Cronaca
Celebrati ieri i funerali di Carlo e Rosa
Le parole del Vescovo. Sentita partecipazione dei cittadini altamurani
Altamura - lunedì 14 novembre 2011
10.00
Si sono celebrati ieri, 13 novembre, in Cattedrale, i funerali di Carlo e Rosa Masiello, i due dispersi altamurani a seguito del nubifragio verificatosi la scorsa domenica nel materano.
Una chiesa gremita di cittadini che volevano esprimere con la presenza il proprio cordoglio alla famiglia delle vittime. Presenti i rappresentanti delle Istituzioni, tra cui i sindaci di Altamura e Matera, Mario Stacca e Salvatore Adduce. Tutta la comunità altamurana ha abbracciato idealmente le famiglie colpite dal dolore nel lutto cittadino indetto dal Sindaco di Altamura.
La cerimonia, in Cattedrale, è stata celebrata dal vescovo S.E. Mons. Mario Paciello che, durante l'Omelia ha espresso parole di conforto e di fede. "Davanti alle bare di un padre e una figlia, periti tragicamente, si comprende il senso della preghiera. L'espressione più forte del dolore e della condivisione del dolore è il silenzio. Le parole umane possono dire poco o nulla; possono testimoniare affetto, vicinanza, ma non possono dare risposte; non possono colmare le voragini che si aprono con la perdita di persone care. Solo dalla fede attingiamo la luce e la forza per metterci in atteggiamenti di accoglienza, di accettazione, di obbedienza davanti al dolore."
E ancora: " I momenti strazianti, terribili, di vedersi trascinati e ingoiati da un fiume di fango resteranno indelebili nella nostra immaginazione; ma per Carlo e Rosa, che li hanno vissuti in prima persona, sono orami cose passate, appartenenti al loro passaggio sulla terra. Essi sono ora nelle mani del Signore. […] Quanti hanno conosciuto Rosa sanno che era una donna che conosceva il patire. La sua giovane vita ha percorso le vie aspre della sofferenza e della malattia; ma questo non le ha tolto la gioia di vivere; né le ha impedito di essere catechista e di impegnarsi col marito in un Gruppo famiglia e nel sociale. Rosa lascia dietro di sé una scia luminosa di donna e di sposa esemplare. Col suo sposo Saverio ha dato testimonianza di vita cristiana praticata con fedeltà e convinzione. Saverio e Rosa non hanno avuto la gioia dei figli, ma il loro cuore si è aperto per dare amore ai bambini degli altri. Credo che anche nell'incidente mortale abbia collaborato con Saverio per salvare le due bambine, a costo della sua vita".
Il Vescovo ha concluso con parole di ringraziamento verso tutte le Forze dell'Ordine per la tenacia, i sacrifici, la generosità e l'impegno profuso. Anche gli amici della nipote Antonella, sorella delle due gemelle salvate dalla sciagura, hanno salutato le famiglie in rappresentanza della classe II sez. G della Scuola Media S. Mercadante.
Non aveva parole Saverio Monitillo, marito di Rosa. Nel ringraziare quanti gli sono stati vicino, le Istituzioni e le Forze dell'Ordine, ha ricordato i 22 anni vissuti assieme a Rosa sottolineando la forza che muove tutte le cose: l'amore. "L'amore è in noi, cerchiamo di volerci tutti bene. Scusatemi, Carlo e Rosa, se non ce l'ho fatta".
Una chiesa gremita di cittadini che volevano esprimere con la presenza il proprio cordoglio alla famiglia delle vittime. Presenti i rappresentanti delle Istituzioni, tra cui i sindaci di Altamura e Matera, Mario Stacca e Salvatore Adduce. Tutta la comunità altamurana ha abbracciato idealmente le famiglie colpite dal dolore nel lutto cittadino indetto dal Sindaco di Altamura.
La cerimonia, in Cattedrale, è stata celebrata dal vescovo S.E. Mons. Mario Paciello che, durante l'Omelia ha espresso parole di conforto e di fede. "Davanti alle bare di un padre e una figlia, periti tragicamente, si comprende il senso della preghiera. L'espressione più forte del dolore e della condivisione del dolore è il silenzio. Le parole umane possono dire poco o nulla; possono testimoniare affetto, vicinanza, ma non possono dare risposte; non possono colmare le voragini che si aprono con la perdita di persone care. Solo dalla fede attingiamo la luce e la forza per metterci in atteggiamenti di accoglienza, di accettazione, di obbedienza davanti al dolore."
E ancora: " I momenti strazianti, terribili, di vedersi trascinati e ingoiati da un fiume di fango resteranno indelebili nella nostra immaginazione; ma per Carlo e Rosa, che li hanno vissuti in prima persona, sono orami cose passate, appartenenti al loro passaggio sulla terra. Essi sono ora nelle mani del Signore. […] Quanti hanno conosciuto Rosa sanno che era una donna che conosceva il patire. La sua giovane vita ha percorso le vie aspre della sofferenza e della malattia; ma questo non le ha tolto la gioia di vivere; né le ha impedito di essere catechista e di impegnarsi col marito in un Gruppo famiglia e nel sociale. Rosa lascia dietro di sé una scia luminosa di donna e di sposa esemplare. Col suo sposo Saverio ha dato testimonianza di vita cristiana praticata con fedeltà e convinzione. Saverio e Rosa non hanno avuto la gioia dei figli, ma il loro cuore si è aperto per dare amore ai bambini degli altri. Credo che anche nell'incidente mortale abbia collaborato con Saverio per salvare le due bambine, a costo della sua vita".
Il Vescovo ha concluso con parole di ringraziamento verso tutte le Forze dell'Ordine per la tenacia, i sacrifici, la generosità e l'impegno profuso. Anche gli amici della nipote Antonella, sorella delle due gemelle salvate dalla sciagura, hanno salutato le famiglie in rappresentanza della classe II sez. G della Scuola Media S. Mercadante.
Non aveva parole Saverio Monitillo, marito di Rosa. Nel ringraziare quanti gli sono stati vicino, le Istituzioni e le Forze dell'Ordine, ha ricordato i 22 anni vissuti assieme a Rosa sottolineando la forza che muove tutte le cose: l'amore. "L'amore è in noi, cerchiamo di volerci tutti bene. Scusatemi, Carlo e Rosa, se non ce l'ho fatta".