Territorio
Disoccupazione, in Puglia 340 mila senza lavoro
Tra i 15 e i 29 anni il tasso sfiora il 45%
Altamura - giovedì 2 aprile 2015
16.01
340 mila pugliesi senza lavoro, e il trend negativo non accenna a diminuire.
La crisi continua a mordere la Regione, come confermato dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro elaborati del Centro studi di Confartigianato. La disoccupazione in Puglia, infatti, nel 2014 ha continuato a galoppare, nonostante i tentativi di porre un argine. Il tasso è sceso al 41,8%, nonostante i provvedimenti adottati dal Governo.
Gli occupati sono un milione 130mila (nel trimestre precedente erano un milione 139mila e il tasso si attestava al 42%). Questi i tassi di occupazione, in Puglia, anno per anno: 45,1% (nel 2004), 44,4 (2005), 45,7 (2006), 46,6 (2007 e 2008), 44,9 (2009), 44,3 (2010), 44,7 (2011), 44,9 (2012), 42,3 (2013). La diminuzione degli ultimi anni conferma il persistere di una condizione ancora critica.
Tra il 2008 ed il 2014 il Sud ha perso 576mila posti di lavoro, pari al 70% del calo nazionale ed all'8,9% dei propri occupati. In Puglia in particolare il tasso dei senza lavoro, riferito al quarto trimestre del 2014, si attesta al 23,1%, di cui il 20,2% riguarda gli uomini, mentre il 28,2% le donne. Ben 340 mila persone sono attualmente impegnate nella ricerca di una occupazione stabile. Pesantissimi i numeri della disoccupazione giovanile relativi alla fascia d'età 15-29 anni: si va dal 29,9% nel 2004 al 44,9% dieci anni dopo.
Analizzando per province, Bari si ferma al 45,1 per cento (contro il 45,2 del 2013), Foggia scende dal 38,6 al 37,2, Taranto dal 42,8 al 41,4 e Lecce dal 42,3 al 41,6. In ripresa, invece, rispetto al 2013, la provincia di Brindisi che passa dal 43 al 44 per cento e quella di Barletta-Andria-Trani che passa dal 37,7 al 41,4 per cento.
"I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano l'estrema criticità della situazione occupazionale nella nostra regione. Anche nella provincia di Brindisi ed in quella di Barletta-Andria-Trani, dove il dato è in risalita rispetto al 2013, il valore assoluto risulta essere ancora troppo basso. Grande preoccupazione suscita la situazione della provincia di Foggia, in cui dal 2010 ad oggi il numero degli occupati ha subito un crollo verticale".
"In particolare - continua il presidente - colpiscono i numeri dell'occupazione femminile: ad oggi solo poco più di una donna pugliese su quattro ha un lavoro regolare e questo è un fatto intollerabile. Auspichiamo che i provvedimenti contenuti nel Jobs Act, unitamente agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità, contribuiscano in maniera importante a sbloccare il mercato del lavoro".
"Tuttavia – conclude Sgherza – questi interventi da soli non bastano per generare occupazione. Sono le imprese, specie quelle piccole e medie, a creare posti di lavoro. Solo attraverso un piano organico di sostegno allo sviluppo imprenditoriale ed incisive riforme in materia di fisco, credito, giustizia civile e burocrazia, la cui ipertrofia è spesso occasione di corruzione, potremo porre le basi per una stabile ripresa occupazionale".
La crisi continua a mordere la Regione, come confermato dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro elaborati del Centro studi di Confartigianato. La disoccupazione in Puglia, infatti, nel 2014 ha continuato a galoppare, nonostante i tentativi di porre un argine. Il tasso è sceso al 41,8%, nonostante i provvedimenti adottati dal Governo.
Gli occupati sono un milione 130mila (nel trimestre precedente erano un milione 139mila e il tasso si attestava al 42%). Questi i tassi di occupazione, in Puglia, anno per anno: 45,1% (nel 2004), 44,4 (2005), 45,7 (2006), 46,6 (2007 e 2008), 44,9 (2009), 44,3 (2010), 44,7 (2011), 44,9 (2012), 42,3 (2013). La diminuzione degli ultimi anni conferma il persistere di una condizione ancora critica.
Tra il 2008 ed il 2014 il Sud ha perso 576mila posti di lavoro, pari al 70% del calo nazionale ed all'8,9% dei propri occupati. In Puglia in particolare il tasso dei senza lavoro, riferito al quarto trimestre del 2014, si attesta al 23,1%, di cui il 20,2% riguarda gli uomini, mentre il 28,2% le donne. Ben 340 mila persone sono attualmente impegnate nella ricerca di una occupazione stabile. Pesantissimi i numeri della disoccupazione giovanile relativi alla fascia d'età 15-29 anni: si va dal 29,9% nel 2004 al 44,9% dieci anni dopo.
Analizzando per province, Bari si ferma al 45,1 per cento (contro il 45,2 del 2013), Foggia scende dal 38,6 al 37,2, Taranto dal 42,8 al 41,4 e Lecce dal 42,3 al 41,6. In ripresa, invece, rispetto al 2013, la provincia di Brindisi che passa dal 43 al 44 per cento e quella di Barletta-Andria-Trani che passa dal 37,7 al 41,4 per cento.
"I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenziano l'estrema criticità della situazione occupazionale nella nostra regione. Anche nella provincia di Brindisi ed in quella di Barletta-Andria-Trani, dove il dato è in risalita rispetto al 2013, il valore assoluto risulta essere ancora troppo basso. Grande preoccupazione suscita la situazione della provincia di Foggia, in cui dal 2010 ad oggi il numero degli occupati ha subito un crollo verticale".
"In particolare - continua il presidente - colpiscono i numeri dell'occupazione femminile: ad oggi solo poco più di una donna pugliese su quattro ha un lavoro regolare e questo è un fatto intollerabile. Auspichiamo che i provvedimenti contenuti nel Jobs Act, unitamente agli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità, contribuiscano in maniera importante a sbloccare il mercato del lavoro".
"Tuttavia – conclude Sgherza – questi interventi da soli non bastano per generare occupazione. Sono le imprese, specie quelle piccole e medie, a creare posti di lavoro. Solo attraverso un piano organico di sostegno allo sviluppo imprenditoriale ed incisive riforme in materia di fisco, credito, giustizia civile e burocrazia, la cui ipertrofia è spesso occasione di corruzione, potremo porre le basi per una stabile ripresa occupazionale".