Politica
Conca: "Costituire un tavolo tecnico sull'assistenza domiciliare per i malati di sla e per pazienti in stato vegetativo"
Più supporto alle famiglie, meno costi inopportuni, ricoveri inappropriati, decessi imprevisti.
Altamura - martedì 3 novembre 2015
16.14 Comunicato Stampa
"Costituire subito un tavolo tecnico permanente con persone che da anni lavorano nel mondo dell'assistenza domiciliare ad elevata fragilità/complessità", questa la richiesta contenuta in una missiva inviata in data odierna dal consigliere regionale M5S, Mario Conca al Presidente della Regione, Michele Emiliano, al direttore del Dipartimento Promozione della Salute, Giovanni Gorgoni ed al DG dell'ASL/BA, Vito Montanaro.
"L'assistenza domiciliare ad elevata fragilità/complessità - si legge nella missiva - è quella che porta tanti malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, distrofie, pazienti in stato vegetativo persistente, gravi patologie respiratorie, a stare fermi in una stanza di casa a lottare tra mille difficoltà. Una vera e propria medicina di frontiera per la quale però ci si affida tutt'ora a procedure a macchia di leopardo, a piani di intervento distrettuali.
Non esiste ad oggi - prosegue Conca - un minimo progetto di analisi della soddisfazione dell'utenza (leggasi customer satisfaction) effettivamente avviato, né esiste un organo di controllo delle prestazioni erogate".
Il consigliere pentastellato dice di aver riscontrato in merito "un quadro preoccupante con diversi anelli di debolezza e criticità", una conclusione che arriva al termine "di una mia personale analisi delle realtà locali (ADI) con le assistenze domiciliari erogate, un ascolto attento delle associazioni di volontariato che supportano le famiglie ed infine il personale riscontro delle valutazioni dirette rilasciate dalle famiglie degli assistiti mi ha permesso di disegnare approssimazioni che si traducono in costi inopportuni, ricoveri inappropriati, decessi imprevisti".
Queste in particolare, secondo le valutazioni di Conca, sarebbero le principali cause di disagio per le famiglie di malati ad elevata fragilità: "inidonee figure specialistiche assegnate (in luogo di rianimatori con esperienza clinica, spesso anestesisti, provenienti dalla sale operatorie), interruzioni di continuità assistenziali (nella Asl Bari è variato il personale, senza il minimo preavviso, dopo l'aggiudicazione ad una nuova azienda di servizi), pianificazioni di piani assistenziali non tarati sui bisogni (le UVM progettano più per intransigenza dei partecipanti che per bisogno effettivo), assenza di procedure per le emergenze cliniche (il 118 non riesce spesso ad entrare nel merito di criticità di pertinenza del rianimatore), assenza di call center di alta professionalità (laddove esiste non sempre è di supporto con risposte utili e risolutive)".
"Carenze che - scrive Conca - richiamerebbero la necessità di un preciso piano di interventi, standardizzato nelle linee adottate, validato nei risultati raggiunti" e quindi la costituzione di un tavolo tecnico permanente con persone che da anni lavorano sul campo come tecnici che forniscano dati logistici (incidenza di ricoveri inappropriati, procedure cliniche inopportune), altri che forniscano riscontri nell'utenza (difficoltà nelle forniture, mancato supporto paramedico), altri ancora che propongano linee di intervento ad elevata efficacia".
"Un tavolo tecnico - conclude Conca - che da solo può dare una svolta ai bisogni delle famiglie riducendo il sempre più frequente loro sfogo mediatico e può contestualmente dare una precisa chiave di lettura di un progresso della sanità in un settore troppo spesso trascurato o misconosciuto".
"L'assistenza domiciliare ad elevata fragilità/complessità - si legge nella missiva - è quella che porta tanti malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, distrofie, pazienti in stato vegetativo persistente, gravi patologie respiratorie, a stare fermi in una stanza di casa a lottare tra mille difficoltà. Una vera e propria medicina di frontiera per la quale però ci si affida tutt'ora a procedure a macchia di leopardo, a piani di intervento distrettuali.
Non esiste ad oggi - prosegue Conca - un minimo progetto di analisi della soddisfazione dell'utenza (leggasi customer satisfaction) effettivamente avviato, né esiste un organo di controllo delle prestazioni erogate".
Il consigliere pentastellato dice di aver riscontrato in merito "un quadro preoccupante con diversi anelli di debolezza e criticità", una conclusione che arriva al termine "di una mia personale analisi delle realtà locali (ADI) con le assistenze domiciliari erogate, un ascolto attento delle associazioni di volontariato che supportano le famiglie ed infine il personale riscontro delle valutazioni dirette rilasciate dalle famiglie degli assistiti mi ha permesso di disegnare approssimazioni che si traducono in costi inopportuni, ricoveri inappropriati, decessi imprevisti".
Queste in particolare, secondo le valutazioni di Conca, sarebbero le principali cause di disagio per le famiglie di malati ad elevata fragilità: "inidonee figure specialistiche assegnate (in luogo di rianimatori con esperienza clinica, spesso anestesisti, provenienti dalla sale operatorie), interruzioni di continuità assistenziali (nella Asl Bari è variato il personale, senza il minimo preavviso, dopo l'aggiudicazione ad una nuova azienda di servizi), pianificazioni di piani assistenziali non tarati sui bisogni (le UVM progettano più per intransigenza dei partecipanti che per bisogno effettivo), assenza di procedure per le emergenze cliniche (il 118 non riesce spesso ad entrare nel merito di criticità di pertinenza del rianimatore), assenza di call center di alta professionalità (laddove esiste non sempre è di supporto con risposte utili e risolutive)".
"Carenze che - scrive Conca - richiamerebbero la necessità di un preciso piano di interventi, standardizzato nelle linee adottate, validato nei risultati raggiunti" e quindi la costituzione di un tavolo tecnico permanente con persone che da anni lavorano sul campo come tecnici che forniscano dati logistici (incidenza di ricoveri inappropriati, procedure cliniche inopportune), altri che forniscano riscontri nell'utenza (difficoltà nelle forniture, mancato supporto paramedico), altri ancora che propongano linee di intervento ad elevata efficacia".
"Un tavolo tecnico - conclude Conca - che da solo può dare una svolta ai bisogni delle famiglie riducendo il sempre più frequente loro sfogo mediatico e può contestualmente dare una precisa chiave di lettura di un progresso della sanità in un settore troppo spesso trascurato o misconosciuto".