Territorio
Discarica abusiva di Murgia Catena: tutte le tappe del giallo
La Regione chiede chiarimenti alla Provincia
Altamura - martedì 30 settembre 2014
09.00
Un "non luogo", per ricorrere a un paradigma coniato dall'antropologo Marc Augé. Neverland, per citare la favola di Peter Pan. La discarica illegale di Altamura, oggetto delle attenzioni dell'Unione europea, inserita nella lista dell'Avvocato Generale della Commissione Europea Juliane Kokott, con richiesta di condanna dell'Italia a versare una somma forfettaria di 60 milioni di euro, sembra essere destinata a rimanere ancora a lungo un mistero di non facile soluzione.
Un autentico giallo murgiano, un episodio del romanzo criminale contro il territorio, un monumento della vergogna ambientale che però non può nemmeno essere additato alla pubblica riprovazione perché, allo stato attuale, non si vede. Quello che è possibile fare è ripercorrere le tappe investigative e amministrative di un puzzle a cui mancano ancora molti pezzi, e non i meno importanti.
Era il 27 giugno del 2008 quando gli uomini del Corpo Forestale di Matera accertavano che nelle campagne cittadine ai confini con la Puglia (foglio di mappa 158, particella 1) c'erano rifiuti abbandonati, identificando il sito come località Sgarrone. Un censimento che però, come si evince da una nota dello stesso Corpo di quattro anni più tardi, precisamente del 5 dicembre 2012, risultava errato: "da un'attenta analisi dell'ubicazione catastale – si legge nella missiva – si è constatato che i terreni interessati non ricadono nell'agro del comune di Matera, ma bensì nel confinante agro del comune di Altamura". La nuova localizzazione è al foglio 272 del catasto, su una porzione della strada vicinale comunale denominata "Murgia Catena".
Una zona, quest'ultima, già interessata da controlli e operazioni di bonifica da parte del comune di Altamura, consistenti unicamente nella rimozione di "pneumatici, materiale inerte, guaine e ingombranti". Della discarica illegale al punto da giustificare l'inserimento del sito nella lista nera dell'Unione europea, insomma, almeno in tempi recenti non ci sarebbe traccia.
Si arriva finalmente al 15 settembre scorso, quando, diffusasi la notizia, al fine di dirimere i dubbi sull'esatta ubicazione della discarica, veniva acquisita presso il tribunale di Matera l'eventuale informativa di reato in merito al caso, che risultava archiviato già nel 2009, pur non risultando alcuna notizia in merito agli enti amministrativi pugliesi. Nella stessa data, la Regione Puglia ha chiesto all'assessorato all'ambiente di effettuare un sopralluogo nella zona corrispondente al foglio di mappa 272, (coordinate utm 638104 est e 4513300 nord).
In attesa di risposte dagli organi provinciali, però, il problema diventa non solo di spazio, ma anche di tempi. La vicenda della discarica abusiva, infatti, risale a molti anni prima quel 2008 da cui datano i primi controlli documentati. Il mistero, insomma, parte da lontano. Ed è lungi dall'essere giunto all'ultima puntata…
Un autentico giallo murgiano, un episodio del romanzo criminale contro il territorio, un monumento della vergogna ambientale che però non può nemmeno essere additato alla pubblica riprovazione perché, allo stato attuale, non si vede. Quello che è possibile fare è ripercorrere le tappe investigative e amministrative di un puzzle a cui mancano ancora molti pezzi, e non i meno importanti.
Era il 27 giugno del 2008 quando gli uomini del Corpo Forestale di Matera accertavano che nelle campagne cittadine ai confini con la Puglia (foglio di mappa 158, particella 1) c'erano rifiuti abbandonati, identificando il sito come località Sgarrone. Un censimento che però, come si evince da una nota dello stesso Corpo di quattro anni più tardi, precisamente del 5 dicembre 2012, risultava errato: "da un'attenta analisi dell'ubicazione catastale – si legge nella missiva – si è constatato che i terreni interessati non ricadono nell'agro del comune di Matera, ma bensì nel confinante agro del comune di Altamura". La nuova localizzazione è al foglio 272 del catasto, su una porzione della strada vicinale comunale denominata "Murgia Catena".
Una zona, quest'ultima, già interessata da controlli e operazioni di bonifica da parte del comune di Altamura, consistenti unicamente nella rimozione di "pneumatici, materiale inerte, guaine e ingombranti". Della discarica illegale al punto da giustificare l'inserimento del sito nella lista nera dell'Unione europea, insomma, almeno in tempi recenti non ci sarebbe traccia.
Si arriva finalmente al 15 settembre scorso, quando, diffusasi la notizia, al fine di dirimere i dubbi sull'esatta ubicazione della discarica, veniva acquisita presso il tribunale di Matera l'eventuale informativa di reato in merito al caso, che risultava archiviato già nel 2009, pur non risultando alcuna notizia in merito agli enti amministrativi pugliesi. Nella stessa data, la Regione Puglia ha chiesto all'assessorato all'ambiente di effettuare un sopralluogo nella zona corrispondente al foglio di mappa 272, (coordinate utm 638104 est e 4513300 nord).
In attesa di risposte dagli organi provinciali, però, il problema diventa non solo di spazio, ma anche di tempi. La vicenda della discarica abusiva, infatti, risale a molti anni prima quel 2008 da cui datano i primi controlli documentati. Il mistero, insomma, parte da lontano. Ed è lungi dall'essere giunto all'ultima puntata…