Territorio
Deposito nucleare, i Comuni della Murgia fanno squadra
Per difendere le eccellenze agroalimentari
Murgia - venerdì 8 gennaio 2021
13.17
I Comuni della Murgia e di altre aree della provincia di Bari fanno squadra per contrastare l'ipotesi di localizzare un deposito nucleare nazionale ad Altamura o Gravina.
"Il fatto che a distanza di più di vent'anni si continui a identificare l'area murgiana tra Puglia e Basilicata come possibile deposito delle scorie nucleari è sintomatico della considerazione che si ha a Roma di questa parte d'Italia. La si immagina come una landa improduttiva, senza vocazioni, un deserto collinare disabitato dove, perché no, può avere sede un cimitero radioattivo", scrive Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva, Comune capofila dell'associazione "Cuore di Puglia" di cui fanno parte dieci Comuni.
"È quella visione - aggiunge - che noi stiamo cercando di contrastare da anni con l'associazione "Cuore della Puglia" che - anche in partnership con Smart Land e altre realtà del territorio, dialogando con associazioni di agricoltura biologica e sociale, con i Gal, con i distretti del Cibo e con il Parco dell'Alta Murgia - sta proponendo al Governo e alla Regione, e realizzando concretamente, un'idea opposta: una prospettiva fondata sulla valorizzazione della ruralità, dell'agroalimentare, del passaggio, del turismo".
Per dire stop a questa discussione sui siti nucleari, che ci riportano a un triste passato, quello in cui erano presenti le testate atomiche della Guerra fredda, Carlucci propone di "definire una proposta seria di sviluppo del nostro entroterra, che parli di rilancio e potenziamento di aree produttive già punteggiate di eccellenze, di sostenibilità, di energie rinnovabili, di infrastrutture, di interscambi con le coste adriatica e ionica, di ristrutturazione dei nostri attrattori culturali e di riqualificazione dei nostri centri storici, di accessibilità ai disabili e agli anziani, di digitalizzazione e di innovazione, di coinvolgimento dei giovani e di ritorno dei cervelli in fuga".
"La Murgia non si tocca", scrive Slow Food, condotta delle Murge, invitando a tenere alta la guardia. "Per questo siamo pronti alla mobilitazione - afferma il presidente Nicola Curci - attraverso le forme di dissenso consentite dal nostro ordinamento giuridico e nel pieno rispetto della Carta costituzionale, di cui richiamiamo la potenza dell'articolo 21, la libertà di manifestazione del pensiero. Non ci è stato dato un altro pianeta su cui rimediare agli errori commessi e con ogni mezzo. Siamo pronti alla Resistenza, oggi come ieri", ricordando le battaglie degli scorsi decenni contro la militarizzazione del territorio e contro l'inquinamento.
"Il fatto che a distanza di più di vent'anni si continui a identificare l'area murgiana tra Puglia e Basilicata come possibile deposito delle scorie nucleari è sintomatico della considerazione che si ha a Roma di questa parte d'Italia. La si immagina come una landa improduttiva, senza vocazioni, un deserto collinare disabitato dove, perché no, può avere sede un cimitero radioattivo", scrive Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva, Comune capofila dell'associazione "Cuore di Puglia" di cui fanno parte dieci Comuni.
"È quella visione - aggiunge - che noi stiamo cercando di contrastare da anni con l'associazione "Cuore della Puglia" che - anche in partnership con Smart Land e altre realtà del territorio, dialogando con associazioni di agricoltura biologica e sociale, con i Gal, con i distretti del Cibo e con il Parco dell'Alta Murgia - sta proponendo al Governo e alla Regione, e realizzando concretamente, un'idea opposta: una prospettiva fondata sulla valorizzazione della ruralità, dell'agroalimentare, del passaggio, del turismo".
Per dire stop a questa discussione sui siti nucleari, che ci riportano a un triste passato, quello in cui erano presenti le testate atomiche della Guerra fredda, Carlucci propone di "definire una proposta seria di sviluppo del nostro entroterra, che parli di rilancio e potenziamento di aree produttive già punteggiate di eccellenze, di sostenibilità, di energie rinnovabili, di infrastrutture, di interscambi con le coste adriatica e ionica, di ristrutturazione dei nostri attrattori culturali e di riqualificazione dei nostri centri storici, di accessibilità ai disabili e agli anziani, di digitalizzazione e di innovazione, di coinvolgimento dei giovani e di ritorno dei cervelli in fuga".
"La Murgia non si tocca", scrive Slow Food, condotta delle Murge, invitando a tenere alta la guardia. "Per questo siamo pronti alla mobilitazione - afferma il presidente Nicola Curci - attraverso le forme di dissenso consentite dal nostro ordinamento giuridico e nel pieno rispetto della Carta costituzionale, di cui richiamiamo la potenza dell'articolo 21, la libertà di manifestazione del pensiero. Non ci è stato dato un altro pianeta su cui rimediare agli errori commessi e con ogni mezzo. Siamo pronti alla Resistenza, oggi come ieri", ricordando le battaglie degli scorsi decenni contro la militarizzazione del territorio e contro l'inquinamento.