Cronaca
Inchiesta su bonus edilizi, ad Altamura non sono coinvolti imprenditori
In base alle indagini, lavori mai effettuati e crediti intestati a prestanome
Altamura - giovedì 20 ottobre 2022
8.44
Ha suscitato clamore ad Altamura la notizia dell'inchiesta sui bonus edilizi, con perquisizioni avvenute in varie città (Bari, Altamura, Santeramo, Castellaneta, Laterza, ecc.).
L'inchiesta coordinata dal pubblico ministero di Bari, Michele Ruggiero, e condotta dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza ha permesso di scoprire un sistema che era tutto una truffa: i crediti venivano richiesti sulla piattaforma informatica di Poste italiane per lavori dichiarati ma in realtà inesistenti o mai eseguiti. Ieri sono state effettuate perquisizioni a 51 persone fisiche, a 7 società e presso lo studio di un commercialista.
Ad Altamura non sono coinvolti imprenditori. Le persone perquisite ad Altamura sono presunti prestanome a cui sono stati intestati i crediti derivanti dall'applicazione dei bonus, tra loro ci sono anche persone disoccupate o senza dimora, in alcuni casi con precedenti penali.
Ricordiamo le notizie diffuse ieri nel comunicato ufficiale in cui si evidenzia tutto il "castello" di illeciti costruiti sul nulla perché i lavori non venivano eseguiti.
L'attività investigativa trae origine da un controllo effettuato da una pattuglia della Stazione dei Carabinieri di Palo del Colle, nel corso del quale venivano rinvenuti, in possesso di due imprenditori del settore edile, numerose carte prepagate e denaro contante. I successivi approfondimenti investigativi sono stati codelegati ai militari del Nucleo Investigativo dell'Arma e - in ragione delle peculiari competenze specialistiche nel contrasto ai reati economico-finanziari - al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari.
Le investigazioni sinora svolte (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) - con il coordinamento di questo Ufficio giudiziario - avrebbero fatto emergere l'esistenza di un sodalizio criminale, con basi logistiche a Bari ed Altamura, dedito ad avanzare indebite richieste di accesso ai c.d. "bonus edilizi" per fittizi interventi di ristrutturazione immobiliare.
In tale contesto, sarebbe emerso il ruolo di numerose persone compiacenti, prive di qualsivoglia capacità reddituale e patrimoniale, in molti casi gravate da precedenti di polizia, prestatesi a comunicare, nell'apposita piattaforma informatica, crediti d'imposta per un valore complessivo di oltre 17 milioni di euro. I riscontri investigativi avrebbero consentito di accertare la fittizietà dei crediti d'imposta correlati ai "bonus edilizi", in considerazione dell'attestazione di dati non veritieri, quali la disponibilità di beni immobili inesistenti, ovvero appartenenti a soggetti estranei ai fatti, nonché l'esecuzione di lavori edili di rilevante entità, in realtà mai eseguiti. Detti crediti sarebbero stati successivamente ceduti a un intermediario abilitato e parte del denaro (circa 3,9 mln di euro) versato su conti corrente creati ad hoc, per essere successivamente veicolato in ulteriori rapporti finanziari intestati ad aziende cartiere e/o prestanome, al fine di occultarne la provenienza e impedirne, così, il tracciamento. Ciò anche mediante una serie di simulati pagamenti di finti fornitori e dipendenti, ovvero di ricariche di carte prepagate intestate a persone compiacenti per effettuare successivi prelevamenti presso vari ATM.
Le perquisizioni eseguite - su disposizione di questa Procura della Repubblica - hanno lo scopo di reperire tutta la documentazione utile al successivo sviluppo delle indagini.
L'inchiesta coordinata dal pubblico ministero di Bari, Michele Ruggiero, e condotta dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza ha permesso di scoprire un sistema che era tutto una truffa: i crediti venivano richiesti sulla piattaforma informatica di Poste italiane per lavori dichiarati ma in realtà inesistenti o mai eseguiti. Ieri sono state effettuate perquisizioni a 51 persone fisiche, a 7 società e presso lo studio di un commercialista.
Ad Altamura non sono coinvolti imprenditori. Le persone perquisite ad Altamura sono presunti prestanome a cui sono stati intestati i crediti derivanti dall'applicazione dei bonus, tra loro ci sono anche persone disoccupate o senza dimora, in alcuni casi con precedenti penali.
Ricordiamo le notizie diffuse ieri nel comunicato ufficiale in cui si evidenzia tutto il "castello" di illeciti costruiti sul nulla perché i lavori non venivano eseguiti.
L'attività investigativa trae origine da un controllo effettuato da una pattuglia della Stazione dei Carabinieri di Palo del Colle, nel corso del quale venivano rinvenuti, in possesso di due imprenditori del settore edile, numerose carte prepagate e denaro contante. I successivi approfondimenti investigativi sono stati codelegati ai militari del Nucleo Investigativo dell'Arma e - in ragione delle peculiari competenze specialistiche nel contrasto ai reati economico-finanziari - al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari.
Le investigazioni sinora svolte (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) - con il coordinamento di questo Ufficio giudiziario - avrebbero fatto emergere l'esistenza di un sodalizio criminale, con basi logistiche a Bari ed Altamura, dedito ad avanzare indebite richieste di accesso ai c.d. "bonus edilizi" per fittizi interventi di ristrutturazione immobiliare.
In tale contesto, sarebbe emerso il ruolo di numerose persone compiacenti, prive di qualsivoglia capacità reddituale e patrimoniale, in molti casi gravate da precedenti di polizia, prestatesi a comunicare, nell'apposita piattaforma informatica, crediti d'imposta per un valore complessivo di oltre 17 milioni di euro. I riscontri investigativi avrebbero consentito di accertare la fittizietà dei crediti d'imposta correlati ai "bonus edilizi", in considerazione dell'attestazione di dati non veritieri, quali la disponibilità di beni immobili inesistenti, ovvero appartenenti a soggetti estranei ai fatti, nonché l'esecuzione di lavori edili di rilevante entità, in realtà mai eseguiti. Detti crediti sarebbero stati successivamente ceduti a un intermediario abilitato e parte del denaro (circa 3,9 mln di euro) versato su conti corrente creati ad hoc, per essere successivamente veicolato in ulteriori rapporti finanziari intestati ad aziende cartiere e/o prestanome, al fine di occultarne la provenienza e impedirne, così, il tracciamento. Ciò anche mediante una serie di simulati pagamenti di finti fornitori e dipendenti, ovvero di ricariche di carte prepagate intestate a persone compiacenti per effettuare successivi prelevamenti presso vari ATM.
Le perquisizioni eseguite - su disposizione di questa Procura della Repubblica - hanno lo scopo di reperire tutta la documentazione utile al successivo sviluppo delle indagini.