INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTAAl Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, al Ministro dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, al Ministro degli Affari regionali, turismo e sport.
Premesso che:
Nel 1999 nella città di Altamura, in provincia di Bari, durante alcuni scavi in una cava abbandonata in località Pontrelli, sono state rinvenute oltre ventimila impronte di dinosauro. La cava insiste su una roccia calcarea, indicata nel linguaggio geologico "Calcare di Altamura", su circa 12.000 mq sono impresse su un'unica superficie di strato, migliaia di impronte. Le numerose forme presenti suggeriscono un indice di diversità biologica piuttosto elevato e, inoltre, le dimensioni più piccole rispetto a quelle finora conosciute, rendono il sito di Altamura unico nel suo genere;
l'unicità di questo ritrovamento ha reso la zona il sito paleontologico più ricco e importante d'Europa - che probabilmente non ha altri eguali nel resto del Pianeta -, vista anche l'elevatissima biodiversità rilevata che caratterizzava gli individui presenti contemporaneamente nello stesso luogo;
le impronte repertate risalgono al Cretacico Superiore, tra i 70 e gli 80 milioni di anni fa, quando il clima in Puglia era di tipo tropicale (caldo umido), e testimoniano la presenza di oltre duecento animali appartenenti almeno a cinque gruppi diversi di dinosauri, erbivori e anche carnivori;
a proposito di tali ritrovamenti, gli studiosi parlano di una scoperta di importanza mondiale: le orme sono organizzate in vere e proprie piste, e sono così ben conservate da fornire informazioni sull'apparto motorio scheletrico, la postura e l'andatura degli animali. Sono arrivate fino ai giorni nostri, probabilmente, per la presenza, nel terreno paludoso, di tappeti di alghe che ne hanno permesso la cementazione. Dalla lettura delle impronte, e soprattutto dall'analisi delle piste, si evincerebbe che si trattava di una tranquilla zona di pascolo per grandi erbivori;
una volta fatta tale scoperta, c'è stato un grande interesse per l'intera zona: nei primi 2 anni sono arrivati ad Altamura migliaia di visitatori ma poi, lentamente, i proprietari della cava hanno deciso di chiudere l'ingresso al pubblico per mancanza di servizi e dotazioni di sicurezza. Tale decisione ha comportato una grave perdita: sia per tutti coloro che avrebbero voluto visitare il sito e non hanno potuto farlo, sia per lo stato di conservazione delle impronte, che continuano a degradarsi a causa degli agenti atmosferici ostili;
la situazione, però, è resa ancora più complicata da ulteriori circostanze: il terreno della cava è di proprietà privata e non si è ancora riuscito a trovare un accordo definitivo e soddisfacente con le istituzioni pubbliche. L'intera area copre 175mila metri quadri, e la superficie in cui le impronte sono state rilevate è di 17 mila metri quadri. Secondo quanto affermato da Enzo Fiore, amministratore della società proprietaria che risponde al nome di "Valle dei dinosauri srl": "All'inizio si è pensato ad un accordo tra pubblico e privato, anche alla creazione di una fondazione, ma in questi anni non si è fatto nulla, sono cambiate 3 amministrazioni comunali e parecchi sovrintendenti";
uno degli ostacoli maggiori è dettato dalla difficoltà di riuscire a quantificare il valore del sito; la stessa società che ne detiene la proprietà, alcuni anni fa ha proposto una perequazione urbanistica con il Comune di Altamura di 8 milioni di euro, per trasformare un terreno della società da agricolo a edificabile con fabbricati che abbiano una cubatura equivalente a un valore di 8 milioni di euro. Il Comune non ha accettato, ma non è ancora stata trovata la giusta formula per salvaguardare il sito di Cava Pontrelli;
dal 1999 ad oggi, l'interesse di molti cittadini verso il sito è confluito verso l'imprescindibile esigenza di dare un apporto diretto per difendere l'importante area paleontologica, il "Movimento Culturale Spiragli" che nella loro continua battaglia per la tutela di Cava Pontrelli, sono promotori dell'importanza di effettuare prima possibile un'ulteriore e accurata ricognizione dello stato dei luoghi, e dell'assoluta urgenza di tutelare e salvaguardare la paleo superficie. In tal senso, per tramite del paleontologo Marco Petruzzelli, sono recentemente riusciti ad ottenere la disponibilità di scienziati di Manchester, Barcellona, Kracovia, Varsavia, e americani del Roky Mountain Museum e Black Hills Museum, interessati ad occuparsi;
anche le istituzioni hanno inoltre sempre confermato il loro interesse alla risoluzione del problema, che ha avuto, in primis, come ostacolo principale la questione relativa alla proprietà nelle mani di una società privata;
nel novembre del 2000, la paleo-superficie su cui insistono le migliaia di orme fossili di dinosauro è stata sottoposta a vincolo diretto (paleontologico) ed è stata acquisita, da tempo, al patrimonio pubblico in quanto il Direttore del Ministero per i Beni Culturali, il 7 dicembre 2000, ha dichiarato che: "le impronte di dinosauro … appartenenti allo Stato" disponendo, in questo modo, l'inserimento di tali beni nell'elenco dei Beni Demaniali;
dopo tale intervento rimane di proprietà privata la sola cava, ossia la pietraia circostante. Fino a questo momento, però, nessun ente preposto (ministero, soprintendenza, amministrazione comunale e tutti gli altri enti locali) ha pensato di far valere una normale servitù di passaggio per l'accesso alla paleo-superficie, ossia a quello che è già patrimonio pubblico, un bene demaniale;
dopo numerosi tentativi di accordo tra le istituzioni pubbliche e la proprietà, falliti negli scorsi anni, nel 2011 è stata avviata la pratica del ministero per i Beni culturali per l'esproprio. La Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia ha terminato la fase istruttoria per la stima del bene, e attualmente si attende che il ministero decida, anche in base ai fondi disponibili, se procedere all'esproprio;
gli ostacoli maggiori, tra i tanti, che hanno fino a questo momento impedito che Cava Pontrelli passasse da una proprietà privata a quella pubblica, sono stati determinati dalla difficoltà di ottenere la valutazione del bene, che non può essere fatta da un privato, ma deve essere determinata da un soggetto pubblico, come per l'appunto il Ministero per i Beni Culturali;
ottenuto l'esproprio da parte dello Stato, poi, sarà necessario decidere se Cava Pontrelli sarà gestita da un ente statale o se verrà concessa una delega al Comune di Altamura perché l'area possa essere amministrata e gestita direttamente dalla città murgiana; nel momento in cui sarà determinato il trasferimento di proprietà allo stato e il bene diverrà pubblico, sarà possibile presentare progetti e valorizzare al meglio l'area archeologica, anche accedendo ai finanziamenti europei per la cultura;
allo stato attuale delle cose, a seguito della notificazione da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, alla "Valle dei Dinosauri srl" della procedura espropriativa di Cava Pontrelli, la Soprintendenza medesima ha acquisito il diritto ad occupare per due anni la Cava, in attesa della definizione dell'iter amministrativo in corso; l'esercizio di tale diritto è di vitale importanza per lo stato di salute della paleosuperficie del sito in questione, visto che ora l'Ente periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali può porre in essere azioni di ripristino e di salvaguardia del bene, ma non è sufficiente perché l'annosa questione possa ritenersi risolta.
Per sapere:
Se i Ministri interrogati non ritengano necessario intervenire affinché venga finalmente chiarita l'annosa vicenda che riguarda Cava Pontrelli in merito alle urgenti questioni
che attualmente impediscono la giusta valorizzazione della preziosa area archeologica;
che mettono a rischio l'intera area poiché in questi 14 anni di attesa e incertezze le 500 orme di dinosauro rimaste a cielo aperto sono state inesorabilmente rovinate dalla pioggia e dal vento, portando ad una perdita di un patrimonio di inestimabile valore;
che hanno impedito la giusta valorizzazione di un area che potrebbe portare alla città di Altamura e a tutti i paesi limitrofi importanti introiti legati ad un imponente flusso turistico;
che necessitano di un'accurata e ulteriore ricognizione dello stato dei luoghi per mettere a punto un imprescindibile piano di conservazione degli stessi;
che abbiano tra gli obiettivi principali la tutela e la salvaguardia della paleo superficie, stanziando fondi per il recupero e la protezione delle orme danneggiate e, parallelamente, per uno studio specifico delle orme stesse, coinvolgendo a questo proposito il mondo scientifico.
On. Cecilia Ventricelli