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Territorio

Cava Pontrelli giunge al suo tredicesimo compleanno

Da sei mesi si attende la perizia da parte dello Stato. Una lettera di Bartolomeo Smaldone

Si ritorna a parlare della Cava Pontrelli. Lo scorso 17 ottobre, il soprintendente De Siena annunciò ufficialmente l'avvio della procedura espropriativa e, ancora oggi, si attende una perizia che stabilisca il valore del bene. Sono passati quasi 13 anni dalla scoperta della Cava dei dinosauri. Un tempo assai lungo per giustificare i sistemi burocratici. Bartolomeo Smaldone esprime il suo sconcerto di fronte all'inettitudine dello Stato in una lettera.

"Il prossimo maggio Cava Pontrelli, la Valle dei Dinosauri, - scrive - compirà il suo tredicesimo compleanno. Se le cose fossero andate come sarebbe stato lecito attendersi, avremmo dovuto organizzare grandi festeggiamenti, e, con ogni probabilità, non staremmo ancora qui a parlare di crisi del comparto del divano e del settore edilizio. Se De Siena, ossia lo Stato Italiano, avesse tenuto fede al suo impegno, oggi avremmo celebrato un, sia pur tardivo, rimedio ad un colossale errore di fatto e di diritto. E, invece, lo Stato italiano proprio non ce la fa a smentire se stesso; davvero non riesce a scrollarsi di dosso la zavorra di una inettitudine che lo sta risucchiando sempre più verso il baratro. Da ottobre ad oggi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia non è stata in grado di esprimere, attraverso una perizia, il valore del bene sottoposto ad esproprio. Sei mesi, circa, non sono stati sufficienti, a questi uomini dello Stato, a questi pubblici dipendenti, al compimento del loro dovere".

"Da sei mesi a questa parte, - si continua a leggere - molti di voi si saranno alzati, tutte le mattine, per raggiungere la propria postazione di lavoro; avranno fatto i conti con le bollette, sempre più care, e con i servizi pubblici, sempre più inefficienti. Avranno fatto lunghe code davanti ad uno sportello postale per subire lo sguardo protervo dell'onnipotente impiegato protetto da un vetro antiproiettile, insensibile alle vostre rimostranze per una raccomandata non consegnata, senza nemmeno suonare il citofono. Altri, saranno giunti stremati allo sportello sanitario per pagare il ticket per l'esame prescritto, e si saranno sentiti dire che le liste d'attesa prevedono tempi lunghissimi, accorciabili sensibilmente con un gioco di prestigio che tutti conoscono e in pochi denunciano. Così è, se vi pare, in questo Paese. Alcuni si indignano, altri protestano, altri ancora bloccano le autostrade, mentre altri bestemmiano. I metalmeccanici difenderebbero con la vita l'articolo 18; i grandi manager non rinunciano nemmeno ad un centesimo dei loro stipendi ultramilionari; i clochard si accontentano di vino in cartone e di avanzi di cibo; i pensionati vorrebbero fare qualche regalo in più ai loro nipoti, ma l'ICI prima non si pagava più, ora si paga, e pure la Chiesa si ribella. Le banche si riprendono indietro le case, le famiglie ritornano a vivere a pigione, e il canone Rai lo si deve pagare per avere in cambio le immagini di qualche ex vip fatto precipitare senza cibo su un'isola sconosciuta alle mappe nautiche. E tutta questa miseria è costruita apposta per vendere l'illusione che grattando senza sosta si possa vivere da vacanziero per tutta la vita. Così è, se vi pare. Ad alcuni di noi hanno insegnato la sopravvivenza. Ad altri la rassegnazione. Ma proprio non ce l'hanno fatta a togliere dalla testa di molti altri la rivoluzione".

Smaldone conclude: "Faccia De Siena, faccia lo Stato italiano, il proprio dovere, senza indugi, senza ulteriori esitazioni. E la politica dei comunicati stampa e delle lingue fuori, impari a non stare sotto i riflettori solo per convenienza. Solleciti, pungoli, senza sosta, chi è tenuto a porre definitivamente la parola fine a questa triste storia, tutta italiana. Così che non si corra il rischio di vanificare irreparabilmente quanto la Terra ha preservato per settanta milioni di anni".
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