Eventi e cultura
Franco Cassano e la questione meridionale
Presentato ieri sera il suo libro “Tre modi di vedere il Sud”
Altamura - mercoledì 17 marzo 2010
Meditazioni mediterranee. «La meditazione implica una pausa. Abbiamo bisogno di prenderci tempo per riflettere. Il Mediterraneo non è solo un orizzonte fisico, ma anche un orizzonte ideale comune». Con queste parole Michele Sardone ha introdotto la presentazione del libro Tre modi di vedere il Sud di Franco Cassano. Un momento di riflessione e di confronto, quello di ieri. Una "discussione affollata", come lo stesso Cassano l'ha definita. Al centro del dibattito, la questione meridionale. Il Sud. Con le sue fragilità. Con la sua grande vivacità culturale.
A precedere il discorso di Franco Cassano, docente di sociologia presso l'Università degli Studi di Bari, Piero Castoro (Centro Studi Torre di Nebbia), che ha definito quello di Cassano «un libro piccolo, ma fitto di rievocazioni e di temi».
«È come se Franco fosse costretto dalla sua stessa ricerca a ritornare sul "luogo del delitto"», ha aggiunto Castoro, «non si parla più di Sud, la questione meridionale è stata messa in soffitta».
Diversi gli interrogativi relativi alla questione meridionale ai quali Castoro, come da lui stesso dichiarato, non ha trovato risposta nelle pagine del libro: «Un'opportunità, quella di stasera, per poterne parlare con l'autore». Nel corso del dibattito non sono mancate riflessioni sulla Murgia e sul suo spietramento. «Un Sud che non solo resiste alla modernità, ma che la respinge. Un Sud che non solo apprende, ma che può anche insegnare», ha ribadito Castoro.
Tre modi di vedere il Sud. Cassano individua tre grandi paradigmi che illustrano le alternative più rilevanti rispetto alla condizione del Sud: il paradigma della dipendenza ovvero dello sfruttamento, il paradigma della modernizzazione ovvero del ritardo, il paradigma dell'autonomia ovvero del Sud come risorsa critica. Un prospettivismo che «arricchisce l'analisi e le soluzioni, che vuol dire apertura», secondo le parole di Castoro.
Cassano, nel corso della serata, ha posto l'accento sulla parola "durare": «Viviamo una stagione in cui parte della Puglia è in movimento. Questo movimento bisogna farlo durare». Un percorso, quello tracciato nel suo libro, che va dalle lettere meridionali di Pasquale Villari al ventennio fascista.
L'autore ha sottolineato che «il passato della Puglia, sul piano della scrittura, è molto povero. Ora abbiamo una generazione di giovani che scrive e che fa un'analisi spietata della nostra condizione. Non credo che la speranza debba essere proposta solo dalle encicliche del Papa. La speranza ci rende migliori».
Un accenno anche all'«idea feroce di individualismo. Ci sono problemi che possono essere risolti con la cooperazione. Senza un "noi" è difficile andare avanti in relazione ai problemi del Sud».
A precedere il discorso di Franco Cassano, docente di sociologia presso l'Università degli Studi di Bari, Piero Castoro (Centro Studi Torre di Nebbia), che ha definito quello di Cassano «un libro piccolo, ma fitto di rievocazioni e di temi».
«È come se Franco fosse costretto dalla sua stessa ricerca a ritornare sul "luogo del delitto"», ha aggiunto Castoro, «non si parla più di Sud, la questione meridionale è stata messa in soffitta».
Diversi gli interrogativi relativi alla questione meridionale ai quali Castoro, come da lui stesso dichiarato, non ha trovato risposta nelle pagine del libro: «Un'opportunità, quella di stasera, per poterne parlare con l'autore». Nel corso del dibattito non sono mancate riflessioni sulla Murgia e sul suo spietramento. «Un Sud che non solo resiste alla modernità, ma che la respinge. Un Sud che non solo apprende, ma che può anche insegnare», ha ribadito Castoro.
Tre modi di vedere il Sud. Cassano individua tre grandi paradigmi che illustrano le alternative più rilevanti rispetto alla condizione del Sud: il paradigma della dipendenza ovvero dello sfruttamento, il paradigma della modernizzazione ovvero del ritardo, il paradigma dell'autonomia ovvero del Sud come risorsa critica. Un prospettivismo che «arricchisce l'analisi e le soluzioni, che vuol dire apertura», secondo le parole di Castoro.
Cassano, nel corso della serata, ha posto l'accento sulla parola "durare": «Viviamo una stagione in cui parte della Puglia è in movimento. Questo movimento bisogna farlo durare». Un percorso, quello tracciato nel suo libro, che va dalle lettere meridionali di Pasquale Villari al ventennio fascista.
L'autore ha sottolineato che «il passato della Puglia, sul piano della scrittura, è molto povero. Ora abbiamo una generazione di giovani che scrive e che fa un'analisi spietata della nostra condizione. Non credo che la speranza debba essere proposta solo dalle encicliche del Papa. La speranza ci rende migliori».
Un accenno anche all'«idea feroce di individualismo. Ci sono problemi che possono essere risolti con la cooperazione. Senza un "noi" è difficile andare avanti in relazione ai problemi del Sud».