Teresa Di Leone
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Eventi e cultura

L'altamurana Teresa Di Leone...dal teatro alla televisione

Scelta per una parte del cortometraggio "Un medico di campagna" di Luigi Di Gianni. Altamuralife.it l'ha intervistata

Quando Teresa Di Leone sale sul palco, si sente a casa. Ha iniziato a calcare le scene altamurane negli anni '70 «con qualche particina» assegnatale da Franceschino Terranova, ma dal 2004 il teatro è diventato una costante della sua vita. A nutrire questa passione sono state inizialmente le suore dell'Istituto Antoniano, che Teresa frequentava per imparare a ricamare. «Mia madre era disperata, mi piaceva fare troppe cose», racconta. «Ho cantato come solista, ho recitato come prima donna. Si preparavano delle rappresentazioni per Natale, per Pasqua, per la conclusione dell'anno. Amo la Cultura, i concerti». Teresa recita con la compagnia "Teatro per il Sociale" di Franceschino Terranova. «Franceschino mi dice sempre di mettere fuori quello che ho dentro. Lo faccio quando salgo sul palco». Teresa è stata scelta dal regista Luigi Di Gianni per una parte nel cortometraggio "Un medico di campagna", girato nei giorni scorsi fra Altamura e Gravina. Ha recitato accanto a Renato Scarpa, Ernesto Mahieux e i giovani Davide Borettaz, Elvezia Balducelli e Teresa Sciarretta. L'abbiamo intervistata.

Teresa, come hai conosciuto Franceschino Terranova?
Io sono nata in via Garibaldi 37, lui in via Garibaldi 39. In quella strada si viveva come in famiglia. Ci conosciamo da piccoli. Dopo la morte di mio marito, Franceschino doveva mettere in scena "Cumma Marì" e mi chiese di recitare in vernacolo. Accettai e da allora non ho più smesso.

Qual è stata la parte che ti piaciuta di più nella lunga carrellata di rappresentazioni che ti hanno vista sul palco?
Nella commedia "150 volte Italia!" mi sono sentita veramente mamma nella parte in cui assisto alla morte di mio figlio. Ho pianto in un modo incredibile. Altra parte che mi è piaciuta è stata quella della sorella in "Cumma Marì", una donna dal pugno fermo. Rispecchia molto il mio carattere.

Come hai saputo del cortometraggio di Luigi Di Gianni? Hai partecipato ai provini?
No. Non so come faccia il regista a conoscere qualcuno del Club Federiciano di Altamura. La chiamata mi è arrivata dal Club. Mi dissero che cercavano una signora per le riprese di un cortometraggio. Mi incoraggiarono a provarci. Il regista ha visto le mie foto e… sono stata scelta.

Poi come è andata?
Mi chiamò la costumista per chiedere la mia taglia e per dirmi che il giorno dopo avrebbero mandato un autista a prendermi. È stata un'esperienza bellissima. Il regista mi disse subito che ci saremmo dati del tu. Gli risposi che per me era un onore e tenni a precisare che non venivo da un'Accademia. La mia è una passione che ho coltivato come hobby. Di Gianni sottolineò che ci sono tanti attori che hanno studiato, ma che non sanno recitare. Mi ha proposto anche collaborazioni future. Da ragazza sognavo di vedere come si gira un film.

Che ruolo hai interpretato?
La mamma dell'infermo. Nel cortometraggio non parlo, ma mi concentro molto sulla mimica. Il regista gridava, fuori di scena, «Teresa, sei sublimeeeeeee…». Quando, nella parte, assistevo mio figlio sperando in una parola positiva del dottore, mi hanno riferito che la mia espressione era così triste… ho detto al regista che quando una mamma ha un figlio infermo, l'espressione deve essere necessariamente triste.

Qual è il tuo nome nel film?
Veramente non lo so… perché mi chiamavano Mamma.

Dove sono state effettuate le riprese?
A Masseria Viti-De Angelis, Parco La Mena. Sono stata lì quattro giorni. Nell'ovile hanno sistemato, per le riprese, un letto antico, un comodino sgangherato, un vaso da notte, una sedia, il catino, un tavolino e molte candele. Mi venivano a prendere, poi, a pranzo, mangiavamo sul set.

Quando ti potremo vedere in televisione?
Il film dovrebbe andare in Rai ad aprile.

C'è stato un momento in cui ti sei sentita particolarmente emozionata?
Quando aspettavo di andare in scena e pensavo… mamma mia, a questa età, io sono arrivata qui…
È una soddisfazione grande, che dedico alle mie due figlie, Anna Maria e Raffaella.

Seguono le immagini delle prime comparse di Teresa Di Leone sulle scene del Teatro Mercadante (anni 1953 e 1955).
6 fotoTeresa Di Leone
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