Cronaca
Chiuse le indagini sulla morte di don Francesco Cassol
Fu ucciso per errore da un colpo di fucile. Il bracconiere è accusato di omicidio colposo, omissione di soccorso e caccia di frodo
Altamura - venerdì 28 gennaio 2011
10.12
Notte fra il 21 ed il 22 agosto scorsi. Un errore uccide don Francesco Cassol. Il sacerdote veneto si era fermato nei pressi del Pulo per trascorrere la notte all'aperto con i suoi "goumiers". Un colpo di fucile sparato da Giovanni Ardino lo raggiunse all'addome mentre dormiva nel sacco a pelo. Il bracconiere aveva scambiato il gruppo per un branco di cinghiali.
Dopo circa cinque mesi, il pm della Procura di Bari Manfredi Dini Ciacci ha chiuso le indagini sulla morte di don Cassol. Il bracconiere, reo confesso del delitto, è accusato di omicidio colposo, di omissione di soccorso e di caccia di frodo.
Ardino, presente alla cerimonia organizzata dal Comitato Don Francesco Cassol il 7 novembre scorso, piangeva in disparte. Al suo posto prese la parola la sorella, che lo definì "un uomo distrutto dal dolore". Era tornato in libertà. Il 23 agosto si costituì. Dopo due giorni, il Tribunale di Bari confermò gli arresti domiciliari per omicidio colposo. Il 6 settembre, pur rimanendo ai domiciliari, ottenne il permesso di recarsi a lavoro per 8 ore al giorno.
Dopo circa cinque mesi, il pm della Procura di Bari Manfredi Dini Ciacci ha chiuso le indagini sulla morte di don Cassol. Il bracconiere, reo confesso del delitto, è accusato di omicidio colposo, di omissione di soccorso e di caccia di frodo.
Ardino, presente alla cerimonia organizzata dal Comitato Don Francesco Cassol il 7 novembre scorso, piangeva in disparte. Al suo posto prese la parola la sorella, che lo definì "un uomo distrutto dal dolore". Era tornato in libertà. Il 23 agosto si costituì. Dopo due giorni, il Tribunale di Bari confermò gli arresti domiciliari per omicidio colposo. Il 6 settembre, pur rimanendo ai domiciliari, ottenne il permesso di recarsi a lavoro per 8 ore al giorno.