Scuola e Lavoro
Il dirigente scolastico Tommaso Cardano scrive ai politici altamurani
A poche ore dal primo Consiglio comunale, richiesta maggiore attenzione verso i più piccoli. La "città dei ragazzi" è un'utopia?
Altamura - lunedì 7 giugno 2010
11.04
A poche ore dall'inizio del primo Consiglio Comunale, il dirigente scolastico della scuola elementare "S. Francesco D'Assisi", Tommaso Cardano, scrive una lettera ai politici altamurani. Nel fare gli auguri ai consiglieri più giovani e a quelli che ormai da tempo si occupano della politica e del governo del nostro paese, li esorta a dedicare attenzione anche ai bambini e ai ragazzi, non dimenticando che un tempo anche loro lo sono stati.
«Non dimenticate troppo presto il vostro passato personale», si legge, «il vostro bisogno di essere accuditi dagli adulti nella città dei grandi. Non dimenticate le difficoltà dei ragazzi che oggi non "contano" e non possono farsi sentire dai governanti di turno. Fate attenzione alle esigenze dei piccoli, date attenzione a chi non ha voce e potere. In tempi passati altre persone Grandi e Sante hanno parlato di loro. Non dimenticateli».
Nel rinnovare ancora i suoi auguri, a conclusione della lettera, riporta un promemoria redatto da Francesco Toniucci 15 anni fa, dove è stato realizzato uno spazio dedicato al progetto "La città dei bambini", in cui il ricercatore sottolinea che questo «non è un progetto per i bambini, ma per la città».
Il progetto "La città dei bambini" propone ai sindaci di modificare la filosofia di gestione delle città, assumendo il bambino come parametro. Non si tratta di realizzare iniziative, opportunità, strutture nuove per i bambini, di difendere i diritti di una componente sociale debole né di migliorare i servizi per l'infanzia. Si propone, invece, di abbassare l'ottica dell'Amministrazione fino all'altezza del bambino, per non perdere nessuno dei cittadini, di accettare la diversità che il bambino porta con sé a garanzia di tutte le diversità. Si ritiene che, se la città sarà più adatta ai bambini, sarà più adatta per tutti.
«Mi si contesta spesso che questa è una utopia, una follia, sono d'accordo», scrive Francesco Toniucci, «ma è molto più utopico e folle procedere nel cammino senza futuro che le nostre città hanno imboccato. Quella della città dei bambini è una utopia concreta, una utopia sostenibile. Un progetto difficile da realizzare come tutte le utopie».
«Non dimenticate troppo presto il vostro passato personale», si legge, «il vostro bisogno di essere accuditi dagli adulti nella città dei grandi. Non dimenticate le difficoltà dei ragazzi che oggi non "contano" e non possono farsi sentire dai governanti di turno. Fate attenzione alle esigenze dei piccoli, date attenzione a chi non ha voce e potere. In tempi passati altre persone Grandi e Sante hanno parlato di loro. Non dimenticateli».
Nel rinnovare ancora i suoi auguri, a conclusione della lettera, riporta un promemoria redatto da Francesco Toniucci 15 anni fa, dove è stato realizzato uno spazio dedicato al progetto "La città dei bambini", in cui il ricercatore sottolinea che questo «non è un progetto per i bambini, ma per la città».
Il progetto "La città dei bambini" propone ai sindaci di modificare la filosofia di gestione delle città, assumendo il bambino come parametro. Non si tratta di realizzare iniziative, opportunità, strutture nuove per i bambini, di difendere i diritti di una componente sociale debole né di migliorare i servizi per l'infanzia. Si propone, invece, di abbassare l'ottica dell'Amministrazione fino all'altezza del bambino, per non perdere nessuno dei cittadini, di accettare la diversità che il bambino porta con sé a garanzia di tutte le diversità. Si ritiene che, se la città sarà più adatta ai bambini, sarà più adatta per tutti.
«Mi si contesta spesso che questa è una utopia, una follia, sono d'accordo», scrive Francesco Toniucci, «ma è molto più utopico e folle procedere nel cammino senza futuro che le nostre città hanno imboccato. Quella della città dei bambini è una utopia concreta, una utopia sostenibile. Un progetto difficile da realizzare come tutte le utopie».