Associazioni
L'iniziativa altamurana contro la violenza sulle donne
Organizzato un convegno sul tema dall'associazione Altramura. Numeroso il pubblico accorso
Altamura - sabato 27 novembre 2010
11.18
È il caso di dirlo: Altramura, altra storia. Parte bene la neo associazione altamurana che si pone fra gli obiettivi il favorire una nuova cultura di genere e l'integrazione delle cittadine immigrate, attraverso servizi pratici quali la consulenza psicologica, giuridica e linguistica al fine di fornire risposte immediate alle donne. E non è un caso che il primo convegno dal titolo "Fermati mi fai male!", patrocinato dal Comune di Altamura, sia coinciso con la giornata internazionale contro la violenza sulle donne che lo scorso giovedì ha visto la proliferazione di diverse iniziative in molte città e paesi, tutte mirate ad una nuova presa di coscienza della condizione femminile.
Davanti ad una sala "Tommaso Fiore" piacevolmente affollata anche di volti maschili, la psicologa Maria Bruna Moramarco, psicoterapeuta e dirigente responsabile del Consultorio famigliare di Altamura, Pietro Silvestri, giudice della Prima sezione Penale del Tribunale di Bari e Nino De Giosa, rappresentante dell'associazione "Uomini in gioco – Rete maschile plurale", coordinati da Caterina Moramarco, psicologa e membro dell'associazione Altramura, hanno illustrato, da diverse prospettive, quelle che sono le conseguenze e le reazioni che possono aversi in seguito ad una violenza, non solo fisica ma anche psicologica, su di un individuo.
Molte le testimonianze riportate dalla psicologa Maria Bruna Moramarco, in cui gli aguzzini non sempre corrispondono ad uomini ma a volte anche a donne e madri. Emblematico l'excursus del giudice Piero Silvestri che ha illustrato come sia cambiata negli anni la disciplina del nostro Codice Penale. Si è passati, infatti, da un iniziale pregiudizio sulla vittima alla equiparazione tra violenza carnale e atti di libidine violenti, identificati sotto l'unica espressione di "violenza sessuale". Il reato, rispecchiando una nuova concezione della sessualità come libera scelta, si è staccato dal nucleo dei delitti contro la moralità pubblica ed il buon costume, ancorata a vecchi pregiudizi figli di una ormai obsoleta società patriarcale, per rientrare nella categoria dei delitti contro la libertà personale e che offendono la libertà di ognuno di disporre del proprio corpo.
Al termine del convegno l'intervento di Nino De Giosa ha riportato l'esperienza della propria associazione, "Uomini in gioco", il gruppo maschile di discussione e confronto nato a Bari nel 2001 dalla volontà di sei uomini di raccontarsi e condividere le proprie esperienze come crescita personale. Con la lettura finale di una lettera scritta "da uomo a uomo" hanno mostrato la posizione di chi dice basta alla violenza e di chi non reagisce passivamente ai tristi fatti di cronaca, ma vuole creare quella svolta di cambiamento tanto agognata e che comincia col prendere atto che anche un uomo vede la violenza maschile attorno a sè.
Davanti ad una sala "Tommaso Fiore" piacevolmente affollata anche di volti maschili, la psicologa Maria Bruna Moramarco, psicoterapeuta e dirigente responsabile del Consultorio famigliare di Altamura, Pietro Silvestri, giudice della Prima sezione Penale del Tribunale di Bari e Nino De Giosa, rappresentante dell'associazione "Uomini in gioco – Rete maschile plurale", coordinati da Caterina Moramarco, psicologa e membro dell'associazione Altramura, hanno illustrato, da diverse prospettive, quelle che sono le conseguenze e le reazioni che possono aversi in seguito ad una violenza, non solo fisica ma anche psicologica, su di un individuo.
Molte le testimonianze riportate dalla psicologa Maria Bruna Moramarco, in cui gli aguzzini non sempre corrispondono ad uomini ma a volte anche a donne e madri. Emblematico l'excursus del giudice Piero Silvestri che ha illustrato come sia cambiata negli anni la disciplina del nostro Codice Penale. Si è passati, infatti, da un iniziale pregiudizio sulla vittima alla equiparazione tra violenza carnale e atti di libidine violenti, identificati sotto l'unica espressione di "violenza sessuale". Il reato, rispecchiando una nuova concezione della sessualità come libera scelta, si è staccato dal nucleo dei delitti contro la moralità pubblica ed il buon costume, ancorata a vecchi pregiudizi figli di una ormai obsoleta società patriarcale, per rientrare nella categoria dei delitti contro la libertà personale e che offendono la libertà di ognuno di disporre del proprio corpo.
Al termine del convegno l'intervento di Nino De Giosa ha riportato l'esperienza della propria associazione, "Uomini in gioco", il gruppo maschile di discussione e confronto nato a Bari nel 2001 dalla volontà di sei uomini di raccontarsi e condividere le proprie esperienze come crescita personale. Con la lettura finale di una lettera scritta "da uomo a uomo" hanno mostrato la posizione di chi dice basta alla violenza e di chi non reagisce passivamente ai tristi fatti di cronaca, ma vuole creare quella svolta di cambiamento tanto agognata e che comincia col prendere atto che anche un uomo vede la violenza maschile attorno a sè.