Cronaca
Inchiesta sanità, le parole dell'Ordinanza che riguardano Altamura
Ginefra presenta un'interrogazione al ministro Maroni. «Una situazione da troppo tempo tenuta in sospeso»
Altamura - venerdì 4 marzo 2011
20.51
In particolare, il collaboratore di giustizia, Laterza Vincenzo, nel corso di vari interrogatori, ha riferito delle modalità di un'aggressione effettuata da lui e da un sodale di nome Genco Biagio detto "Gino" (scomparso da Altamura e oggetto di lupara bianca da parte della stessa organizzazione di Dambrosio Bartolomeo) ai danni del giornalista, conduttore radiofonico, Alessio Di Palo, aggressione effettivamente avvenuta in data 5 luglio 2006; il Di Palo riconduceva il movente dell'aggressione alla sua azione di denuncia giornalistica con riferimento alle attività di Columella e ai suoi rapporti con i politici locali. In particolare, nel verbale d'interrogatorio redatto nell'ambito del procedimento penale 16613/06/21 del 23 maggio 2007, il collaboratore ha diffusamente parlato dei rapporti del Dambrosio e del suo affiliato Cicirelli Mimmo con personaggi influenti di Altamura e in particolare con tale Zaccaria (poi identificato in Vito Zaccaria), Nico Dambrosio, cugino di Bartolo, e Columella Dante Carlo ed affermava che Dambrosio Nico, all'epoca consigliere comunale ed assessore di Altamura, nonché cugino di Dambrosio Bartolomeo, era perfettamente a conoscenza del retroterra delinquenziale che ruotava attorno alla figura del capo indiscusso Bartolo; tale affermazione trova riscontro nelle dichiarazioni del Di Palo Alessio che ha affermato, in sede di esame testimoniale il 16 febbraio 2007, di essere stato aiutato per identificare i suoi aggressori proprio dal predetto assessore, il quale, dopo aver acquisito idonee informazioni, gli faceva vedere per strada Genco e il Laterza consentendogli di riconoscerli con certezza.
È lo stralcio che riguarda Altamura dell'Ordinanza di custodia cautelare (clicca qui e qui per leggerla) emessa dal Gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità che ha coinvolto il senatore del Pd Alberto Tedesco, ex assessore alla Sanità della Regione Puglia. Fra gli indagati a piede libero, gli altamurani Carlo Dante Columella e suo figlio Michele, l'imprenditore Francesco Petronella e il funzionario della Asl Bari Filippo Tragni. Parole che stanno facendo discutere, anche se l'assessore all'Urbanistica del Comune di Altamura Vito Zaccaria e il presidente del Consiglio comunale Nicola Dambrosio non risultano indagati nell'ambito della stessa inchiesta. La minoranza consiliare non ha fatto mancare il suo intervento sulla questione, esprimendosi più volte attraverso comunicati stampa.
Il deputato democratico Dario Ginefra, inoltre, ha depositato, questa mattina, un'interrogazione al ministro dell'Interno Roberto Maroni per chiedere come lo stesso intenda procedere rispetto all'«incresciosa situazione venutasi a creare nella città di Altamura dopo che da indiscrezioni di stampa sarebbe emerso che le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia sul delitto Dambrosio, avvenuto lo scorso 6 settembre, avrebbero fatto emergere l'esistenza di collegamenti radicati tra il clan capeggiato dal Dambrosio e "ambienti del Consiglio Comunale", soprattutto in relazione agli interessi attinenti la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti».
«Il 6 settembre 2010 – scrive Ginefra - nella città di Altamura in provincia di Bari veniva assassinato Bartolomeo Dambrosio, ritenuto a capo della ramificazione locale di uno dei clan della malavita barese; nei giorni successivi all'omicidio numerosi esponenti dell'Amministrazione comunale di Altamura hanno rilasciato ai mezzi di informazione locale diverse dichiarazioni sull'accaduto, esprimendo apprezzamenti positivi nei confronti di Dambrosio e non condannando il fatto che fosse ritenuto a capo del già citato clan malavitoso barese; tra le suddette dichiarazioni hanno spiccato quelle di Nicola Dambrosio, presidente del Consiglio comunale di Altamura nonché cugino di secondo grado del presunto boss, il quale parlava del defunto come di "Persona che con il suo comportamento cercava il riscatto sociale. Una persona buona e disponibile verso il prossimo", e quelle dell'assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Altamura, dott. Giovanni Saponaro, che definiva il boss come "Persona dotata di grande charme". Tali dichiarazioni hanno naturalmente generato diverse polemiche, comprensibile scalpore e, soprattutto, profonda incredulità nella Comunità altamurana, spingendo lo stesso sindaco, dott. Mario Stacca, a chiedere al Presidente del Consiglio comunale di rassegnare le dimissioni dal suo incarico, ritenendo la sua figura ormai compromessa. La stessa richiesta non è stata fatta nei confronti dell'Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione. Alla richiesta di dimissioni si è associato l'On. Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, a margine della riunione del Comitato per la Pubblica Sicurezza tenutasi pochi giorni dopo il delitto ad Altamura; nonostante le pressioni giunte da più parti, comunque, il Presidente del Consiglio comunale non ha ritenuto di dover rassegnare le dimissioni dal proprio incarico, spingendo il sindaco, dott. Mario Stacca, a dimettersi dalla carica di Primo Cittadino con la promessa che tali dimissioni sarebbero state revocate solo dopo le dimissioni dello stesso Presidente del Consiglio Comunale. Pur in assenza delle auspicate dimissioni del Presidente del Consiglio comunale, il Sindaco di Altamura, pochi giorni dopo, ha ritirato le proprie dimissioni lasciando inalterato il quadro politico pur fortemente scosso dagli eventi».
Con la stessa interrogazione Ginefra chiede a Maroni quali provvedimenti intenda prendere affinché venga chiarita una situazione «da troppo tempo tenuta in sospeso e che mina la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini».
È lo stralcio che riguarda Altamura dell'Ordinanza di custodia cautelare (clicca qui e qui per leggerla) emessa dal Gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità che ha coinvolto il senatore del Pd Alberto Tedesco, ex assessore alla Sanità della Regione Puglia. Fra gli indagati a piede libero, gli altamurani Carlo Dante Columella e suo figlio Michele, l'imprenditore Francesco Petronella e il funzionario della Asl Bari Filippo Tragni. Parole che stanno facendo discutere, anche se l'assessore all'Urbanistica del Comune di Altamura Vito Zaccaria e il presidente del Consiglio comunale Nicola Dambrosio non risultano indagati nell'ambito della stessa inchiesta. La minoranza consiliare non ha fatto mancare il suo intervento sulla questione, esprimendosi più volte attraverso comunicati stampa.
Il deputato democratico Dario Ginefra, inoltre, ha depositato, questa mattina, un'interrogazione al ministro dell'Interno Roberto Maroni per chiedere come lo stesso intenda procedere rispetto all'«incresciosa situazione venutasi a creare nella città di Altamura dopo che da indiscrezioni di stampa sarebbe emerso che le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia sul delitto Dambrosio, avvenuto lo scorso 6 settembre, avrebbero fatto emergere l'esistenza di collegamenti radicati tra il clan capeggiato dal Dambrosio e "ambienti del Consiglio Comunale", soprattutto in relazione agli interessi attinenti la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti».
«Il 6 settembre 2010 – scrive Ginefra - nella città di Altamura in provincia di Bari veniva assassinato Bartolomeo Dambrosio, ritenuto a capo della ramificazione locale di uno dei clan della malavita barese; nei giorni successivi all'omicidio numerosi esponenti dell'Amministrazione comunale di Altamura hanno rilasciato ai mezzi di informazione locale diverse dichiarazioni sull'accaduto, esprimendo apprezzamenti positivi nei confronti di Dambrosio e non condannando il fatto che fosse ritenuto a capo del già citato clan malavitoso barese; tra le suddette dichiarazioni hanno spiccato quelle di Nicola Dambrosio, presidente del Consiglio comunale di Altamura nonché cugino di secondo grado del presunto boss, il quale parlava del defunto come di "Persona che con il suo comportamento cercava il riscatto sociale. Una persona buona e disponibile verso il prossimo", e quelle dell'assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Altamura, dott. Giovanni Saponaro, che definiva il boss come "Persona dotata di grande charme". Tali dichiarazioni hanno naturalmente generato diverse polemiche, comprensibile scalpore e, soprattutto, profonda incredulità nella Comunità altamurana, spingendo lo stesso sindaco, dott. Mario Stacca, a chiedere al Presidente del Consiglio comunale di rassegnare le dimissioni dal suo incarico, ritenendo la sua figura ormai compromessa. La stessa richiesta non è stata fatta nei confronti dell'Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione. Alla richiesta di dimissioni si è associato l'On. Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, a margine della riunione del Comitato per la Pubblica Sicurezza tenutasi pochi giorni dopo il delitto ad Altamura; nonostante le pressioni giunte da più parti, comunque, il Presidente del Consiglio comunale non ha ritenuto di dover rassegnare le dimissioni dal proprio incarico, spingendo il sindaco, dott. Mario Stacca, a dimettersi dalla carica di Primo Cittadino con la promessa che tali dimissioni sarebbero state revocate solo dopo le dimissioni dello stesso Presidente del Consiglio Comunale. Pur in assenza delle auspicate dimissioni del Presidente del Consiglio comunale, il Sindaco di Altamura, pochi giorni dopo, ha ritirato le proprie dimissioni lasciando inalterato il quadro politico pur fortemente scosso dagli eventi».
Con la stessa interrogazione Ginefra chiede a Maroni quali provvedimenti intenda prendere affinché venga chiarita una situazione «da troppo tempo tenuta in sospeso e che mina la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini».