Deposito nucleare, la mappa
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Territorio

Deposito nucleare, inizia il lavoro per le osservazioni da presentare

Incontro a distanza fra Parco, Comuni e Regione. Con Basilicata un fronte comune

Tutti hanno detto no al deposito nazionale nucleare nell'area murgiana. Ma la partita vera si gioca sulle carte. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della Cnapi - carta nazionale della aree potenzialmente idonee - bisogna presentare alla Sogin (società di gestione degli impianti nucleari) le osservazioni e le proposte nell'ambito della procedura di consultazione pubblica iniziata il 5 gennaio.

Non c'è tempo da perdere ma soprattutto bisogna svolgere un attento lavoro tecnico. In parallelo si sta pensando a manifestazioni di protesta e mobilitazioni ma in periodo-Covid non è semplice organizzarle.

Con l'ufficializzazione della Cnapi, si è appreso che nell'area murgiana i luoghi ritenuti idonei sono tre: due ad Altamura, lungo la direttrice per Laterza, in "condivisione" con il territorio di Matera; uno a Gravina, a ridosso del bosco Difesa Grande. Perché queste aree? La scelta non è avvenuta per discrezionalità politica bensì esclusivamente su base tecnica. E quindi è su questo piano che bisogna rispondere. I tempi e le modalità sono scanditi dal D.L. (decreto legislativo) 31/2010.

Questa mattina si sono riuniti online i tredici sindaci dei Comuni del Parco convocati dal presidente Francesco Tarantini. All'incontro hanno partecipato anche Anna Grazia Maraschio, assessore regionale all'Ambiente; Francesco Paolicelli, presidente della Commissione consiliare regionale all'Agricoltura, Sviluppo Economico e Turismo; Franco Frigiola, sindaco di Laterza; Antonio Stragapede in rappresentanza dell'area metropolitana di Bari; Giuseppe Mastronuzzi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell'Università degli Studi di Bari.

«Il Parco darà il suo contributo con la costituzione di un pool di esperti formato da naturalisti e geologi dell'Università di Bari, già all'opera nello studio delle componenti ambientali e geologiche del territorio nell'ambito della candidatura a Geoparco Unesco – dichiara Francesco Tarantini, presidente del Parco –. Fondamentale in questa prima riunione è stato definire una roadmap per l'elaborazione delle osservazioni da fornire a Regione e Comuni interessati, per motivare tecnicamente e scientificamente le ragioni del no al deposito di rifiuti».

Un ulteriore freno al deposito potrebbe essere il regolamento delle aree contigue previsto dalla Legge Quadro sulle Aree Protette, strumento che permetterebbe di tutelare e valorizzare nel concreto i territori limitrofi del Parco. A tal fine nuove riunioni sono previste nei prossimi giorni tra Ente Parco e Regione per definire quanto prima la sua approvazione.
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