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«Il Comune mi sfratta, io m'incateno», notizia in costante aggiornamento
La protesta di un cittadino sotto il Palazzo di Città. Il Sindaco: «Non ha accettato le nostre proposte»
Altamura - giovedì 3 novembre 2011
13.40
Si è incatenato sulla rampa delle scale del Palazzo di Città. Un gesto simbolico per protestare contro uno sfratto definito «ingiusto». Riccardo Mugnolo, 34 anni di Altamura, stamattina ha cercato di attirare così l'attenzione degli Amministratori comunali. «Stavo in un immobile comunale con la mia famiglia, ho ricevuto un'ordinanza di sgombero», spiega l'uomo. «Attualmente ci siamo sistemati da parenti, ci hanno detto che la casa era inagibile ed ho speso anche dei soldi. Mi hanno messo in mezzo alla strada con tre minori, ammalati, con certificati medici in cui si dichiara che i miei figli non possono muoversi. Per mandarci via sono intervenute anche le Forze dell'Ordine. Sono disoccupato e al Comune lo sanno. Sto facendo lo sciopero della fame e, se necessario, farò anche quello della sete. Hanno detto che avrebbero provveduto a darmi un altro alloggio, ma sono già passati dieci giorni e non sappiamo dove andare».
Il Comune di Altamura è proprietario dell'immobile in cui alloggiava Riccardo Mugnolo insieme alla moglie e a tre figlie, di dodici, otto e tre anni. L'appartamento si trova nel Centro storico, in corso Federico II di Svevia 10.
L'ordinanza dirigenziale di sgombero è datata 10 ottobre 2011. Nel documento si specifica che «il nucleo familiare non è mai stato autorizzato dal Comune all'occupazione dell'immobile, come riferito dallo stesso sig. Mugnolo Riccardo nel verbale del 6 ottobre 2011».
Nell'ordinanza del dirigente del VI Settore Biagio Maiullari si specifica che «l'immobile risulta allo stato inagibile all'utilizzo, in quanto, pur non presentando problematiche statiche evidenti, versa in pessime condizioni igienico-sanitarie ed è privo di servizi primari (impianto idrico-fognario, impianto elettrico ecc…)». Condizioni accertate mediante un sopralluogo effettuato dai tecnici comunali agli inizi di ottobre. Nel documento, inoltre, si avverte «che in mancanza di adempimento si procederà allo sgombero coattivo dell'immobile con l'ausilio della Forza Pubblica». Come è avvenuto.
Il 20 ottobre scorso è stata emessa un'ulteriore ordinanza di sgombero immediato «a tutela dell'incolumità pubblica e della sicurezza urbana» disposta dal sindaco Mario Stacca e firmata dal vicesindaco Giacchino Centonze. Nel documento si segnala la presenza «di importanti lesioni a carico delle murature portanti del fabbricato». Una situazione di «degrado statico delle strutture murarie portanti» emersa durante i lavori di rimozione dell'intonaco del vano scala per l'avvio delle operazioni di restauro. Si segnala, inoltre, lo «stato di precarietà delle strutture portanti del sistema di copertura dell'immobile». Questa volta, nell'ordinanza, si intima anche la denuncia all'Autorità Giudiziaria competente in mancanza di adempimento.
Riccardo Mugnolo, in questo momento, è a colloquio con il sindaco Mario Stacca.
Aggiornamento delle ore 14.06
Si è appena concluso il colloquio, tenutosi sulle scale del Palazzo di Città, fra il sindaco Mario Stacca e Riccardo Mugnolo. Presenti l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Altamura Raffaella Petronelli e le Forze dell'Ordine.
«Il cittadino sta protestando perchè richiede un'abitazione al Comune», spiega Stacca. «Ed il Comune non ha il compitò di assegnare case, né di assegnarle a chiunque. Non possiamo assolutamente valutare in maniera positiva questa richiesta, anche perchè ci sono state tutte le condizioni affinché il cittadino fosse soccorso. Si è proposto alla moglie e ai figli di andare ad alloggiare presso la struttura Casa San Lorenzo, a lui presso un'altra struttura convenzionata. Ha rinunciato. Non abbiamo abbandonato il cittadino. Sono state proposte delle alternative valide, che possono essere sufficienti ad esaurire le necessità impellenti. Gli avevamo addirittura detto che ci saremmo impegnati nella ricognizione e verifica di un alloggio disponibile, sempre se in lista per le case popolari. Tutto quello che è di nostra competenza lo abbiamo proposto, ma non lo accetta».
Il Sindaco parla di «occupazione abusiva». E conclude: «Noi non possiamo permettere che succedano queste cose, anche perchè il locale è adibito ad archivio comunale. È come se garantissi a chiunque il soggiorno negli Uffici comunali. Gli organi competenti decideranno in merito all'eventuale allontanamento della famiglia dall'edificio. L'ultimo sussidio di 1000 euro gli è stato dato tre giorni fa, come da Regolamento. Più di questo l'Amministrazione non può fare».
Aggiornamento delle ore 18.38
Riccardo Mugnolo è ancora incatenato alla scalinata del Comune. Ha intenzione di trascorrere la notte al Palazzo di Città. «Lo farò per trenta giorni se non mi danno una casa», annuncia. «A me e alla mia famiglia bastano due stanze e un bagno». È seduto sulle scale. Solo. Con il viso rivolto a terra. Accanto a lui una busta di plastica con delle bevande e due bottigliette di acqua vuote. La moglie è andato a trovarlo per portargli da bere. Ha gli occhi lucidi e stanchi. «Non mangio nulla da stamattina e domani comincerò anche lo sciopero della sete». Spiega che nel locale comunale si era stabilito da un mese. Prima non aveva una dimora fissa. Si spostava con moglie e figlie di casa in casa, grazie all'accoglienza dei parenti. Continua a ripetere «ho speso dei soldi per quell'edificio nel centro storico». E dice di aver ristrutturato parte dell'immobile. «I 1000 euro che mi ha dato il Comune? Ho dovuto restituirli a chi me li aveva prestati per i lavori di ristrutturazione. Ma devo ancora restituirne altri». All'esterno del Palazzo di Città, la Polizia municipale.
Aggiornamento delle ore 20.56
Riccardo Mugnolo, alle ore 19.30 circa, ha lasciato suo malgrado il Palazzo di Città per l'intervento delle Forze dell'Ordine.
Il Comune di Altamura è proprietario dell'immobile in cui alloggiava Riccardo Mugnolo insieme alla moglie e a tre figlie, di dodici, otto e tre anni. L'appartamento si trova nel Centro storico, in corso Federico II di Svevia 10.
L'ordinanza dirigenziale di sgombero è datata 10 ottobre 2011. Nel documento si specifica che «il nucleo familiare non è mai stato autorizzato dal Comune all'occupazione dell'immobile, come riferito dallo stesso sig. Mugnolo Riccardo nel verbale del 6 ottobre 2011».
Nell'ordinanza del dirigente del VI Settore Biagio Maiullari si specifica che «l'immobile risulta allo stato inagibile all'utilizzo, in quanto, pur non presentando problematiche statiche evidenti, versa in pessime condizioni igienico-sanitarie ed è privo di servizi primari (impianto idrico-fognario, impianto elettrico ecc…)». Condizioni accertate mediante un sopralluogo effettuato dai tecnici comunali agli inizi di ottobre. Nel documento, inoltre, si avverte «che in mancanza di adempimento si procederà allo sgombero coattivo dell'immobile con l'ausilio della Forza Pubblica». Come è avvenuto.
Il 20 ottobre scorso è stata emessa un'ulteriore ordinanza di sgombero immediato «a tutela dell'incolumità pubblica e della sicurezza urbana» disposta dal sindaco Mario Stacca e firmata dal vicesindaco Giacchino Centonze. Nel documento si segnala la presenza «di importanti lesioni a carico delle murature portanti del fabbricato». Una situazione di «degrado statico delle strutture murarie portanti» emersa durante i lavori di rimozione dell'intonaco del vano scala per l'avvio delle operazioni di restauro. Si segnala, inoltre, lo «stato di precarietà delle strutture portanti del sistema di copertura dell'immobile». Questa volta, nell'ordinanza, si intima anche la denuncia all'Autorità Giudiziaria competente in mancanza di adempimento.
Riccardo Mugnolo, in questo momento, è a colloquio con il sindaco Mario Stacca.
Aggiornamento delle ore 14.06
Si è appena concluso il colloquio, tenutosi sulle scale del Palazzo di Città, fra il sindaco Mario Stacca e Riccardo Mugnolo. Presenti l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Altamura Raffaella Petronelli e le Forze dell'Ordine.
«Il cittadino sta protestando perchè richiede un'abitazione al Comune», spiega Stacca. «Ed il Comune non ha il compitò di assegnare case, né di assegnarle a chiunque. Non possiamo assolutamente valutare in maniera positiva questa richiesta, anche perchè ci sono state tutte le condizioni affinché il cittadino fosse soccorso. Si è proposto alla moglie e ai figli di andare ad alloggiare presso la struttura Casa San Lorenzo, a lui presso un'altra struttura convenzionata. Ha rinunciato. Non abbiamo abbandonato il cittadino. Sono state proposte delle alternative valide, che possono essere sufficienti ad esaurire le necessità impellenti. Gli avevamo addirittura detto che ci saremmo impegnati nella ricognizione e verifica di un alloggio disponibile, sempre se in lista per le case popolari. Tutto quello che è di nostra competenza lo abbiamo proposto, ma non lo accetta».
Il Sindaco parla di «occupazione abusiva». E conclude: «Noi non possiamo permettere che succedano queste cose, anche perchè il locale è adibito ad archivio comunale. È come se garantissi a chiunque il soggiorno negli Uffici comunali. Gli organi competenti decideranno in merito all'eventuale allontanamento della famiglia dall'edificio. L'ultimo sussidio di 1000 euro gli è stato dato tre giorni fa, come da Regolamento. Più di questo l'Amministrazione non può fare».
Aggiornamento delle ore 18.38
Riccardo Mugnolo è ancora incatenato alla scalinata del Comune. Ha intenzione di trascorrere la notte al Palazzo di Città. «Lo farò per trenta giorni se non mi danno una casa», annuncia. «A me e alla mia famiglia bastano due stanze e un bagno». È seduto sulle scale. Solo. Con il viso rivolto a terra. Accanto a lui una busta di plastica con delle bevande e due bottigliette di acqua vuote. La moglie è andato a trovarlo per portargli da bere. Ha gli occhi lucidi e stanchi. «Non mangio nulla da stamattina e domani comincerò anche lo sciopero della sete». Spiega che nel locale comunale si era stabilito da un mese. Prima non aveva una dimora fissa. Si spostava con moglie e figlie di casa in casa, grazie all'accoglienza dei parenti. Continua a ripetere «ho speso dei soldi per quell'edificio nel centro storico». E dice di aver ristrutturato parte dell'immobile. «I 1000 euro che mi ha dato il Comune? Ho dovuto restituirli a chi me li aveva prestati per i lavori di ristrutturazione. Ma devo ancora restituirne altri». All'esterno del Palazzo di Città, la Polizia municipale.
Aggiornamento delle ore 20.56
Riccardo Mugnolo, alle ore 19.30 circa, ha lasciato suo malgrado il Palazzo di Città per l'intervento delle Forze dell'Ordine.