Ospedale e sanità
Cure domiciliari, richiesta del comitato "Assistenza Covid Murgia"
A favore dei gruppi di medici che propongono terapie diverse da protocollo
Murgia - domenica 2 maggio 2021
08.50
"Rafforzamento dell'assistenza domiciliare dei pazienti Covid e attivazione dei protocolli terapeutici precoci". E' la richiesta del comitato "Assistenza Covid Murgia", costituito da operatori sanitari e cittadini, fatta alla Regione e alla Asl di Bari con l'obiettivo di ridurre la pressione negli ospedali e la mortalità.
La questione delle cure domiciliari è molto dibattuta a livello nazionale. Si sono costituiti gruppi, anche di medici, e sono state avanzate proposte per superare il modello finora adottato dell'assunzione di paracetamolo e della vigile attesa per almeno 72 ore. Una linea guida di rango ministeriale, non vincolante, ma generalmente osservata dai medici di medicina generale. Con l'ultimo protocollo sono stati aggiunti gli anticorpi monoclonali: questi non sono per tutti i pazienti a casa, ci sono dei requisiti in base ai fattori di rischio.
Il comitato "Assistenza Covid Murgia" propone un confronto per una modalità di cura diversa. "Seguendo da vicino i pazienti contagiati dal Sars Cov 2 abbiamo potuto constatare che le visite centellinate delle unità Usca sprovviste di infermieri, l'impossibilità dichiarata dai medici di medicina generale di entrare nelle loro abitazioni e l'inesistenza di un piano terapeutico nazionale hanno determinato in molti casi l'aggravarsi della sintomatologia con attivazione del 118 e successivi ricoveri nei pronto soccorso e terapie intensive", affermano i portavoce Carlo Colonna e Sabino Conversa (infermieri professionali della Asl) e Valentina Folliero (farmacista).
"Assistenza Covid Murgia" è attivo sul territorio già da diversi mesi, in collaborazione diretta con il comitato "Terapie domiciliari Covid19", rappresentato dall'avvocato Erich Grimaldi, e con il movimento "Ippocrate" di Mauro Rango. "Questi gruppi di medici - spiegano i tre portavoce - hanno curato a domicilio decine di pazienti Covid del distretto murgiano con ottimi risultati e con l'ausilio dei loro protocolli terapeutici". Per questo viene proposto "un dialogo costruttivo" con la Regione e la Asl per confrontarsi con questi comitati di rilievo nazionale, sull'efficacia di cure domiciliari, con modalità diverse per il tipo di farmaci somministrati come l'idrossiclorochina (un antimalarico).
Una questione molto aperta di cui si discute in tutta Italia.
La questione delle cure domiciliari è molto dibattuta a livello nazionale. Si sono costituiti gruppi, anche di medici, e sono state avanzate proposte per superare il modello finora adottato dell'assunzione di paracetamolo e della vigile attesa per almeno 72 ore. Una linea guida di rango ministeriale, non vincolante, ma generalmente osservata dai medici di medicina generale. Con l'ultimo protocollo sono stati aggiunti gli anticorpi monoclonali: questi non sono per tutti i pazienti a casa, ci sono dei requisiti in base ai fattori di rischio.
Il comitato "Assistenza Covid Murgia" propone un confronto per una modalità di cura diversa. "Seguendo da vicino i pazienti contagiati dal Sars Cov 2 abbiamo potuto constatare che le visite centellinate delle unità Usca sprovviste di infermieri, l'impossibilità dichiarata dai medici di medicina generale di entrare nelle loro abitazioni e l'inesistenza di un piano terapeutico nazionale hanno determinato in molti casi l'aggravarsi della sintomatologia con attivazione del 118 e successivi ricoveri nei pronto soccorso e terapie intensive", affermano i portavoce Carlo Colonna e Sabino Conversa (infermieri professionali della Asl) e Valentina Folliero (farmacista).
"Assistenza Covid Murgia" è attivo sul territorio già da diversi mesi, in collaborazione diretta con il comitato "Terapie domiciliari Covid19", rappresentato dall'avvocato Erich Grimaldi, e con il movimento "Ippocrate" di Mauro Rango. "Questi gruppi di medici - spiegano i tre portavoce - hanno curato a domicilio decine di pazienti Covid del distretto murgiano con ottimi risultati e con l'ausilio dei loro protocolli terapeutici". Per questo viene proposto "un dialogo costruttivo" con la Regione e la Asl per confrontarsi con questi comitati di rilievo nazionale, sull'efficacia di cure domiciliari, con modalità diverse per il tipo di farmaci somministrati come l'idrossiclorochina (un antimalarico).
Una questione molto aperta di cui si discute in tutta Italia.