ExpoMurgia 2010
ExpoMurgia 2010
Eventi e cultura

ExpoMurgia 2010... tirando le somme

Scene da ExpoMurgia, dichiarazioni finali, giudizi positivi e delusioni. Le immagini di alcuni dei momenti salienti

Sei giorni intensi. Ricchi di appuntamenti, di iniziative, di occasioni da non perdere e di occasioni mancate. A conclusione della settima edizione di ExpoMurgia 2010, occorre tirare le somme. Occorre fare un bilancio. Una manifestazione importante non solo per l'economia altamurana, ma anche per la cultura. Peccato che la "cultura expomurgiana" sia stata poco seguita. Una cosa è certa. I nostri cittadini e i diversi visitatori non si sono lasciati sfuggire i momenti salienti legati all'enogastronomia, cultura anch'essa. Molto partecipate, infatti, le cosiddette "Piazze del Gusto". Ogni sera, una specialità. Dalla focaccia al vino alle orecchiette (pazientemente impastate e sapientemente modellate dalle socie del simpatico Club delle Orecchiette). Dalla lenticchia al farro al grano duro. Dal panino della Murgia ai salumi lucani. E, per la gioia dei più piccoli, non sono mancati nemmeno pop corn e zucchero filato. I numeri sono alti. Il direttore provinciale Confesercenti Nicola Caggiano parla di 30 – 35.000 visitatori: "È andata bene… oltre ogni aspettativa. Pensavamo di raggiungere il risultato dello scorso anno, invece lo abbiamo superato". Giudizio positivo anche quello di Donato Popolizio, direttore di questa edizione ExpoMurgia: "Un grande successo, è stata una fiera molto partecipata. Le stesse aziende sono soddisfatte dei risultati". Nota dolente, il Teatro Tenda. Il tutto esaurito si è registrato solo il 6 giugno, ultimo giorno di fiera, con il laboratorio firmato "La Banda degli Onesti", che si è esibita in "L'uomo dal basco rosso". Pienone anche l'1 giugno, con il Primo Premio ExpoMurgia "Cultura e territorio" al film Focaccia Blues. Evento naturalmente gratuito. Sì, perché qualcuno ha lamentato il fatto che gli spettacoli fossero a pagamento (5 euro). Motivo che, insieme alla novità non subito accettata, avrebbe fatto sì che il Teatro Tenda fosse ogni sera mezzo vuoto. Su 192 posti a sedere, occupati circa una settantina o anche di meno.

"Sono un amareggiato e deluso dagli altamurani, ma, soprattutto, dagli operatori culturali della città (politici, giornalisti, teatranti), che hanno ignorato totalmente la rassegna. E perchè poi costoro si lamentano o vorrebbero avere un Teatro Tenda tutto l'anno? A che pro?", ha sottolineato Silvano Picerno, direttore artistico dell'ExpoMurgia. Una fiera non tutta rose e fiori, dunque. Deserti alcuni convegni di interesse cittadino. Quello organizzato dal Gal Terre di Murgia sul Piano di Sviluppo Locale (4 giugno) è stato seguito da una quindicina di persone. Stessa sorte per il dibattito sull'Area Polivalente a Servizio della Città promosso dalla Confesercenti di Altamura, che ha anche presentato al sindaco Mario Stacca la "Carta di Altamura", un elenco di obiettivi, otto per la precisione, che diventano proposte per la città. Ve li proponiamo integralmente a lato, nel box di approfondimento. Per lo speciale ExpoMurgia 2010, cliccare qui.
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La "Carta di Altamura", le otto proposte per la città della Confesercenti:

1.
Rilanciamo la città come motore di crescita economica e occupazionale, come centro di sapere, innovazione, di risorse culturali, storiche, ambientali, luogo di relazioni umane e coesione sociale; la città di Altamura è una "risorsa", particolarmente in questa fase in cui occorre favorire la ripresa economica. In questo ambito commercio e turismo, artigianato e agricoltura possono svolgere un ruolo fondamentale;

2. ripensiamo la città con un'ottica di maggiore sostenibilità con una forma definita, senza un'espansione urbanistica incontrollata, con assetti compatibili con lo spazio e le persone che la abitano, la frequentano o vi svolgono attività economiche e culturali; una città in cui le varie funzioni abitative, sociali, culturali ed economiche possono integrarsi in modo ottimale, senza che sia premiata la rendita immobiliare e finanziaria a scapito della gestione e del rischio d'impresa;

3. investiamo per la qualità della città, per l'accessibilità, i trasporti (senza blocchi del traffico ma con investimenti strutturali), l'ambiente, la sicurezza, perché solo con una città attrattiva e dinamica possano prosperare le attività economiche come il commercio, il turismo e le altre attività del centro urbano;

4. ritorniamo alla città, riscopriamo la dimensione urbana sia dal punto di vista sociale che da quello commerciale, respingendo la cultura dell'espansione quantitativa delle rete commerciale con ipermercati e centri commerciali, valorizzando invece il servizio di prossimità e quello specializzato fornito dalle piccole e medie imprese del centro urbano e del centro storico; valutiamo lo sviluppo del settore commerciale principalmente dal punto di vista della qualità e del servizio al consumatore;

5. puntiamo sullo sviluppo integrato del turismo, del commercio, dell'artigianato, dell'agricoltura e delle attività culturali della città come fulcro della conoscenza, mettendo in valore tutto il grande patrimonio storico, architettonico, culturale, enogastronomico, del lavoro, dell'ingegno imprenditoriale ma anche di civiltà, democrazia e qualità della vita della nostra città;

6.
combattiamo ogni forma di illegalità, criminalità economica, abusivismo commerciale, contraffazione, sfruttamento delle persone, che hanno raggiunto livelli preoccupanti anche nel nostro territorio, che danneggiano pesantemente le persone, le imprese, la leale competizione commerciale e lo sviluppo economico;

7. chiediamo più risorse all'Unione Europea, al Governo nazionale e regionale, alla Provincia, al Comune di Altamura, da mettere in campo per gli investimenti delle p.m.i. per la riqualificazione strutturale, il credito, l'assistenza tecnica e l'incentivazione all'aggregazione fra imprese (gestione coordinata dei centri urbani, centri commerciali naturali, distretti urbani del commercio, reti di imprese);

8.
rivendichiamo una legislazione regionale specifica per la piccola e media impresa favorendone l'evoluzione ed evitando che Direttive europee e nazionali risultino penalizzanti, considerando che le p.m.i. commerciali, artigianali, agricole e turistiche sono un fattore determinante del "capitale sociale territoriale" per la loro funzione sociale di servizio diffuso al consumatore, il contributo alla qualità della vita, alla sicurezza, alla vitalità degli spazi urbani e rurali e alle relazioni sociali.

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