La città
Come è andata la "Tre Giorni di Architettura"?
Intervista agli organizzatori. Criticità e proposte per Altamura
Altamura - lunedì 8 agosto 2011
13.00
Si è conclusa venerdì 5 agosto la Tre Giorni di Architettura, denominata 3GA ed organizzata da Domenico Sforza, Saverio Massaro e Pasquale Loiudice, giovani studenti universitari di Altamura che hanno voluto, con tale iniziativa, avviare un dibattito sulle questioni principali riguardanti la qualità dell'abitare nel presente ed in questo territorio. Sono stati coinvolti, oltre a cittadini e ad altri giovani studenti, anche professionisti, progettisti e costruttori. Abbiamo intervistato i tre organizzatori.
Volendo trarre un bilancio, come è andata la prima edizione della Tre Giorni di Architettura?
La nostra principale soddisfazione nasce dall'essere riusciti a realizzare concretamente un evento di tale portata tenendo ben presente come ed in quale contesto sia nato. Ci rende oltremodo orgogliosi l'aver visto coinvolti ed entusiasti sia gli studenti che i cittadini. Tuttavia registriamo a malincuore l'assenza immotivata di enti quali il Politecnico di Bari e l'Ordine degli Architetti, nonché di esponenti dell'Amministrazione comunale.
Quali sono stati i temi affrontati?
Partendo dalla prima giornata, è stata posta l'attenzione sulle relazioni che legano la ricerca architettonica alla sua prassi, dall'analisi storica all'interpretazione della realtà. Il dibattito sul tema della qualità ha messo in luce la figura dell'architetto come intellettuale che si avvale di nuovi strumenti, metodologie e strategie. I concetti di interdisciplinarietà e ricerca hanno evidenziato come la prassi progettuale non è poi così distante dalle attività svolte all'interno dell'ambito universitario. In ultima analisi è emersa la necessità di considerare la sostenibilità come fine e non solo come strumento, a partire dall'analisi delle criticità esistenti e dall'input fornito per future proposte e programmi.
Le criticità riscontrate ad Altamura?
Emerge indubbiamente la mancanza di una corretta pianificazione del territorio. Scarsa attenzione rivolta all'importanza e alla qualità che gli spazi di aggregazione sociale rivestono all'interno della vita pubblica. Assenza di aree verdi correttamente gestite e tutelate, nonché di proposte di riqualificazione o di nuovi interventi. Manca una strategia turistica in grado di mettere a sistema e di valorizzare le bellezze architettonico-paesaggistiche a nostra disposizione.
Le proposte per Altamura?
Interventi mirati a riqualificare una serie di vuoti urbani esistenti. Individuazione di una strategia di intervento atta a migliorare la vivibilità del centro storico. Sensibilizzazione in materia di mobilità sostenibile all'interno di nuovi scenari relativi a nuove aree verdi. Sviluppo di un processo di coinvolgimento socio-culturale che possa portare ad una presenza costante e attiva sul territorio.
Qual è stata la partecipazione degli altamurani alla vostra iniziativa?
Il pubblico si è lasciato lentamente coinvolgere dalle tematiche proposte nel corso della manifestazione. Registriamo con piacere la presenza e l'interesse mostratici da studenti e professionisti provenienti da località limitrofe.
Quali progetti sono stati esposti al pubblico?
I progetti proposti sono stati presentati secondo due differenti modalità, una puramente grafica a carattere interattivo, l'altra maggiormente didascalica atta a fornire contenuti e proposte. La mostra allestita nello spazio antistante l'aula magna era dedicata alle esperienze progettuali svolte dagli studenti universitari altamurani. La seconda modalità è stata utile a fornire esempi di proposte progettuali su due temi importanti per Altamura, servizi e spazio pubblici.
C'è stata anche un'estemporanea...
L'iniziativa è stata concepita come strumento utile a provocare e coinvolgere attivamente e criticamente il pubblico. Il risultato che ci siamo proposti di ottenere attraverso l'estemporanea era di dialogare con il pubblico e di dare la possibilità di esprimersi e, perché no, di fantasticare su quelle che erano le tematiche analizzate.
In quanti hanno partecipato all'estemporanea? Qual è stato il risultato?
Dall'estemporanea abbiamo constatato la natura prettamente didascalica, piuttosto che grafica, dei pensieri proposti. Nonostante il numero esiguo di partecipanti, rileviamo una certa pluralità di interpretazione riguardo l'architettura. Tale esperimento ci pare abbia la capacità di segnalare ciò che l'architettura ha perso e che dovrebbe riconquistare.
Si tratta della prima edizione... la vostra idea è di farne altre?
Ciò che avevamo previsto inizialmente, notiamo che viene suggerito dalla gente. Proseguire nel tempo, cercando di diventare un punto di riferimento costante per animare un dibattito che sollevi proposte di natura progettuale per il nostro territorio.
Volendo trarre un bilancio, come è andata la prima edizione della Tre Giorni di Architettura?
La nostra principale soddisfazione nasce dall'essere riusciti a realizzare concretamente un evento di tale portata tenendo ben presente come ed in quale contesto sia nato. Ci rende oltremodo orgogliosi l'aver visto coinvolti ed entusiasti sia gli studenti che i cittadini. Tuttavia registriamo a malincuore l'assenza immotivata di enti quali il Politecnico di Bari e l'Ordine degli Architetti, nonché di esponenti dell'Amministrazione comunale.
Quali sono stati i temi affrontati?
Partendo dalla prima giornata, è stata posta l'attenzione sulle relazioni che legano la ricerca architettonica alla sua prassi, dall'analisi storica all'interpretazione della realtà. Il dibattito sul tema della qualità ha messo in luce la figura dell'architetto come intellettuale che si avvale di nuovi strumenti, metodologie e strategie. I concetti di interdisciplinarietà e ricerca hanno evidenziato come la prassi progettuale non è poi così distante dalle attività svolte all'interno dell'ambito universitario. In ultima analisi è emersa la necessità di considerare la sostenibilità come fine e non solo come strumento, a partire dall'analisi delle criticità esistenti e dall'input fornito per future proposte e programmi.
Le criticità riscontrate ad Altamura?
Emerge indubbiamente la mancanza di una corretta pianificazione del territorio. Scarsa attenzione rivolta all'importanza e alla qualità che gli spazi di aggregazione sociale rivestono all'interno della vita pubblica. Assenza di aree verdi correttamente gestite e tutelate, nonché di proposte di riqualificazione o di nuovi interventi. Manca una strategia turistica in grado di mettere a sistema e di valorizzare le bellezze architettonico-paesaggistiche a nostra disposizione.
Le proposte per Altamura?
Interventi mirati a riqualificare una serie di vuoti urbani esistenti. Individuazione di una strategia di intervento atta a migliorare la vivibilità del centro storico. Sensibilizzazione in materia di mobilità sostenibile all'interno di nuovi scenari relativi a nuove aree verdi. Sviluppo di un processo di coinvolgimento socio-culturale che possa portare ad una presenza costante e attiva sul territorio.
Qual è stata la partecipazione degli altamurani alla vostra iniziativa?
Il pubblico si è lasciato lentamente coinvolgere dalle tematiche proposte nel corso della manifestazione. Registriamo con piacere la presenza e l'interesse mostratici da studenti e professionisti provenienti da località limitrofe.
Quali progetti sono stati esposti al pubblico?
I progetti proposti sono stati presentati secondo due differenti modalità, una puramente grafica a carattere interattivo, l'altra maggiormente didascalica atta a fornire contenuti e proposte. La mostra allestita nello spazio antistante l'aula magna era dedicata alle esperienze progettuali svolte dagli studenti universitari altamurani. La seconda modalità è stata utile a fornire esempi di proposte progettuali su due temi importanti per Altamura, servizi e spazio pubblici.
C'è stata anche un'estemporanea...
L'iniziativa è stata concepita come strumento utile a provocare e coinvolgere attivamente e criticamente il pubblico. Il risultato che ci siamo proposti di ottenere attraverso l'estemporanea era di dialogare con il pubblico e di dare la possibilità di esprimersi e, perché no, di fantasticare su quelle che erano le tematiche analizzate.
In quanti hanno partecipato all'estemporanea? Qual è stato il risultato?
Dall'estemporanea abbiamo constatato la natura prettamente didascalica, piuttosto che grafica, dei pensieri proposti. Nonostante il numero esiguo di partecipanti, rileviamo una certa pluralità di interpretazione riguardo l'architettura. Tale esperimento ci pare abbia la capacità di segnalare ciò che l'architettura ha perso e che dovrebbe riconquistare.
Si tratta della prima edizione... la vostra idea è di farne altre?
Ciò che avevamo previsto inizialmente, notiamo che viene suggerito dalla gente. Proseguire nel tempo, cercando di diventare un punto di riferimento costante per animare un dibattito che sollevi proposte di natura progettuale per il nostro territorio.