antonella cannito
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La città

Ex Convento Cappuccini, un progetto di recupero e riuso

Antonella Cannito ne parla nella sua tesi. Intervista

Giovani studenti che amano la propria città. La respirano, la vivono, la rendono protagonista di studi approfonditi. È il caso di Antonella Cannito, laureanda presso l'Università della Basilicata, Facoltà di Ingegneria, corso di laurea specialistica in Edile-Architettura. La sua tesi ha come oggetto di studio il recupero e riuso sostenibile dell'ex Convento dei Capuccini sito in via Ricovero ad Altamura. A lei abbiamo rivolto alcune domande sull'argomento scelto come discussione in sede di laurea.

Oggi ha più senso parlare di mantenere e conservare anziché demolire e costruire. Perché?
Se, per esempio, avessimo una vecchia bicicletta in parte arrugginita, con le gomme sgonfie, con alcuni elementi meccanici rotti, una delle soluzioni possibili sarebbe quella di sistemare gli inevitabili "infortuni" dovuti allo scorrere del tempo e ridare al mezzo una nuova vita. Perché comprare una bicicletta nuova se quella vecchia con alcune riparazioni può ancora essere utilizzata? Nell'ambito edilizio le cose sono un po' più complicate di questo caso, però in un'ottica di risparmio delle risorse naturali mantenere e conservare, oltre alla riduzione della richiesta energetica e all'abbattimento delle immissioni in discarica di materiale da demolizione, contribuisce anche alla riduzione dell'edificato ex-novo e di conseguenza al consumo del suolo.

Hai scelto come oggetto di studio della tua tesi di laurea l'edificio ex Convento dei Cappuccini in via Ricovero ad Altamura. Cosa ti ha affascinato di quella struttura?
Quello che mi ha affascinato maggiormente è il suo attuale abbandono. Per me è inconcepibile lasciare "morire" una struttura bella come quella dell'ex convento dei Frati cappuccini, una struttura con quasi cinque secoli di storia, circondata da un bel po' di verde. Mi sono innamorata della cappella francescana con una pavimentazione in maiolica e con un meraviglioso altare ligneo quasi completamente degradato. Bello è anche il chiostro centrale che conserva ancora l'antico pozzo che originariamente serviva per il recupero dell'acqua piovana.

Parli di riuso sostenibile. Vuoi spiegarci?
Il riuso sostenibile è la giusta integrazione tra risparmio energetico, uso del suolo e recupero del patrimonio edilizio. Spero che diventi una prerogativa del riuso degli edifici storici, perché non è pensabile che chi pensa di usufruire di un edificio storico debba rinunciare ad un moderno concetto di comfort a meno che non disponga di elevate risorse finanziarie per sostenere gli elevati costi delle bollette. Pertanto spesso si preferisce edificare nuove strutture (con una spesa minore) piuttosto che riqualificare edifici preesistenti.

In quali termini di sviluppa la tua proposta di soluzione progettuale? Quale la destinazione dell'edificio a cui hai pensato?
Mi piace fare volontariato, mettermi a disposizione degli altri senza pretendere niente in cambio.
Proprio lo scorso anno ho prestato servizio presso il centro Caritas ad Altamura; mi sono resa conto di quanto Altamura avesse bisogno di una struttura in grado di ospitare servizi socio-sanitari ed educativi finalizzati al recupero, alla rieducazione e all'inserimento, nel mondo del lavoro, di persone svantaggiate. Un'utopia? Bhe, mi piace sognare. Quindi come destinazione d'uso ho pensato proprio ad una cooperativa sociale, con una zona lavoro, creando un mini frantoio data la presenza di un piccolo uliveto, una zona cucina e refettorio, una zona notte e una zona ricreativa con sala lettura, computer e sala giochi.

Ti sei avvalsa di un'accurata indagine storico-documentaria, quali le fonti?
La ricerca storica è stata fondamentale anche per la nuova destinazione d'uso. Ho consultato l'Archivio provinciale delle Puglie dei frati minori cappuccini di Bari dove grazie all'aiuto di un bravissimo archivista, Francesco Nocco, ho potuto consultare una serie di documenti inediti, i più antichi dei quali risalgono alla fine del XVII secolo. Con l'ausilio dell'ing. Marvulli, presso l' A.B.M.C. di Altamura, ho raccolto notizie molto interessanti sull'evoluzione storica del Convento e relativi passaggi di proprietà. Dal Comune di Altamura ho ottenuto la documentazione dettagliata del lotto su cui è edificato il convento; dallo stesso ente, però, è risultato difficile ottenere il permesso di agire sul campo visto l'attuale stato di inagibilità e degrado della struttura, che sembra un fortino inespugnabile che conserva chissà quali segreti.

Parli di rivestimenti in rame, pannelli fotovoltaici, impianti radianti a pavimento, interventi insomma che rivestono l'intera struttura. E i costi? Quale la stima? La logicità della scelta del recupero di un edificio comprende anche la sfera economica?
È normale che il riuso è comunque basato sull'aspetto economico. L'idea di intervenire sull'edificio con materiali innovativi e fonti rinnovali non ha certo un costo irrisorio, però è un investimento e come tale i guadagni si percepiscono con il tempo. La copertura solare in rame ha bisogno di pochissima manutenzione, stessa cosa si può affermare per la marsigliese fotovoltaica. Inoltre gli impianti radianti a pavimento possono essere utilizzati anche in estate per climatizzare gli ambienti. Questa reversibilità in impianto climatizzatore è molto vantaggiosa perché prevede di utilizzare lo stesso impianto radiante sia in inverno che in estate, elimina la soluzione di installare un sistema d'aria condizionata in tutte le stanze e risulta anche più economico che non realizzare due impianti separati (uno di riscaldamento e l'altro d'aria condizionata). Nella valutazione finale dei costi, senza pregiudizi, bisogna tener ben presente che l'edificio, dopo il restauro previsto dal lavoro di tesi, otterrebbe una "classe energetica B", a fronte dell'iniziale "classe energetica G" (la classe energetica più dispendiosa) ammortizzando negli anni l'oneroso investimento iniziale.

Il tuo progetto avrà seguito? Hai intenzione di presentarlo come proposta all'attenzione dell'amministrazione locale?
La speranza è l'ultima a morire. Amo la mia città e mi piacerebbe che questo lavoro avesse un seguito, non tanto per una mia soddisfazione personale quanto per i vantaggi che ne trarrebbe la città di Altamura, visto che nei dintorni strutture con queste finalità sono inesistenti.
Purtroppo sono cosciente che investire nelle infrastrutture, soprattutto quelle considerate di poco valore storico, richiede degli sforzi che soprattutto in un periodo come quello attuale, risultano insostenibili, soprattutto in un paese famoso per la povertà delle infrastrutture pubbliche.
16 fotoEx Convento Cappuccini
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