Studenti del CPIA2
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Scuola e Lavoro

Integrazione e competenze al Cpia 2

Con la tombola dei continenti una bella festa

A scuola di integrazione e di competenze.

Il Cpia (Centro provinciale istruzione adulti) è un'Istituzione scolastica statale al pari delle altre scuole del territorio, identificato da codice meccanografico (BAMM29800L) e con una dotazione organica costituita da docenti e personale Ata dislocati su più Comuni. L'istituzione scolastica realizza un'offerta formativa per adulti e giovani adulti (a partire dai 16 anni di età) che non hanno assolto l'obbligo di istruzione o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione. Essa si rivolge, inoltre, ai cittadini stranieri, in possesso di permesso di soggiorno, che devono frequentare corsi di alfabetizzazione linguistica e di educazione alla cittadinanza validi per l'Accordo di integrazione e il permesso CE di lungo periodo.

Il Cpia, pertanto, in quanto scuola pubblica, rappresenta l'attore istituzionale privilegiato per l'integrazione culturale e linguistica delle persone straniere, contribuendo anche ad essere un indispensabile presidio per il contrasto alla dispersione scolastica e per l'inclusione nel mondo del lavoro. Nello specifico, il servizio viene erogato nei Comuni di Altamura, Alberobello, Gravina, Modugno, Santeramo, Gioia, Monopoli, Triggiano, Adelfia oltre alle sedi carcerarie di Altamura e Turi.

Da alcuni giorni è ripresa l'attività didattica. Ma, pur essendo trascorse le festività, merita di essere menzionato un progetto realizzato poco prima del Natale. Di seguito il comunicato inviato dal Cpia2.
Il giorno 21 Dicembre, alle soglie dell'inizio di un nuovo anno, nei locali di Via Ricovero si è tenuto, a cura del CPIA 2 BARI (Centro Provinciale Istruzione per Adulti), un momento di condivisione e inclusione che ha visto, come protagonisti, studenti di diversa età e origine accomunati dal desiderio di intraprendere un viaggio formativo all'insegna del rispetto e della convivenza.
In primo luogo, pare opportuno dover spiegare cosa sia il CPIA e in cosa consista la missione che questo gruppo di insegnanti svolge da tempo e lontano dai riflettori. Troppo spesso le cause fortuite rivestono un ruolo vincolante nell'esistenza di chi è costretto a sopravvivere ai bordi della società: origine, disagi, scelte sbagliate portano con sé un marchio da cui è difficile, poi, allontanarsi – specie se molte strade vengono precluse sulla base di titoli di studi che non si possiedono e di preconcetti. Il CPIA, attraverso una rete territoriale che coinvolge esperti e docenti, da anni porta avanti un percorso che ha come fine ultimo l'inserimento sociale di chi vive in queste difficoltà. Aprendosi "al mondo e sul mondo", l'azione del CPIA non si limita alla sola trasposizione di saperi basilari per chi voglia acquisire conoscenze scolastiche, ma soprattutto essa è impegnata a collocare ogni uomo o donna che ne abbia desiderio nel proprio spazio, aiutando ciascuno a trovare il proprio posto nel mondo.
È quanto accaduto, come si diceva all'inizio, Martedì 21 Dicembre, quando, alla presenza della Dirigente Scolastica Paola Maino e di tutti gli insegnanti Aruanno Angelica, Casanova Fausta, Denora Cinzia, Dicecca Mariachiara, Florio Anna, Giorgio Rosanna, Lascaro Vito, Quattromini Chiara e Stea Laura, un gruppo eterogeneo di studenti (italiani, tunisini, algerini, cinesi, bengalesi, filippini, brasiliani, albanesi, ucraini, polacchi, georgiani) si è ritrovato per condividere (rispettando le misure anti-COVID) un momento ludico da cui poter trarre non solo piacere, ma soprattutto consapevolezze.
Protagonista assoluto è stato il gioco della tombola, probabilmente il gioco natalizio più diffuso d'Italia che subito ha catturato l'attenzione dei partecipanti, quasi tutti ignari delle regole da seguire. Tra ambi e quaterne, i ragazzi e le ragazze hanno potuto esercitarsi con la lingua italiana e conoscere, allo stesso tempo, quelle tradizioni e quei costumi che fanno di un Paese ciò che è ai propri occhi e agli occhi del mondo, sentendosi parte finalmente di un tessuto socio-culturale che non solo li ha accolti, ma soprattutto accettati.
Questa è, in ultima analisi, la missione del CPIA: trasmettere valori e costumi condivisi, senza creare conflitti o barriere, è probabilmente il compito più importante del nostro secolo liquido e globalizzato – un secolo, cioè, in cui si corre il rischio o di dimenticare chi si è e da dove si viene, o di chiudersi a riccio nelle proprie certezze senza permettere a nessuno di entrarvi. Il CPIA, attraverso la sua rete didattica ed educativa, vuole superare questo binomio nocivo al fine di formare uomini e donne e, con loro, un futuro conviviale in cui ciascuno metta il suo senza dimenticare di acquisire dall'altro. Sarà, questo, un tassello fondamentale nella costruzione di una realtà – locale e globale – finalmente libera da pregiudizi e vessazioni; una realtà che smetterà di giudicare e cercherà di capire le ragioni e le difficoltà dell'altro: la scuola questo deve insegnare, al di là dei concetti, ed è quanto avvenuto tra quei banchi di scuola in via Ricovero, dove, a suon di numeri estratti, degli uomini e delle donne si sono sentiti tali, oltre le normali apparenze.(C.F.)
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