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Giornata internazionale contro l’omofobia

Dalla Garante per i diritti dei minori la promessa di una nuova legge

Ricorre oggi la Giornata internazionale contro l'Omofobia.

Dalla Garante regionale dei diritti del Minore rinnova l'impegno e la responsabilità del suo Ufficio nei confronti di un fenomeno che colpisce particolarmente gli adolescenti. Ragazzi e ragazze che ancora troppo spesso si trovano a vivere da clandestini il loro orientamento sessuale, o peggio sono vittime di una delle forme più diffuse di bullismo nei gruppi di coetanei. Il loro pieno sviluppo affettivo e relazionale rischia così di essere condizionato in modo insidioso da vergogna e paura.
L'Ufficio sostiene, come partner istituzionale, i Programmi antiviolenza approvati e finanziati nell'ambito del Piano operativo regionale, in attuazione della legge regionale n. 29 del 2014.
Si tratta di percorsi che, grazie ad una visione ampia e lungimirante, vedono impegnati i Centri antiviolenza nella realizzazione di attività di prevenzione e contrasto di discriminazioni e violenze fondate sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale, anche in contesti scolastici.

Nell'ottica della valorizzazione delle esperienze in corso, e dell'integrazione delle politiche di lotta alle discriminazioni, la Garante auspica che venga presto avviato il percorso per la legge regionale sull'Omofobia e sul Bullismo Omofobico già prevista nel programma del nostro Governo regionale.

Dello stesso tono anche l'appello del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del Giornata internazionale contro l'omofobia, istituita dall'Unione che intende sottolineare l'importanza della salvaguardia della dignità umana, come previsto dall'art. 3, comma 1, della Costituzione italiana: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" e dall'art. 2 e 7 della Dichiarazione universale dei Diritti umani. Inoltre, il Santo Padre nel suo recente libro intervista intitolato "Il nome di Dio è Misericordia" afferma: "Avevo detto in quella occasione: se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Avevo parafrasato a memoria – racconta il Papa a Tornielli – il Catechismo della Chiesa cattolica, dove si spiega che queste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare. Innanzitutto mi piace che si parli di 'persone omosessuali': prima c'è la persona, nella sua interezza e dignità. E la persona non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore."
Insegnare il rispetto dell'altro è fondamentale per costruire una società più equa e civile e prevenire gli atti di bullismo e cyberbullismo, espressione di ignoranza e intolleranza inammissibili che possono condurre anche alla morte le vittime inermi bersagliate senza possibilità di difesa. La scuola deve, in quanto comunità educativa, costituire un luogo di confronto, ascolto, mediazione, crescita, dibattito, ma soprattutto valorizzazione delle individualità, con la finalità di contrastare ogni forma di aggressione nei confronti della persona.

Il MIUR ha avviato da tempo azioni volte all'eliminazione di ogni forma di discriminazione; ribadendo come principio imprescindibile dell'azione didattica l'inclusività.
Ogni istituto scolastico deve proporsi come compito prioritario quello di abbattere ogni forma di pregiudizio o stereotipo che possa creare condizioni di disagio e disarmonia sociale negli studenti, futuri cittadini, mediante il dialogo e l'educazione ai Diritti umani.
  • Bullismo
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