La città
Il carnevale di Passarid, una storia da 40 anni
"U stazz" è il tema scelto per il 2012. Le immagini
Altamura - mercoledì 22 febbraio 2012
10.36
C'è una storia ad Altamura che da 40 anni allieta i cittadini. Si ripete ogni anno a Carnevale, il giorno del martedì grasso, ed è legata ad un nome curioso dato all'inventore, "Passaridd".
Vito Petronella, detto "passaridd", falegname di professione, dagli anni 70 espone davanti all'ingresso del suo laboratorio di ebanisteria, statuette in legno, stracci, segatura, cartapesta. Non sono mai casuali. Ogni anno offrono una lettura in chiave folkloristica di quello che l'Italia vive.
E se l'anno scorso il tema era "U scuerz" (l'avarizia), quest'anno il marciapiede di via Cassano ha lanciato il grido d'allarme de "U stazz". È il setaccio, il retino filtrante attraverso il quale, per mano del premier Mario Monti, tutti gli italiani sono chiamati a passare. Vedere la sua opera è come leggere una vignetta dal sapore ironico con indiscussa risonanza estetica. Il lettering è in lingua dialettale per riportare alla mente le nostre origini assieme ad un istintivo sorriso.
Vito è un "mestedassce", ossia maestro d'ascia, ma è anche maestro nel saper far ridere chi va a trovarlo e vuol condividere in allegria la giornata del carnevale. Ad accompagnare la "scenetta" (così definita da lui), tanta musica, ma anche un pranzo all'interno della bottega. Una lunga tavolata con prodotti locali, dal vino al pane, per brindare alla vita, alla gioia e ai tempi di oggi.
Vito Petronella, detto "passaridd", falegname di professione, dagli anni 70 espone davanti all'ingresso del suo laboratorio di ebanisteria, statuette in legno, stracci, segatura, cartapesta. Non sono mai casuali. Ogni anno offrono una lettura in chiave folkloristica di quello che l'Italia vive.
E se l'anno scorso il tema era "U scuerz" (l'avarizia), quest'anno il marciapiede di via Cassano ha lanciato il grido d'allarme de "U stazz". È il setaccio, il retino filtrante attraverso il quale, per mano del premier Mario Monti, tutti gli italiani sono chiamati a passare. Vedere la sua opera è come leggere una vignetta dal sapore ironico con indiscussa risonanza estetica. Il lettering è in lingua dialettale per riportare alla mente le nostre origini assieme ad un istintivo sorriso.
Vito è un "mestedassce", ossia maestro d'ascia, ma è anche maestro nel saper far ridere chi va a trovarlo e vuol condividere in allegria la giornata del carnevale. Ad accompagnare la "scenetta" (così definita da lui), tanta musica, ma anche un pranzo all'interno della bottega. Una lunga tavolata con prodotti locali, dal vino al pane, per brindare alla vita, alla gioia e ai tempi di oggi.