
Territorio
Cava dei dinosauri, una cronistoria lunga 14 anni
Spunta un'altra interrogazione regionale sul tema. Le chiarificazioni del soprintendente La Rocca
Altamura - giovedì 2 maggio 2013
18.40
Cava dei dinosauri, difficile trarre le fila della questione quando troppe voci si sovrappongono. Nuovi tasselli si aggiungono al puzzle, sebbene la risoluzione sembra essere non imminente. Spunta nella cronistoria del sito paleontologico altamurano, scoperto nel 1999 (12mila mq con circa 25mila impronte di dinosauro appartenenti al Cretacico superiore), un'altra interrogazione regionale. Stavolta a firma dei consiglieri regionali Michele Ventricelli e Carlo De Santis e risalente 30 ottobre 2007. Nel testo viene fatta menzione del provvedimento di vincolo del 2000 e dell'immissione del sito nell'elenco dei beni demaniali (15.12.2000, nota n. GP53963/2000, a norma dell'art. 822 c.c. e del D.L. 490/99). Si parla anche della procedura di demanializzazione delle "porzioni di particelle funzionali alla fruizione delle orme", ossia del tracciato della stradina di accesso. Ma nella stessa narrativa, i consiglieri parlano di una "brusca e inspiegabile interruzione della procedura di demanializzazione". Cosa è successo? Si chiedono nel testo le motivazioni e l'esito della procedura. Ma nessuna risposta è mai giunta. L'interrogativo, dunque, posto a tal proposito dal consigliere comunale Enzo Colonna nell'interpellanza consiliare, protocollata presso gli uffici del Comune qualche settimana fa, diviene quanto mai giustificato e appropriato: "è stata portata a termine la procedura di demanializzazione dell'area interessata dalle orme, seppur disposta da un decreto ministeriale nel 2000?"
Sul caso, Luigi La Rocca (Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia), precisa: "La superficie con le impronte è negli elenchi dei beni demaniali". Allora chiediamo chiarificazioni sulla stima del sito effettuata e comunicata dal Ministero alla proprietà. Il soprintendente conferma: si aggira intorno alle 500mila euro la cifra stabilita. E si mostra sereno sulle disponibilità economiche del Ministero per far fronte alla questione. "Il Comune di Altamura – spiega – se vuole una comunicazione ufficiale della stima deve far richiesta al Ministero dei documenti esprimendo l'intenzione di acquisire il terreno e seguirà una risposta". Nel frattempo, la questione è di rimbalzo tra la proprietà, che in controdeduzione ha chiesto 8milioni di euro, e la Soprintendenza. Sul punto, insiste il consigliere E. Colonna: "per accelerare la definizione della questione relativa alla titolarità del Bene, preliminare ai successivi interventi di salvaguardia e valorizzazione, sia il Comune di Altamura (possibilmente assieme alla Regione Puglia e alla Provincia di Bari) ad attivarsi per espropriare l'area ai sensi dell'art. 95, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio".
Interessamento alla Cava è stato dimostrato anche dall'onorevole Liliana Ventricelli che nel mese di aprile ha depositato - a seguito di un incontro con i rappresentanti del movimento Spiragli che si sta battendo per l'esproprio del sito - un'interrogazione parlamentare condivisa con l'on. Pino Pisicchio, già promotore di altre due interrogazioni sul tema, l'on. Matteo Orfini responsabile Cultura del PD e i parlamentari pugliesi Dario Ginefra, Gero Grassi, Antonio Decaro e Franco Cassano. Ma il documento, per quanto apprezzabile per aver ulteriormente mantenuto accesi i riflettori sul caso, è oggetto di non poche critiche. Lo stesso La Rocca ha parlato di "affermazioni impossibili" allorquando nel testo dell'interrogazione parlamentare si dichiara che "la Soprintendenza medesima ha acquisito il diritto ad occupare per due anni la Cava". "Non è previsto dalla legge – continua il Soprintendente – e mi stupisco che a scriverlo siano rappresentanti dell'istituzione". Un atteggiamento, dunque, di netta disapprovazione e di smentita.
La conferma sulla stima del Bene giunge anche dal rappresentante legale della proprietà, avv. Raffaele Padrone: "si tratta di circa 500mila euro, poco meno per l'esattezza. Noi abbiamo già provveduto alla controdeduzione". Intanto, sono state respinte dalla proprietà le richieste avanzate dall'Ente Parco di acquisire la disponibilità della Cava per organizzare visite da parte di turisti. L'avv. Padrone ha precisato a tal proposito: "Abbiamo finora agevolato visite di studiosi, scienziati o eccezionalmente di visitatori, ma pensare all'accesso in massa alla Cava è ben altra cosa".
Nel Box approfonfimenti, il testo integrale dell'interrogazione parlamentare del 30.10.2007.
Sul caso, Luigi La Rocca (Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia), precisa: "La superficie con le impronte è negli elenchi dei beni demaniali". Allora chiediamo chiarificazioni sulla stima del sito effettuata e comunicata dal Ministero alla proprietà. Il soprintendente conferma: si aggira intorno alle 500mila euro la cifra stabilita. E si mostra sereno sulle disponibilità economiche del Ministero per far fronte alla questione. "Il Comune di Altamura – spiega – se vuole una comunicazione ufficiale della stima deve far richiesta al Ministero dei documenti esprimendo l'intenzione di acquisire il terreno e seguirà una risposta". Nel frattempo, la questione è di rimbalzo tra la proprietà, che in controdeduzione ha chiesto 8milioni di euro, e la Soprintendenza. Sul punto, insiste il consigliere E. Colonna: "per accelerare la definizione della questione relativa alla titolarità del Bene, preliminare ai successivi interventi di salvaguardia e valorizzazione, sia il Comune di Altamura (possibilmente assieme alla Regione Puglia e alla Provincia di Bari) ad attivarsi per espropriare l'area ai sensi dell'art. 95, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio".
Interessamento alla Cava è stato dimostrato anche dall'onorevole Liliana Ventricelli che nel mese di aprile ha depositato - a seguito di un incontro con i rappresentanti del movimento Spiragli che si sta battendo per l'esproprio del sito - un'interrogazione parlamentare condivisa con l'on. Pino Pisicchio, già promotore di altre due interrogazioni sul tema, l'on. Matteo Orfini responsabile Cultura del PD e i parlamentari pugliesi Dario Ginefra, Gero Grassi, Antonio Decaro e Franco Cassano. Ma il documento, per quanto apprezzabile per aver ulteriormente mantenuto accesi i riflettori sul caso, è oggetto di non poche critiche. Lo stesso La Rocca ha parlato di "affermazioni impossibili" allorquando nel testo dell'interrogazione parlamentare si dichiara che "la Soprintendenza medesima ha acquisito il diritto ad occupare per due anni la Cava". "Non è previsto dalla legge – continua il Soprintendente – e mi stupisco che a scriverlo siano rappresentanti dell'istituzione". Un atteggiamento, dunque, di netta disapprovazione e di smentita.
La conferma sulla stima del Bene giunge anche dal rappresentante legale della proprietà, avv. Raffaele Padrone: "si tratta di circa 500mila euro, poco meno per l'esattezza. Noi abbiamo già provveduto alla controdeduzione". Intanto, sono state respinte dalla proprietà le richieste avanzate dall'Ente Parco di acquisire la disponibilità della Cava per organizzare visite da parte di turisti. L'avv. Padrone ha precisato a tal proposito: "Abbiamo finora agevolato visite di studiosi, scienziati o eccezionalmente di visitatori, ma pensare all'accesso in massa alla Cava è ben altra cosa".
Nel Box approfonfimenti, il testo integrale dell'interrogazione parlamentare del 30.10.2007.