Cronaca
Famiglia Columella: i genitori denunciano il figlio
In ballo 10 milioni di euro
Altamura - mercoledì 12 febbraio 2014
15.27
Una udienza preliminare, quella di ieri, che ha visto Antonio Ingroia come avvocato difensore di Domenico Columella, figlio del patron Tradeco Carlo Columella.
L'imputato dovrà difendersi dalle accuse di tentata estorsione e ricettazione per fatti risalenti al 2008, quando Domenico Columella avrebbe cercato di appropriarsi di 10milioni di euro, depositati sul conto di famiglia. La denuncia è partita dagli stessi genitori, Carlo e Irene Petronella che, non avrebbero trovato in cassaforte tre assegni, ciascuno di 3 milioni e mezzo di euro, e avevano seduta stante presentato una denuncia di smarrimento. A sottrarre i titoli sarebbe stato proprio il figlio che si ritrovò di fronte ad un diniego da parte della Banca, informata dell'esposto, allorquando tentò di incassare la somma. Ed ecco il reato di ricettazione. I genitori si sono costituiti parte civile.
Ieri, un rinvio dell'udienza. E la versione di Ingroia verte sul diritto dell'assistito ad incassare la somma come corrispettivo per la vendita di una società.
Fonte: bari.repubblica.it
L'imputato dovrà difendersi dalle accuse di tentata estorsione e ricettazione per fatti risalenti al 2008, quando Domenico Columella avrebbe cercato di appropriarsi di 10milioni di euro, depositati sul conto di famiglia. La denuncia è partita dagli stessi genitori, Carlo e Irene Petronella che, non avrebbero trovato in cassaforte tre assegni, ciascuno di 3 milioni e mezzo di euro, e avevano seduta stante presentato una denuncia di smarrimento. A sottrarre i titoli sarebbe stato proprio il figlio che si ritrovò di fronte ad un diniego da parte della Banca, informata dell'esposto, allorquando tentò di incassare la somma. Ed ecco il reato di ricettazione. I genitori si sono costituiti parte civile.
Ieri, un rinvio dell'udienza. E la versione di Ingroia verte sul diritto dell'assistito ad incassare la somma come corrispettivo per la vendita di una società.
Fonte: bari.repubblica.it