Eventi e cultura
L'Europa per Massimo D'Alema
Ieri, presso il teatro Mercadante
Altamura - mercoledì 2 aprile 2014
17.31
L'Europa, il lavoro, la democrazia, l'uguaglianza. Sono stati i temi affrontati ieri, 1 aprile, presso il teatro Mercadante, in un in incontro con Massimo D'Alema, già presidente del Consiglio del Ministri tra 1998 e 2000, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio tra 2006 e 2008, deputato per sette legislature. "Non solo euro" è il titolo del suo ultimo libro che ha presentato.
A moderare il dibattito Agostino Portoghese, segretario Pd Altamura. Il via al dibattito è stato dato dall'onorevole Liliana Ventricelli che ha sviscerato il concetto di "euroscetticismo", ossia un sentimento antieuropeo sempre più diffuso nei diversi Paesi. Quale la chiave? Partire dalla sana politica che deve offrire risposte immediate interpretando i bisogni degli Stati con azioni concrete per portare l'Europa fuori dalla crisi. Presenti anche il dott. Vincenzo Piglionica, esperto di geopolitica, e Eric Jozsef, giornalista di «Libération».
Non sono mancati interventi programmati da parte di una delegazione dell'associazione Link, che ha testimoniato l'importanza degli scambi culturali per la crescita personale dei cittadini europei e per la coesione tra gli Stati.
A chiudere l'incontro, Massimo D'Alema. Come risolvere le diseguaglianze? Solo con una "coraggiosa redistribuzione delle ricchezze", ha spiegato. Ciò tuttavia è «difficile da attuare solo con politiche nazionali per via della mobilità dei capitali». Tra le cause del perdurare della crisi il fatto che «le rendite finanziarie danno più profitto degli investimenti e del lavoro», un fenomeno che dà origine a una società statica, e l'egemonia del neoliberismo. Quanto al populismo e all'antieuropeismo «non è la malattia – ha affermato – è come la febbre, rivela la malattia ed è questa che bisogna curare, non i sintomi».
A moderare il dibattito Agostino Portoghese, segretario Pd Altamura. Il via al dibattito è stato dato dall'onorevole Liliana Ventricelli che ha sviscerato il concetto di "euroscetticismo", ossia un sentimento antieuropeo sempre più diffuso nei diversi Paesi. Quale la chiave? Partire dalla sana politica che deve offrire risposte immediate interpretando i bisogni degli Stati con azioni concrete per portare l'Europa fuori dalla crisi. Presenti anche il dott. Vincenzo Piglionica, esperto di geopolitica, e Eric Jozsef, giornalista di «Libération».
Non sono mancati interventi programmati da parte di una delegazione dell'associazione Link, che ha testimoniato l'importanza degli scambi culturali per la crescita personale dei cittadini europei e per la coesione tra gli Stati.
A chiudere l'incontro, Massimo D'Alema. Come risolvere le diseguaglianze? Solo con una "coraggiosa redistribuzione delle ricchezze", ha spiegato. Ciò tuttavia è «difficile da attuare solo con politiche nazionali per via della mobilità dei capitali». Tra le cause del perdurare della crisi il fatto che «le rendite finanziarie danno più profitto degli investimenti e del lavoro», un fenomeno che dà origine a una società statica, e l'egemonia del neoliberismo. Quanto al populismo e all'antieuropeismo «non è la malattia – ha affermato – è come la febbre, rivela la malattia ed è questa che bisogna curare, non i sintomi».