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Eventi e cultura

Dantedì: nel progetto del Museo il Pulo diventa l'Inferno

La dolina carsica "racconta" l'archeologica

Ieri in tutta Italia si è tenuto il "Dantedì", dedicato a Dante Alighieri. Per lo stop a tutte le attività delle scuole e dei musei, a causa dell'emergenza sanitaria, non si sono tenute iniziative. Il Museo Archeologico di Altamura aveva organizzato un progetto, insieme al sesto circolo didattico "Don Lorenzo Milani" e all'ITT "Nervi Galilei", ed ha voluto ugualmente presentarlo. In modalità ovviamente a distanza, tramite i social.

Il progetto, coordinato dalla direttrice del Museo Elena Saponaro, si basa sull'accostamento immaginifico tra l'Inferno della Divina Commedia e il Pulo di Altamura, la più grande dolina carsica dell'Alta Murgia. La morfologia, infatti, è sovrapponibile:
  • una profonda depressione originata dall'azione erosiva dell'acqua piovana esercitata sulle rocce calcaree nel caso del Pulo, una voragine infernale formatasi per l'orrore provato dalle terre emerse a contatto con la caduta di Lucifero, respinto dal Paradiso.
  • il Lucifero dantesco giace conficcato nel centro della Terra, nel punto più lontano da Dio, immerso fino al busto nel lago sotterraneo di Cocito, il quale è perennemente congelato a causa del vento gelido prodotto dal continuo movimento delle sue sei ali. Dal suo canto, il Pulo, è il punto più basso di una vasta area di scolo delle acque piovane, la quale sopraggiunge attraverso le due lame, una a nord-est ed una a nord-ovest. Tale bacino idrografico costituisce, secondo il noto studioso Colamonico, "una delle più ampie zone d'assorbimento che si trovino in tutta la Puglia".
  • L'Inferno descritto da Dante Alighieri è una profonda cavità a forma di imbuto "un'immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nelle viscere della terra sotto la città di Gerusalemme, nell'emisfero settentrionale della Terra" ; similmente il solco erosivo del Pulo, situato a nord-est, più di due milioni di anni fa si ritiene fosse sotterraneo e che avesse il suo recapito finale in un inghiottitoio allargatosi via via in tal misura fino a collassare.

Ogni "girone" dantesco corrisponde a uno "strato" del Pulo di Altamura e in ciascuno è stato collocato un reperto archeologico di cui è stata data descrizione.

Un progetto molto interessante che merita, non appena sarà possibile, una presentazione pubblica e un ulteriore seguito.
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