Politica
Ciccillo resti ad Altamura
Interrogazione dell'onorevole Pisicchio ai ministeri dell'ambiente e della ricerca
Altamura - venerdì 22 settembre 2017
12.26
Nessuno tocchi Ciccillo.
Torna prepotentemente in cronaca la vicenda dell'Uomo di Altamura e la possibilità che i resti ossei siano rimossi dalla Grotta di Lamalunga e portati nei laboratori dell'Università La Sapienza di Roma per essere studiati.
Possibilità contro cui da mesi si oppongono forse politiche e gruppi di cittadini decisi a impedire lo spostamento dell'Uomo di Altamura. Dopo alcune proteste inascoltate, in città è stato costituito il Coordinamento Europeo "Salviamo l'Uomo di Altamura" con l'obiettivo preciso "di opporsi in modo determinato a far sì che i resti dell' Uomo vengano sottratti all'habitat naturale che, di fatto, ha conservato in modo straordinario per circa centocinquantamila anni".
Pur riconoscendo la necessità di avviare nuove ricerche scientifiche su Lamalunga e sullo scheletro dell'Uomo, il Coordinamento si oppone alle richieste del team guidato dal dottor Marzi, avvalorate a quanto pare dalla Soprintendenza pugliese e che al momento non offrono "alcuna garanzia che non si verifichino danni irreparabili al Sito e ai resti scheletrici".
Tra le altre azioni messe in campo dal Coordinamento c'è una prima interrogazione parlamentare sottoscritta dall'onorevole Pino Pisicchio, Capogruppo alla Camera dei Deputati, e indirizzata ai Ministeri Istruzione, Università e Ricerca e dei Beni e delle attività Culturali.
L'onorevole, dopo aver ripercorso le tracce salienti della vicenda ricorda che il sito altamurano è diventato oggetto del progetto di ricerca "Rediscovering Altamura", Riscoprire Altamura: indagini avanzate multidisciplinari sullo scheletro della grotta di Lamalunga" finanziato nel 2016 dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica (MIUR) nell'ambito della call "PRIN 2015", che sarà sviluppato e portato a termine nell'arco del triennio 2017-2019. Un progetto che " prevedrebbe l'alterazione irreversibile dei luoghi con prove distruttive su uno dei siti paleontologici più importanti d'Italia".
In sostanza l'attività di ricerca prevede "la rimozione del cranio di Lamalunga, o di parte dei resti scheletrici umani dalla sua sede naturale. Rimozione che dovrebbe essere utile a completare la ricerca su uno dei reperti più importanti della preistoria e favorire la sua musealizzazione. I resti fossili umani rinvenuti nella grotta carsica dell'Alta Murgia, rappresentano un unicum geologico e paleontologico d'inestimabile valore culturale, ambientale e scientifico, irripetibile a livello planetario tanto che ha permesso la candidatura di questa porzione di territorio murgiano a Patrimonio Mondiale dell'Unesco".
Di qui la richiesta urgente "di sapere quali interventi i Ministri interrogati intendano porre in essere al fine di rassicurare la popolazione di Altamura sull'integrità del sito, attingendo le necessarie informazioni sulle attività di ricerca in corso e sulle azioni di tutela del bene, rendendo note le autorizzazioni rilasciate al fine di compiere prove distruttive sui campioni di roccia e sui campi dei resti fossili; e quali azioni di vigilanza, indipendentemente dal progetto di ricerca, abbiano predisposto al fine di garantire il controllo delle attività autorizzate".
Non resta che attendere risposte
Torna prepotentemente in cronaca la vicenda dell'Uomo di Altamura e la possibilità che i resti ossei siano rimossi dalla Grotta di Lamalunga e portati nei laboratori dell'Università La Sapienza di Roma per essere studiati.
Possibilità contro cui da mesi si oppongono forse politiche e gruppi di cittadini decisi a impedire lo spostamento dell'Uomo di Altamura. Dopo alcune proteste inascoltate, in città è stato costituito il Coordinamento Europeo "Salviamo l'Uomo di Altamura" con l'obiettivo preciso "di opporsi in modo determinato a far sì che i resti dell' Uomo vengano sottratti all'habitat naturale che, di fatto, ha conservato in modo straordinario per circa centocinquantamila anni".
Pur riconoscendo la necessità di avviare nuove ricerche scientifiche su Lamalunga e sullo scheletro dell'Uomo, il Coordinamento si oppone alle richieste del team guidato dal dottor Marzi, avvalorate a quanto pare dalla Soprintendenza pugliese e che al momento non offrono "alcuna garanzia che non si verifichino danni irreparabili al Sito e ai resti scheletrici".
Tra le altre azioni messe in campo dal Coordinamento c'è una prima interrogazione parlamentare sottoscritta dall'onorevole Pino Pisicchio, Capogruppo alla Camera dei Deputati, e indirizzata ai Ministeri Istruzione, Università e Ricerca e dei Beni e delle attività Culturali.
L'onorevole, dopo aver ripercorso le tracce salienti della vicenda ricorda che il sito altamurano è diventato oggetto del progetto di ricerca "Rediscovering Altamura", Riscoprire Altamura: indagini avanzate multidisciplinari sullo scheletro della grotta di Lamalunga" finanziato nel 2016 dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica (MIUR) nell'ambito della call "PRIN 2015", che sarà sviluppato e portato a termine nell'arco del triennio 2017-2019. Un progetto che " prevedrebbe l'alterazione irreversibile dei luoghi con prove distruttive su uno dei siti paleontologici più importanti d'Italia".
In sostanza l'attività di ricerca prevede "la rimozione del cranio di Lamalunga, o di parte dei resti scheletrici umani dalla sua sede naturale. Rimozione che dovrebbe essere utile a completare la ricerca su uno dei reperti più importanti della preistoria e favorire la sua musealizzazione. I resti fossili umani rinvenuti nella grotta carsica dell'Alta Murgia, rappresentano un unicum geologico e paleontologico d'inestimabile valore culturale, ambientale e scientifico, irripetibile a livello planetario tanto che ha permesso la candidatura di questa porzione di territorio murgiano a Patrimonio Mondiale dell'Unesco".
Di qui la richiesta urgente "di sapere quali interventi i Ministri interrogati intendano porre in essere al fine di rassicurare la popolazione di Altamura sull'integrità del sito, attingendo le necessarie informazioni sulle attività di ricerca in corso e sulle azioni di tutela del bene, rendendo note le autorizzazioni rilasciate al fine di compiere prove distruttive sui campioni di roccia e sui campi dei resti fossili; e quali azioni di vigilanza, indipendentemente dal progetto di ricerca, abbiano predisposto al fine di garantire il controllo delle attività autorizzate".
Non resta che attendere risposte