Territorio
Detenuti raccontano di sé attraverso la scrittura
Un progetto promosso dalla Asl con i detenuti del Carcere di Altamura
Altamura - sabato 3 dicembre 2016
Scrittura autobiografica e lettura espressiva come strumento per la conoscenza del proprio "io". È questa la finalità del progetto che coinvolgerà, da aprile 2017 ad aprile 2018, 108 detenuti, sia uomini che donne, reclusi nella Casa Circondariale di Bari, nella sezione di Altamura e nella Casa di Reclusione di Turi, in stretta collaborazione con l'ASL.
È risaputo che scrivere testi autobiografici centrati su esperienze emotivamente significative, come eventi traumatici – attività definita oggi con il nome di "paradigma della scrittura espressiva" – influisce positivamente sul modo di approcciarsi al trauma stesso, alle emozioni che si provano e a sé stessi, ma comporta anche effetti positivi sulla salute e sul comportamento dei soggetti esaminati. I detenuti che decideranno volontariamente di partecipare saranno seguiti da medici, psichiatri e psicologi dell'ASL già operanti all'interno dell'ambito carcerario - Dott. E. Altomare, Dott. N. Buonvino, Dott.ssa A. Moretti, Dott.ssa P. Restuccia, Dott.ssa R. Sollazzo, Dott.ssa S. Zaka - e i componenti dei gruppi lettura dei Presìdi di Bari, Turi e Altamura.
Il progetto partirà con una raccolta dati finalizzata a stabilire il punto zero di ciascun detenuto (numero visite mediche richieste ed effettuate, consumo farmaci per quantità e principio attivo, rapporti disciplinari, sorveglianze per eventuali comportamenti antisociali, autolesionistici o anticonservativi…) e poi il percorso si scinderà in due momenti fondamentali.
La prima fase di studio si svilupperà in tre passaggi: i detenuti dovranno rispondere prima ad un questionario denominato "Quality of life" e saranno sottoposti ad un prelievo del sangue per definire i valori ematochimici; in seguito saranno suddivisi in tre gruppi, due di scrittura ed uno di lettura, dove ciascun soggetto avrà a disposizione 45 minuti per la scrittura mentre 120 per la lettura. Questo step sarà ripetuto per tre volte con un intervallo di una settimana. Infine, a distanza di una settimana, verrà effettuato nuovamente un prelievo per valutare i primi risultati raggiunti e dovranno ripetere il questionario "Quality of life".
La seconda fase invece sarà rivolta solamente ad un numero campione di soggetti selezionati dai gruppi della prima fase, che ripeteranno a distanza di circa tre mesi tutto il processo al cui termine si procederà con l'analisi dei dati raccolti. Dopo circa altri quattro mesi sarà somministrato un ultimo questionario ed effettuato l'ultimo prelievo di controllo.
'I risultati previsti al termine del progetto – si legge nel comunicato – comprendono l'analisi del tono dell'umore, la qualità della vita in carcere, sintomi fisici oggettivi e soggettivi, richiesta di visite mediche, richiesta di farmaci in particolare di psicofarmaci ed antidolorifici, indicatori immunofisiologici come i livelli degli enzimi epatici e degli anticorpi per l'epatite B, i livelli di CD-4, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca'.
È risaputo che scrivere testi autobiografici centrati su esperienze emotivamente significative, come eventi traumatici – attività definita oggi con il nome di "paradigma della scrittura espressiva" – influisce positivamente sul modo di approcciarsi al trauma stesso, alle emozioni che si provano e a sé stessi, ma comporta anche effetti positivi sulla salute e sul comportamento dei soggetti esaminati. I detenuti che decideranno volontariamente di partecipare saranno seguiti da medici, psichiatri e psicologi dell'ASL già operanti all'interno dell'ambito carcerario - Dott. E. Altomare, Dott. N. Buonvino, Dott.ssa A. Moretti, Dott.ssa P. Restuccia, Dott.ssa R. Sollazzo, Dott.ssa S. Zaka - e i componenti dei gruppi lettura dei Presìdi di Bari, Turi e Altamura.
Il progetto partirà con una raccolta dati finalizzata a stabilire il punto zero di ciascun detenuto (numero visite mediche richieste ed effettuate, consumo farmaci per quantità e principio attivo, rapporti disciplinari, sorveglianze per eventuali comportamenti antisociali, autolesionistici o anticonservativi…) e poi il percorso si scinderà in due momenti fondamentali.
La prima fase di studio si svilupperà in tre passaggi: i detenuti dovranno rispondere prima ad un questionario denominato "Quality of life" e saranno sottoposti ad un prelievo del sangue per definire i valori ematochimici; in seguito saranno suddivisi in tre gruppi, due di scrittura ed uno di lettura, dove ciascun soggetto avrà a disposizione 45 minuti per la scrittura mentre 120 per la lettura. Questo step sarà ripetuto per tre volte con un intervallo di una settimana. Infine, a distanza di una settimana, verrà effettuato nuovamente un prelievo per valutare i primi risultati raggiunti e dovranno ripetere il questionario "Quality of life".
La seconda fase invece sarà rivolta solamente ad un numero campione di soggetti selezionati dai gruppi della prima fase, che ripeteranno a distanza di circa tre mesi tutto il processo al cui termine si procederà con l'analisi dei dati raccolti. Dopo circa altri quattro mesi sarà somministrato un ultimo questionario ed effettuato l'ultimo prelievo di controllo.
'I risultati previsti al termine del progetto – si legge nel comunicato – comprendono l'analisi del tono dell'umore, la qualità della vita in carcere, sintomi fisici oggettivi e soggettivi, richiesta di visite mediche, richiesta di farmaci in particolare di psicofarmaci ed antidolorifici, indicatori immunofisiologici come i livelli degli enzimi epatici e degli anticorpi per l'epatite B, i livelli di CD-4, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca'.