Editoriale
Il progresso
Velocità contro profondità di analisi. I nuovi mezzi di informazione e gli effetti riversati
Altamura - lunedì 10 gennaio 2011
In un quadro di Klee intitolato Angelus Novus è raffigurato un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta e le ali distese. Walter Benjamin, saggista (1892-1940) immagina l'angelo della storia con le stesse sembianze. Ci domandiamo se l'angelo della storia abbia questo aspetto quando guarda Altamura. Con il viso rivolto al passato, guarda ciò che è stato nella nostra città e dove ci appare una catena di eventi, egli forse vede una catastrofe e quella tempesta che gli vieta il dispiegarsi delle ali, proiettandolo verso il futuro, potrebbe essere "il progresso".
Un termine che ci riporta alla mente grandi nomi come Galilei, Pascal, Bacone, Newton catapultandoci in una dimensione dai marcati tratti scientifici e matematici. Ma può il progresso essere racchiuso esclusivamente in una definizione che ravvisa una conoscenza empirica controllabile? Certo Voltaire e l'illuminismo tutto ne segnano le prime tracce di un percorso ben più complesso e che abbraccia anche l'evoluzione dello spirito umano, affermando una concezione laica della storia e l'idea di un progresso dell'umanità verso la civiltà imperniata sul potere della ragione.
Un lungo excursus ci porterebbe allo storico interrogativo: l'avanzamento delle scienze e della tecnica corrisponde ad un miglioramento dei valori culturali e spirituali dell'uomo? Oggi si parla di sopravvivenza alla alterazione tecnologica della mente umana con uno attento sguardo ai digital natives, quelli nati nella società dell'informazione. Ci si domanda se lo sviluppo delle capacità collegate all'uso della tecnologia vada a discapito di quelle sociali, se la reperibilità immediata di informazioni attraverso i nuovi mezzi deteriori la costruzione di complessi percorsi di analisi e comprensione. Velocità, dunque, contro profondità di analisi.
Scrivendo su un portale di informazione sul territorio, noi avvertiamo il peso di tale responsabilità, e registrando dati del sicuro successo ottenuto in un anno di attività, non possiamo far altro che invitare i nostri utenti ad una lettura approfondita, che spinga a porre un freno all'ansia quotidiana che ci assorbe e per certi versi ci annienta, perché si possa riacquistare il livello di profondità necessaria ad una vera comprensione di quanto si è scritto. Fermiamoci tutti allo stop imposto dal pensiero, ne trarremmo un indiscutibile vantaggio.
Un termine che ci riporta alla mente grandi nomi come Galilei, Pascal, Bacone, Newton catapultandoci in una dimensione dai marcati tratti scientifici e matematici. Ma può il progresso essere racchiuso esclusivamente in una definizione che ravvisa una conoscenza empirica controllabile? Certo Voltaire e l'illuminismo tutto ne segnano le prime tracce di un percorso ben più complesso e che abbraccia anche l'evoluzione dello spirito umano, affermando una concezione laica della storia e l'idea di un progresso dell'umanità verso la civiltà imperniata sul potere della ragione.
Un lungo excursus ci porterebbe allo storico interrogativo: l'avanzamento delle scienze e della tecnica corrisponde ad un miglioramento dei valori culturali e spirituali dell'uomo? Oggi si parla di sopravvivenza alla alterazione tecnologica della mente umana con uno attento sguardo ai digital natives, quelli nati nella società dell'informazione. Ci si domanda se lo sviluppo delle capacità collegate all'uso della tecnologia vada a discapito di quelle sociali, se la reperibilità immediata di informazioni attraverso i nuovi mezzi deteriori la costruzione di complessi percorsi di analisi e comprensione. Velocità, dunque, contro profondità di analisi.
Scrivendo su un portale di informazione sul territorio, noi avvertiamo il peso di tale responsabilità, e registrando dati del sicuro successo ottenuto in un anno di attività, non possiamo far altro che invitare i nostri utenti ad una lettura approfondita, che spinga a porre un freno all'ansia quotidiana che ci assorbe e per certi versi ci annienta, perché si possa riacquistare il livello di profondità necessaria ad una vera comprensione di quanto si è scritto. Fermiamoci tutti allo stop imposto dal pensiero, ne trarremmo un indiscutibile vantaggio.