Forze dell'Ordine
Cerimonia di inaugurazione e intitolazione della Caserma dei Carabinieri di Gravina
Il grazie di Giuseppe Massari anche alla Comando dei Carabinieri di Altamura
Murgia - giovedì 15 aprile 2010
17.12
Oggi e domani sono giorni importanti per la città di Gravina in Puglia perché si terrà l'inaugurazione e intitolazione della Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri alla "Medaglia d'Argento al Valore Militare" Antonio Bonavita. Nella giornata del 15 aprile è in programma la sfilata della Fanfara del 10° Battaglione Carabinieri di Campania che, partendo dalla sede del Comando Stazione Carabinieri in Corso Aldo Moro, sfilerà per le vie del centro, secondo il giro canonico, per giungere alla Basilica Cattedrale dove alle ore 20.30 darà inizio a un concerto. La serata, che sarà affidata alla presentazione del regista teatrale Michele Mindicini, prevede l'interpretazione di famosi e altrettanto amati brani: S. Cecilia, marcia di Maurizio Cancelli; Nabucco, sinfonia di Giuseppe Verdi; Italiana in Algeri, sinfonia di Gioacchino Rossini; Il Barbiere di Siviglia, sinfonia di Gioacchino Rossini; Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni; Adagio K622 di Mozart; Gabriel's Oboe di Ennio Morricone; Cavalleria leggera, ouverture di Franz von Suppe; La fedelissima, marcia d'ordinanza dell'Arma dei Carabinieri di L. Cirenei e per finire l'Inno Nazionale Italiano di Mameli.
La mattina del 16, invece, alle ore 11.00 si terrà la cerimonia di inaugurazione e intitolazione con lo schieramento delle parti dell'arma dinanzi al Comando. Parteciperanno all'importante evento le autorità politiche e religiose, un reparto in armi per la resa degli onori, una rappresentanza dell'Associazione Nazionale dei Carabinieri con Labaro. Inoltre presenzieranno alla manifestazione personalità politico/istituzionali tra le quali, l'On. Alfredo Mantovano, Sottosegretario all'Interno, il Vice Prefetto Vicario, Dott.ssa Antonia Bellomo, in rappresentanza del Prefetto impegnato fuori sede, il Comandante del Comando Interregionale "Ogaden", Generale di Corpo D'Armata Maurizio Scoppa, il Comandante della Legione Carabinieri Puglia, Gen. B. Aldo Visone e il Comandante Provinciale di Bari, Col. Antonio Bacile. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.
A seguire, un pensiero di Giuseppe Massari, autore del libro "Gravina: Antonio Bonavita il carabiniere dimenticato".
<< Sento il dovere, nell'imminente occasione della intitolazione della nuova sede della Stazione Carabinieri di Gravina in Puglia, di rivolgere un doveroso ringraziamento a tutta l'Arma. Dal Comando Generale a quello Interregionale, Regionale, Provinciale, alla Compagnia di Altamura, al Comando di Gravina, per aver accettato la modestissima proposta, avanzata nel corso della mia pubblicazione, del ricordo a vita nei confronti di Antonio Bonavita, il carabiniere frettolosamente dimenticato da chi aveva interesse a nascondere la storia vergognosa di questa città. Un doveroso ringraziamento sento di dover voglio esprimere, in modo particolare, all'ex comandante della Compagnia di Altamura, il capitano Edoardo Campora, che molto ha fatto e molto si è attivato per giungere a questa nobile e felice conclusione. Era, doveva e deve essere un atto riparatore nei confronti di una persona sfregiata personalmente e moralmente. Finalmente, questo giorno è arrivato. Sarà il giorno in cui si metteranno a posto i tasselli di una storia distorta. Sarà il giorno in cui sarà ripristinata la legalità dei diritti e dei doveri, senza togliere nulla a nessuno. Sarà il giorno in cui sarà riequilibrata la storia e la cultura di questa città, profondamente lacerate da un tessuto imbevuto di odio politico e partigiano. Dopo oltre sessant'anni, Gravina potrà dire di aver vissuto una pagina luminosa del suo cammino; di cui essere fiera e orgogliosa, nel momento in cui, tramite il mio scritto, si riconcilia con il suo nefasto passato. Si riconcilia con i familiari di Antonio Bonavita, giustamente invitati dai vertici della Benemerita e presenti alla solenne cerimonia inaugurale giungendo, appositamente, dalla loro nobile e generosa terra d'origine, la Calabria.
Dopo aver cercato tra le carte, per togliere dalla polvere dell'oblio la figura e la memoria di un uomo che assaporò il triste destino di diventare un tutt'uno con la polvere della strada e avergli reso il giusto ricordo e riconoscimento, arriva, ora, la gratificazione, la giusta ricompensa, quasi poetica dell'uomo che dalla polvere passa agli altari. La cerimonia deve essere una festa di una intera comunità che si deve stringere attorno ad una nobile Istituzione, sempre a fianco del cittadino; di una Istituzione, che come recita il suo motto: Nei Secoli fedele"; così come lo fu il Bonavita, fino allo spargimento cruento del suo sangue innocente. Bonavita diventi monito e insegnamento per le nostre e le future generazioni. Diventi faro luminoso di servizio e abnegazione. Diventi esempio di umile e silenzioso eroismo; di generoso altruismo, perché la sua vita fu stroncata solo per aver difeso generosamente e con spirito di abnegazione il suo diretto superiore. La sua giovane vita fu stroncata in modo violento e inaspettato, ma fu coraggiosa fino all'ultimo istante, combattendo, con le sue esili forze, e con quella fede che non l'abbandonò fino al punto da perdonare i suoi carnefici. Una testimonianza di servitore autentico dello Stato, di uomo forte, tempratosi nella sua Calabria, alle radici di quella gente umile che furono i suoi genitori e i suoi fratelli e sorelle. La sua morte fu come sradicare dalla terra una giovane pianta. Oggi, quella pianta torna a rivivere, per diventare rigogliosa di amore, di civiltà, di speranza e di fiducia in un mondo senza né più guerre, né più conflitti sanguinosi; né più massacri di popoli e senza né più odii grondanti di sangue >>.
La mattina del 16, invece, alle ore 11.00 si terrà la cerimonia di inaugurazione e intitolazione con lo schieramento delle parti dell'arma dinanzi al Comando. Parteciperanno all'importante evento le autorità politiche e religiose, un reparto in armi per la resa degli onori, una rappresentanza dell'Associazione Nazionale dei Carabinieri con Labaro. Inoltre presenzieranno alla manifestazione personalità politico/istituzionali tra le quali, l'On. Alfredo Mantovano, Sottosegretario all'Interno, il Vice Prefetto Vicario, Dott.ssa Antonia Bellomo, in rappresentanza del Prefetto impegnato fuori sede, il Comandante del Comando Interregionale "Ogaden", Generale di Corpo D'Armata Maurizio Scoppa, il Comandante della Legione Carabinieri Puglia, Gen. B. Aldo Visone e il Comandante Provinciale di Bari, Col. Antonio Bacile. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.
A seguire, un pensiero di Giuseppe Massari, autore del libro "Gravina: Antonio Bonavita il carabiniere dimenticato".
<< Sento il dovere, nell'imminente occasione della intitolazione della nuova sede della Stazione Carabinieri di Gravina in Puglia, di rivolgere un doveroso ringraziamento a tutta l'Arma. Dal Comando Generale a quello Interregionale, Regionale, Provinciale, alla Compagnia di Altamura, al Comando di Gravina, per aver accettato la modestissima proposta, avanzata nel corso della mia pubblicazione, del ricordo a vita nei confronti di Antonio Bonavita, il carabiniere frettolosamente dimenticato da chi aveva interesse a nascondere la storia vergognosa di questa città. Un doveroso ringraziamento sento di dover voglio esprimere, in modo particolare, all'ex comandante della Compagnia di Altamura, il capitano Edoardo Campora, che molto ha fatto e molto si è attivato per giungere a questa nobile e felice conclusione. Era, doveva e deve essere un atto riparatore nei confronti di una persona sfregiata personalmente e moralmente. Finalmente, questo giorno è arrivato. Sarà il giorno in cui si metteranno a posto i tasselli di una storia distorta. Sarà il giorno in cui sarà ripristinata la legalità dei diritti e dei doveri, senza togliere nulla a nessuno. Sarà il giorno in cui sarà riequilibrata la storia e la cultura di questa città, profondamente lacerate da un tessuto imbevuto di odio politico e partigiano. Dopo oltre sessant'anni, Gravina potrà dire di aver vissuto una pagina luminosa del suo cammino; di cui essere fiera e orgogliosa, nel momento in cui, tramite il mio scritto, si riconcilia con il suo nefasto passato. Si riconcilia con i familiari di Antonio Bonavita, giustamente invitati dai vertici della Benemerita e presenti alla solenne cerimonia inaugurale giungendo, appositamente, dalla loro nobile e generosa terra d'origine, la Calabria.
Dopo aver cercato tra le carte, per togliere dalla polvere dell'oblio la figura e la memoria di un uomo che assaporò il triste destino di diventare un tutt'uno con la polvere della strada e avergli reso il giusto ricordo e riconoscimento, arriva, ora, la gratificazione, la giusta ricompensa, quasi poetica dell'uomo che dalla polvere passa agli altari. La cerimonia deve essere una festa di una intera comunità che si deve stringere attorno ad una nobile Istituzione, sempre a fianco del cittadino; di una Istituzione, che come recita il suo motto: Nei Secoli fedele"; così come lo fu il Bonavita, fino allo spargimento cruento del suo sangue innocente. Bonavita diventi monito e insegnamento per le nostre e le future generazioni. Diventi faro luminoso di servizio e abnegazione. Diventi esempio di umile e silenzioso eroismo; di generoso altruismo, perché la sua vita fu stroncata solo per aver difeso generosamente e con spirito di abnegazione il suo diretto superiore. La sua giovane vita fu stroncata in modo violento e inaspettato, ma fu coraggiosa fino all'ultimo istante, combattendo, con le sue esili forze, e con quella fede che non l'abbandonò fino al punto da perdonare i suoi carnefici. Una testimonianza di servitore autentico dello Stato, di uomo forte, tempratosi nella sua Calabria, alle radici di quella gente umile che furono i suoi genitori e i suoi fratelli e sorelle. La sua morte fu come sradicare dalla terra una giovane pianta. Oggi, quella pianta torna a rivivere, per diventare rigogliosa di amore, di civiltà, di speranza e di fiducia in un mondo senza né più guerre, né più conflitti sanguinosi; né più massacri di popoli e senza né più odii grondanti di sangue >>.