La città
Disabilità e integrazione: modelli a confronto
Il convegno dell'Anffas al Teatro Mercadante
Altamura - venerdì 10 aprile 2015
12.58
Creare sinergie tra famiglie e istituzioni per combattere le disabilità intellettive e relazionali.
Questo il messaggio che emerge dal convegno dal titolo "L'integrazione socio-sanitaria: modelli a confronto", organizzato dall'Anffas Onlus Puglia in collaborazione con Anffas Sud e Anffas Onlus Altamura a 15 anni dall'entrata in vigore della legge sulla disabilità, presso il Teatro Mercadante di Altamura, alla presenza delle autorità civili e miliari e dei dirigenti locali e nazionali dell'Anffas.
Nel 2006 l'Onu approvava la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità chiarendo che tale deriva dall'interazione tra la condizione personale di ciascun individuo che presenta patologie durature e l'ambiente "negativo" in cui esso vive, se non strutturato in maniera tale da consentirgli, oltre le cure del caso, la piena partecipazione sociale con pari opportunità rispetto a tutti gli altri
una nuova e diversa ottica di inclusione più che di semplice integrazione. Quanto oggi, in Italia, nel Sud ed in particolare in Puglia si ritiene realizzato?
Dal convegno emergono punti di forza e criticità di una situazione regionale che vede un tasso di disabilità del 6,2%, in un paese che conta 4 milioni di casi, in cui solo il 3,5% lavora. "Un'offerta di servizi che supera la domanda ma non è organica – afferma il dott. Domenico Casciano, presidente del comitato scientifico di Anffas Puglia – la spesa pro capite in Italia è tra le più basse d'Europa e le regioni del Mezzogiorno sono agli ultimi posti. Il sistema è a rischio di sostenibilità".
Importante il contesto di vita del disabile, secondo il dott. Angelo Cerracchio, componente del comitato, perché favorisce od ostacola a seconda dei casi lo sviluppo della persona. Di qui i progetti individuali predisposti dai comuni, finalizzati all'accesso integrato attraverso servizi e misure economiche. "La disabilità –dichiara – non è solo menomazione ma anche barriere che ostacolano la partecipazione su basi di uguaglianza. La disabilità è anche causa di impoverimento delle famiglie".
Secondo la dott.ssa Anna Maria Candela, dirigente del Servizio Programmazione Sociale e Integrazione Socio-Sanitaria della Regione Puglia, il sistema territoriale è cresciuto, come dimostrano i passi avanti sottolineati da Berardino Galeotta e Caterina Incampo, dirigente e coordinatrice dell'Ufficio del Piano Sociale di Zona, ma "i risultati potrebbero essere maggiori attraverso una proficua collaborazione tra pubblico e privato". Se finora i servizi erano centrati più sugli erogatori che sulle persone, "le famiglie ora diventano erogatori personalizzando le risposte", come nell'assistenza domiciliare integrata.
Un territorio, il nostro, "ampio e popoloso, che – afferma il dott. Vincenzo Gigantelli, direttore del Distretto Socio Sanitario - va messo nelle condizioni di avere una riconoscibilità. I cittadini hanno bisogno di una valutazione approfondita, la metà dei casi riceve assistenza domiciliare e i medici di famiglia sono i primi a orientarli verso le strutture che gestiscono la domanda integrata", per cui occorre potenziare l'informatizzazione, investendo in tecnologia e personale.