Cronaca
Fatture gonfiate e documenti falsi, un altamurano ai domiciliari
Si tratta di un dipendente della Procura di Bari. In due avrebbero percepito somme indebite per oltre 10mila euro
Altamura - venerdì 24 settembre 2010
Questa mattina i militari della polizia giudiziaria del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dalla Procura di Bari nei confronti di Vincenzo Tedesco, 45 anni residente ad Altamura, dipendente della Procura di Bari, e Nicola Giammaria, 44 anni, residente a Valenzano, titolare di un deposito di automezzi. L'accusa è di di falso materiale e ideologico.
I due avevano architettato una truffa che in pochi mesi – secondo le indagini, almeno dal novembre del 2009 al marzo di quest'anno – avrebbe consentito loro di percepire somme indebite per oltre 10mila euro. Il titolare del deposito, d'accordo con il dipendente amministrativo della Procura – addetto alla liquidazione delle spese giudiziarie comprese quelle di custodia di mezzi sottoposti a sequestro – presentava o fatture gonfiate (aumentando il numero dei giorni di custodia o dei mezzi custoditi), oppure, in alcuni casi, documenti totalmente falsi, per mezzi mai custoditi nel suo deposito. A quel punto Tedesco compilava le nota spese dove, in modo subdolo, inseriva sia le liquidazioni legittime sia quelle truffaldine e le sottoponeva alla firma dei funzionari e dei magistrati dei quali godeva, comunque, di una fiducia professionale.
Fiducia che è venuta meno quando, nel corso di controlli amministrativi - a seguito di alcune anomalie riscontrate incrociando i documenti contabili - gli stessi funzionari della Procura hanno intuito che c'era qualche falla nell'iter burocratico. A quel punto è scattata l'indagine della Procura di Bari che, nel giro di pochi mesi, ha fatto luce su una truffa perpetrata al proprio interno.
I due avevano architettato una truffa che in pochi mesi – secondo le indagini, almeno dal novembre del 2009 al marzo di quest'anno – avrebbe consentito loro di percepire somme indebite per oltre 10mila euro. Il titolare del deposito, d'accordo con il dipendente amministrativo della Procura – addetto alla liquidazione delle spese giudiziarie comprese quelle di custodia di mezzi sottoposti a sequestro – presentava o fatture gonfiate (aumentando il numero dei giorni di custodia o dei mezzi custoditi), oppure, in alcuni casi, documenti totalmente falsi, per mezzi mai custoditi nel suo deposito. A quel punto Tedesco compilava le nota spese dove, in modo subdolo, inseriva sia le liquidazioni legittime sia quelle truffaldine e le sottoponeva alla firma dei funzionari e dei magistrati dei quali godeva, comunque, di una fiducia professionale.
Fiducia che è venuta meno quando, nel corso di controlli amministrativi - a seguito di alcune anomalie riscontrate incrociando i documenti contabili - gli stessi funzionari della Procura hanno intuito che c'era qualche falla nell'iter burocratico. A quel punto è scattata l'indagine della Procura di Bari che, nel giro di pochi mesi, ha fatto luce su una truffa perpetrata al proprio interno.