Aristotele
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Editoriale

L'editoriale

Gli altamurani stanchi delle farse. Aristotele ci indica la strada

Orecchie vomitanti di notizie scomode. È ciò che si evince dai commenti dei nostri lettori, stanchi di apprendere quasi quotidianamente fatti di cronaca come sparatorie, scippi in pieno centro storico, incidenti su strade "di morte". Ed è caduto l'interesse anche sugli argomenti di politica. Già.

Il Tar ci ha tenuto col fiato sospeso fino a pochi giorni fa. Tutti si domandavano sulla sorte del nostro presidente del Consiglio Nico Dambrosio. Poi la soluzione, giunta come una "assoluzione": sospese la mozione di sfiducia e la revoca della carica votate all'unanimità dei consiglieri presenti nella seduta consiliare del 22 ottobre. E di nuovo tutti ai propri posti, con altre polemiche, con altre follie che escono dalla bocca dei nostri politici. "È stata ripristinata la legalità ad Altamura. La cosa paradossale è che un Consiglio comunale, per ripristinare la legalità, abbia fatto un atto illegale". E ancora, "per chiudere questa brutta pagina di storia altamurana il Sindaco e i consiglieri che hanno votato la sfiducia dovrebbero chiedere scusa alla cittadinanza e a Dambrosio stesso".

Certo, ce li immaginiamo tutti. Dati i tempi e le mode che le proteste insegnano, tutti sui tetti del Palazzo di Città, con il Sindaco in prima fila, magari vestito da Babbo Natale, a chiedere scusa. C'è una cosa paradossale in tutto questo. E non è la polemica, tra l'altro prevedibile come gli odori dei bagni pubblici superaffollati. Di paradossale c'è l'uso spropositato dei termini-prezzemolo di "legalità" e "illegalità", troppo spesso adoperati al di fuori dei giusti contesti.

I cittadini dicono basta! Basta con questo fango, con il tutticontrotutti, basta con le farse. La politica deve ripulirsi e tornare ad essere amministrazione della "polis" per il bene di tutti, dei cittadini.

Chi, un tempo, aveva affermato che "l'uomo per natura è un animale politico", non parlava di aspirazioni al potere, e soprattutto allontanava l'idea contrattualistica della politica, della convenzione stabilita a tavolino, ma parlava di un processo spontaneo, appunto naturale, dello stare insieme e vivere la polis.

Una, seppur fugace, lettura di pagine di sana e antica filosofia, oggi, gioverebbe un po' a tutti.
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