Politica
Caso Moro, la verità dopo quarantanni di falsità
Nota da Pietro Pepe
Altamura - mercoledì 18 luglio 2018
A Maggio sono state tante le iniziative celebrative che hanno reso omaggio alle vittime del terrorismo ed in particolare ad Aldo Moro, sia a livello Nazionale che Regionale. In Puglia nel giorno della Memoria sono state organizzate manifestazioni da parte del Consiglio Regionale, del Comune di Bari, della Federazione dei "Centro Studi A. Moro" e dell'Aiccre Puglia. Quest'anno accanto alla apposizione della Corona di alloro presso il monumento di A. Moro e degli agenti della Scorta si è proceduto, guidati dal Ing. Ferlicchia alla scopertura delle Pietre da Inciampo da parte delle autorità in un Itinerario della Memoria dei Luoghi frequentati a Bari dallo statista democristiano. A Taranto l'Aiccre Puglia ha voluto in, coincidenza della Settimana della Festa dell'Europa, onorare A. Moro con un omaggio floreale-musicale, molto suggestivo e apprezzato. In occasione del 40 anniversario dell'omicidio di Moro, la valutazione dei Morotei Pugliesi, rappresentati dal Ing. Ferlicchia, è stato formulata a conclusione delle stesse celebrazoni, proprio per evitare che venisse confuso il momento analitico con quello commemorativo.
La prima considerazione è scaturita dalla constatazione per lo straordinario e diffuso interesse di tanti commentatori tornati a parlare e a scrivere sulle "Nuove verità" del Caso Moro, emerse a conclusione dei Lavori della Commisione di inchiesta Parlamentare, presieduta dall'on.le Fioroni: ne hanno parlato e scritto "la Televisione Italiana, la Gazzetta del Mezzogiorno, la Repubblica, il Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, l'Avvenire, senza dimenticare alcuni autorevoli scrittori" che hanno dedicato inchieste, cronache, analisi, letture civili e nuovi libri. La federazione dei Centri Studi ritiene che questo anniversario sarà soprattutto ricordato e caratterizzato da due novità: • La Relazione Finale della Commissione e la desecretazione degli atti, avvenuto il 22/02/2018. • La Riscrittura della vicenda Moro, diversa da quella costruita a tavolino dalle Brigate Rosse. (Dal sequestro all'uccisione di Moro).
1 Finalmente la verità, anche se ancora parziale, inizia a trionfare sulla menzogna contenuta nel Memoriale dei brigatisti Morucci-Faranda. Il merito di questo significativo risultato appartiene ai componenti dell'intera commisione per la coraggiosa e trasparente Relazione, approvata alla unanimità dalla stessa e in particolare per aver deciso di rendere di pubblico dominio gli Atti in suo possesso, inviando alla Magistratura Penale quella di sua competenza. Si è distinto in modo encomiabile l'on.le Gero Grassi che si è donato per oltre 3 anni al caso Moro, studiando ed esaminando una montagna di documenti e soprattutto nell' individuare i punti deboli, contradditori e falsi, riuscendo, così, a smontare le precedenti costruzioni di Comodo. A riguardo molto illuminante è il libro "La verità negata" di Gero Grassi, frutto del suo impegno straordinario nella Commissione di inchiesta Moro
2. Si è riaperta, grazie a questo lavoro, una nuova Discussione sulla Tragedia Nazionale che sconvolse il nostro Paese negli anni 80. Sono emersi particolari inediti, confessioni e dichiarazioni sconvolgenti che impongono a tutti di rivedere la Storia del Rapimento e dell'omicidio di Moro e di riscrivere un pezzo della storia d'Italia. Non tutto s'è potuto conoscere per il persistente comportamento omissivo di alcuni testimoni e protagonisti che abilmente continuano a nascondersi ed ad ostacolare la ricerca, passato ora nelle mani della Giustizia Penale anche perchè la Commisione ha esaurito il suo lavoro. Ciò nonostante si è sviluppato una rinnovata attenzione espressa da interviste, articoli, nuovi libri e servizi televisivi sul perchè Moro è stato ucciso; vale la pena ricordare che a quel tempo il Paese era smarrito e carico di attese. La Prima Repubblica pur con tutte le contraddizioni sociali e politiche, stava procedendo ad un piano di Riforme Istituzionali di tutto rispetto: dalla Scuola, all'Assistenza Sanitaria, dalla Parità di sessi al Servizio Civile, dalla umanizzazione delle Carceri alla lotta alla Povertà e alla inclusione Sociale. Sul piano politico i due protagonisti Moro e Berlinguer, prima degli altri avevano intercettato i nuovi tempi che li aveva portati ad avvicinarsi sempre di più, per realizzare la Democrazia dell'alternanza; un nobile e alto compromesso per il Bene Comune, molto lontano dalla cultura contrattualistica e mercantile oggi in auge. Moro fu bloccato dal Terrorismo Rosso, per evitare la nascita del governo di solidarietà nazionale, tra la DC e il PCI. Infatti, Moro da tempo, pensando al futuro del Paese, stava lavorando per spingere il Partito Comunista Italiano a fare una scelta di campo verso la Democrazia 2
Compiuta. Fu ucciso, certamente, dalle Brigate Rosse ma è stato dimostrato che la direzione strategica è stata esercitata dall'intervento dei servizi segreti deviati, collegati a servizi di alcuni Paesi Stranieri, dall'IOR della Città del Vaticano e dalla criminalità organizzata. Per avere una visione Plastica della dolorosa tragedia basta sfogliare il settimanale di "Famiglia Cristiana" di Maggio 2018, che presenta il suo esclusivo dossier con efficaci immagini sulle auto e sulle armi dell'omicidio di Moro. Dopo 40 anni è venuto fuori in modo netto questa nuova realtà, la cui luce potrebbero portarci presto alla verità totale. Per raggiungere questo obiettivo aiuta molto il ruolo e l'azione del Mondo della Comunicazione; come il prezioso documento Film della RaiTv "Moro il professore" preceduto da una lettura civile sui 55 giorni di prigionia del Presidente della DC, e per aver prospettato una verità diversa da quella precostituita. Altrettando importante è il ruolo degli scrittori e della letteratura che ne è scaturita; Segnalo in particolare il libro inchiesta del giornalista scrittore dell'Ansa Paolo Cucchiarelli dal titolo "L'ultima notte di A. Moro" che propone un'altra verità diversa dal precedente racconto di marca brigatista. Ancora, degna di citazione la Rivelazione inedita contenuta nel libro dello scrittore Riccardo Ferrigato "Non doveva morire" relativo ai tentativi del Papa Paolo VI di liberare A. Moro; o quello di Marco Damilano dal titolo "Un atomo di verità" che critica lo Stato incapace di difendere la vita di una persona e di un suo rappresentante autorevole.
Non è un caso che agli esami di maturità di quest'anno è stato proposto agli studenti tra i temi storici una riflessione sul ruolo del grande statista italiano: Aldo Moro e la nascita dell'Europa sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale, assieme ad Alcide De Gasperi. In conclusione, il modo più efficace per la sua valenza educativa di raccontare Moro è stato offerto dal Consiglio Regionale della Puglia con il suo progetto per le Scuole dal titolo "Moro vive" curato da Gero Grassi, un compendio per conoscere la vita e per diffondere il Pensiero e l'insegnamento di Moro, già riconosciuto Servo di Dio per il suo martirio, ai Giovani e agli studenti pugliesi e italiani. Rimane, comunque, dal punto di vista pedagogico uno dei modi migliori per ricordarlo ed onorarlo.
La prima considerazione è scaturita dalla constatazione per lo straordinario e diffuso interesse di tanti commentatori tornati a parlare e a scrivere sulle "Nuove verità" del Caso Moro, emerse a conclusione dei Lavori della Commisione di inchiesta Parlamentare, presieduta dall'on.le Fioroni: ne hanno parlato e scritto "la Televisione Italiana, la Gazzetta del Mezzogiorno, la Repubblica, il Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, l'Avvenire, senza dimenticare alcuni autorevoli scrittori" che hanno dedicato inchieste, cronache, analisi, letture civili e nuovi libri. La federazione dei Centri Studi ritiene che questo anniversario sarà soprattutto ricordato e caratterizzato da due novità: • La Relazione Finale della Commissione e la desecretazione degli atti, avvenuto il 22/02/2018. • La Riscrittura della vicenda Moro, diversa da quella costruita a tavolino dalle Brigate Rosse. (Dal sequestro all'uccisione di Moro).
1 Finalmente la verità, anche se ancora parziale, inizia a trionfare sulla menzogna contenuta nel Memoriale dei brigatisti Morucci-Faranda. Il merito di questo significativo risultato appartiene ai componenti dell'intera commisione per la coraggiosa e trasparente Relazione, approvata alla unanimità dalla stessa e in particolare per aver deciso di rendere di pubblico dominio gli Atti in suo possesso, inviando alla Magistratura Penale quella di sua competenza. Si è distinto in modo encomiabile l'on.le Gero Grassi che si è donato per oltre 3 anni al caso Moro, studiando ed esaminando una montagna di documenti e soprattutto nell' individuare i punti deboli, contradditori e falsi, riuscendo, così, a smontare le precedenti costruzioni di Comodo. A riguardo molto illuminante è il libro "La verità negata" di Gero Grassi, frutto del suo impegno straordinario nella Commissione di inchiesta Moro
2. Si è riaperta, grazie a questo lavoro, una nuova Discussione sulla Tragedia Nazionale che sconvolse il nostro Paese negli anni 80. Sono emersi particolari inediti, confessioni e dichiarazioni sconvolgenti che impongono a tutti di rivedere la Storia del Rapimento e dell'omicidio di Moro e di riscrivere un pezzo della storia d'Italia. Non tutto s'è potuto conoscere per il persistente comportamento omissivo di alcuni testimoni e protagonisti che abilmente continuano a nascondersi ed ad ostacolare la ricerca, passato ora nelle mani della Giustizia Penale anche perchè la Commisione ha esaurito il suo lavoro. Ciò nonostante si è sviluppato una rinnovata attenzione espressa da interviste, articoli, nuovi libri e servizi televisivi sul perchè Moro è stato ucciso; vale la pena ricordare che a quel tempo il Paese era smarrito e carico di attese. La Prima Repubblica pur con tutte le contraddizioni sociali e politiche, stava procedendo ad un piano di Riforme Istituzionali di tutto rispetto: dalla Scuola, all'Assistenza Sanitaria, dalla Parità di sessi al Servizio Civile, dalla umanizzazione delle Carceri alla lotta alla Povertà e alla inclusione Sociale. Sul piano politico i due protagonisti Moro e Berlinguer, prima degli altri avevano intercettato i nuovi tempi che li aveva portati ad avvicinarsi sempre di più, per realizzare la Democrazia dell'alternanza; un nobile e alto compromesso per il Bene Comune, molto lontano dalla cultura contrattualistica e mercantile oggi in auge. Moro fu bloccato dal Terrorismo Rosso, per evitare la nascita del governo di solidarietà nazionale, tra la DC e il PCI. Infatti, Moro da tempo, pensando al futuro del Paese, stava lavorando per spingere il Partito Comunista Italiano a fare una scelta di campo verso la Democrazia 2
Compiuta. Fu ucciso, certamente, dalle Brigate Rosse ma è stato dimostrato che la direzione strategica è stata esercitata dall'intervento dei servizi segreti deviati, collegati a servizi di alcuni Paesi Stranieri, dall'IOR della Città del Vaticano e dalla criminalità organizzata. Per avere una visione Plastica della dolorosa tragedia basta sfogliare il settimanale di "Famiglia Cristiana" di Maggio 2018, che presenta il suo esclusivo dossier con efficaci immagini sulle auto e sulle armi dell'omicidio di Moro. Dopo 40 anni è venuto fuori in modo netto questa nuova realtà, la cui luce potrebbero portarci presto alla verità totale. Per raggiungere questo obiettivo aiuta molto il ruolo e l'azione del Mondo della Comunicazione; come il prezioso documento Film della RaiTv "Moro il professore" preceduto da una lettura civile sui 55 giorni di prigionia del Presidente della DC, e per aver prospettato una verità diversa da quella precostituita. Altrettando importante è il ruolo degli scrittori e della letteratura che ne è scaturita; Segnalo in particolare il libro inchiesta del giornalista scrittore dell'Ansa Paolo Cucchiarelli dal titolo "L'ultima notte di A. Moro" che propone un'altra verità diversa dal precedente racconto di marca brigatista. Ancora, degna di citazione la Rivelazione inedita contenuta nel libro dello scrittore Riccardo Ferrigato "Non doveva morire" relativo ai tentativi del Papa Paolo VI di liberare A. Moro; o quello di Marco Damilano dal titolo "Un atomo di verità" che critica lo Stato incapace di difendere la vita di una persona e di un suo rappresentante autorevole.
Non è un caso che agli esami di maturità di quest'anno è stato proposto agli studenti tra i temi storici una riflessione sul ruolo del grande statista italiano: Aldo Moro e la nascita dell'Europa sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale, assieme ad Alcide De Gasperi. In conclusione, il modo più efficace per la sua valenza educativa di raccontare Moro è stato offerto dal Consiglio Regionale della Puglia con il suo progetto per le Scuole dal titolo "Moro vive" curato da Gero Grassi, un compendio per conoscere la vita e per diffondere il Pensiero e l'insegnamento di Moro, già riconosciuto Servo di Dio per il suo martirio, ai Giovani e agli studenti pugliesi e italiani. Rimane, comunque, dal punto di vista pedagogico uno dei modi migliori per ricordarlo ed onorarlo.