio dei soci, dei dipendenti e dell'intero territorio".
Insomma, scartata l'ipotesi di un'acquisizione dell'istituto da parte di un gruppo bancario dei Nord, l'ipotesi Popolare di Bari sembra essere l'unico paracadute al momento disponibile. Idee e possibili soluzioni su cui però è ancora presto mettere la firma, per stessa ammissione del presidente che aggiunge: "Nulla è stato ancora deciso, andranno fatti tutti gli opportuni approfondimenti". E l'assemblea s'avvicina...
Ore convulse in via Ottavio Serena, nella sede della direzione generale di Banca Popolare di Puglia e Basilicata. A pochi giorni dall'assemblea dei soci convocata per il prossimo 21 settembre per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione e approvare il piano di salvataggio dell'istituto, voci e indiscrezioni si rincorrono e tutto ciò che sembrava notizia è stato declassato nuovamente a ipotesi.
Resteranno delusi quanti si aspettavano un duello all'ultimo voto, in pratica una resa dei conti, tra l'attuale presidente Pasquale Caso e l'ex direttore generale Errico Ronzo, numero due della BPPB dell'era D'Ecclesiis. Caso, dimessosi due giorni fa, ha già fatto sapere che "dal 22 settembre sarò fuori dal gruppo dirigente della banca", annunciando tra l'altro che anche lo stesso Ronzo, nelle ultime ore, si sarebbe convinto a ritirare la propria candidatura dalla presidenza dell'istituto. Ipotesi che assumono rilevanza di notizia poiché lo stesso Caso le ha affidate alle pagine odierne della Gazzetta del Mezzogiorno, durante una lunga intervista nel corso della quale il presidente ha fatto chiarezza sulla effettiva situazione economico patrimoniale dell'istituto bancario, nato oltre 130 anni fa sulle colline della Murgia. Intervista durante la quale l'oramai ex presidente ha disegnato un possibile piano di salvataggio per l'istituto di credito che nel 2012 ha chiuso con un buco da 125 milioni di euro: "La Banca d'Italia - afferma Caso nell'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno - ha indicato in maniera molto chiara alcune linee d'intervento che il nostro Istituto dovrà realizzare in futuro, in particolare richiedendo un aumento del nostro patrimonio, un rafforzamento delle competenze manageriali e una chiara discontinuità nella composizione degli organi di governo, peraltro in parte già implementata con la sostituzione di alcuni componenti il consiglio di amministrazione e con l'avvicendamento del direttore generale". Tutte indicazioni che potrebbero trovare concretezza nella possibile fusione con la Banca Popolare di Bari: "Banca d'Italia ha identificato nell'aggregazione della nostra Banca con un altro soggetto bancario, che possa diventare nostro partner industriale, una via opportuna per uscire dall'attuale situazione. L'autorevolezza della Vigilanza e la chiarezza dell'indicazione ha di conseguenza spinto il nostro Consiglio di Amministrazione a muoversi in questa direzione, vagliando sollecitamente le varie ipotesi percorribili. Da queste valutazioni preliminari è sin qui emerso l'orientamento a verificare se esistano concrete possibilità di un'eventuale fusione con la Banca Popolare di Bari. Riteniamo infatti che, considerati tutti gli elementi in gioco, questa possa rappresentare la migliore via da percorrere a vantaggio dei soci, dei dipendenti e dell'intero territorio".
Insomma, scartata l'ipotesi di un'acquisizione dell'istituto da parte di un gruppo bancario dei Nord, l'ipotesi Popolare di Bari sembra essere l'unico paracadute al momento disponibile. Idee e possibili soluzioni su cui però è ancora presto mettere la firma, per stessa ammissione del presidente che aggiunge: "Nulla è stato ancora deciso, andranno fatti tutti gli opportuni approfondimenti". E l'assemblea s'avvicina...