La città
Continua la lotta per salvare il Tribunale di Altamura
Un incontro tra operatori della giustizia e associazioni. Lunedì la costituzione di un comitato
Altamura - sabato 21 luglio 2012
La paura mette insieme Gravina e Altamura.
Se non fosse stata la preoccupante soppressione di una struttura che "fa gola" ad entrambi i paesi, chissà se mai la lotta sarebbe stata congiunta.
A tenere banco tra i "principi del foro" tanto gravinesi quanto altamurani, il decreto di attuazione della delega sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che prevede la soppressione della sezione distaccata del tribunale di Bari, il tribunale di Altamura.
Giovedì mattina le associazioni degli avvocati e gli operatori di giustizia della provincia si sono incontrati proprio presso quella che ancora per poco potrebbe essere la sede del tribunale di Altamura, con l'obiettivo di discutere circa la possibilità di dar vita ad un comitato. E così è stato deliberato.
Lunedì prossimo prenderà, infatti, forma il nuovo strumento di battaglia con cui gli avvocati dei due paesi e di tutta la provincia lotteranno per ottenere i rispettivi diritti e scongiurare il rischio della chiusura. Questo quanto è emerso dall'incontro di questa mattina.
Tra i presenti anche il sindaco Stacca, il quale ha anticipato che nei prossimi giorni l'esecutivo altamurano provvederà con una delibera di giunta, in materia di "giustizia". All'appello ha risposto anche il consigliere regionale, Michele Ventricelli.
Assenza giustificata per il sindaco Valente, "visto che già la scorsa settimana a Gravina la giunta formulava in una delibera una serie di indirizzi, tra cui quello di manifestare la propria ferma contrarietà a qualsiasi ipotesi di dannosa soppressione della Sezione distaccata di Altamura, e/o dell'Ufficio del Giudice di Pace di Gravina in Puglia, ha spiegato l'avv. Giancaspro.
Prosegue, nel frattempo, la raccolta firme promossa sul web dall'Associazione degli Avvocati e Praticanti di Gravina per contrastare i provvedimenti legislativi di revisione demolitoria della geografia giudiziaria, da indirizzare al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia e anche al Presidente della Repubblica.
Se non fosse stata la preoccupante soppressione di una struttura che "fa gola" ad entrambi i paesi, chissà se mai la lotta sarebbe stata congiunta.
A tenere banco tra i "principi del foro" tanto gravinesi quanto altamurani, il decreto di attuazione della delega sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che prevede la soppressione della sezione distaccata del tribunale di Bari, il tribunale di Altamura.
Giovedì mattina le associazioni degli avvocati e gli operatori di giustizia della provincia si sono incontrati proprio presso quella che ancora per poco potrebbe essere la sede del tribunale di Altamura, con l'obiettivo di discutere circa la possibilità di dar vita ad un comitato. E così è stato deliberato.
Lunedì prossimo prenderà, infatti, forma il nuovo strumento di battaglia con cui gli avvocati dei due paesi e di tutta la provincia lotteranno per ottenere i rispettivi diritti e scongiurare il rischio della chiusura. Questo quanto è emerso dall'incontro di questa mattina.
Tra i presenti anche il sindaco Stacca, il quale ha anticipato che nei prossimi giorni l'esecutivo altamurano provvederà con una delibera di giunta, in materia di "giustizia". All'appello ha risposto anche il consigliere regionale, Michele Ventricelli.
Assenza giustificata per il sindaco Valente, "visto che già la scorsa settimana a Gravina la giunta formulava in una delibera una serie di indirizzi, tra cui quello di manifestare la propria ferma contrarietà a qualsiasi ipotesi di dannosa soppressione della Sezione distaccata di Altamura, e/o dell'Ufficio del Giudice di Pace di Gravina in Puglia, ha spiegato l'avv. Giancaspro.
Prosegue, nel frattempo, la raccolta firme promossa sul web dall'Associazione degli Avvocati e Praticanti di Gravina per contrastare i provvedimenti legislativi di revisione demolitoria della geografia giudiziaria, da indirizzare al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia e anche al Presidente della Repubblica.