Cronaca
Blitz antimafia fa piazza pulita a Bari. Ad Altamura sei arresti
Inchiesta della Direzione distrettuale antimafia per vari reati
Altamura - lunedì 26 febbraio 2024
18.38
A BARI, sono stati oltre mille i poliziotti che questa mattina hanno eseguito 137 misure cautelari nei confronti di persone appartenenti o collegate all'organizzazione mafiosa Parisi – Palermiti, ritenuti i responsabili di estorsioni, porto e detenzione di armi, spaccio di droga, turbata libertà degli incanti, estorsioni collegate a manifestazioni sportive e ingerenza elettorale, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Nel corso dell'operazione, condotta dagli investigatori della Squadra mobile di Bari e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, sono state condotte in carcere 110 persone, 25 sono state sottoposte agli arresti domiciliari mentre, nei confronti di altri 2 indagati sono state applicate delle misure alternative alla detenzione.
Durante le indagini, durate oltre 8 anni, sono state documentate le attività dell'organizzazione mafiosa, come ad esempio le cerimonie di affiliazione, mutuate da quelle di stampo 'ndranghetistico, le estorsioni consumate, le ingenti disponibilità di armi e le ingerenze dei criminali in diversi settori della vita sociale ed amministrativa del territorio, che hanno portato a pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive, tanto da alterare gli esiti di due incontri di calcio dei campionati di promozione e eccellenza.
In particolare, durante le elezioni del sindaco di Bari del 2019, grazie ai voti indirizzati dall'organizzazione criminale era stato eletto un consigliere comunale a loro fedele.
Le infiltrazioni dell'associazione nei settori della vita amministrativa e politica della zona arrivavano fino ad avere rappresentanti in una società partecipata comunale, in una nota società automotive e, soprattutto. Il clan poteva inoltre fare affidamento su un ex consigliere regionale e sua moglie, attualmente consigliere comunale di Bari, entrambi arrestati durante l'operazione.
Nelle perquisizioni effettuate dagli investigatori nel corso delle indagini sono state sequestrate 30 armi da fuoco, tra pistole e mitragliatrici, 3 silenziatori e oltre 700 cartucce, stupefacenti, somme di denaro con arresti in flagranza e, grazie alle attività di intercettazione e osservazione, è stato possibile sventare un progetto di omicidio.
Contestualmente ai provvedimenti cautelari personali sono stati eseguiti sequestri patrimoniali nei confronti di 16 persone indagate, per un valore di circa 20 milioni di euro, tra capitali, immobili, autovetture e beni di lusso.
Un filone d'indagine coinvolge Altamura dove risultano sei le persone coinvolte e colpite da ordinanza di arresto (in carcere o ai domiciliari). Secondo le notizie finora circolate, la vicenda altamurana ruota intorno all'asta di un opificio artigianale nella zona industriale di Jesce, con procedura del Tribunale di Matera. Secondo l'accusa di turbata libertà degli incanti (con aggravante del metodo mafioso) l'aggiudicazione sarebbe stata pilotata affinché il capannone venisse rilevato da alcuni altamurani, sebbene ci fossero anche altri pretendenti all'acquisizione. L'interesse investigativo della Dda per questa vicenda scaturisce dal coinvolgimento di esponenti della criminalità di Bari e di Altamura per determinare l'esito della gara a favore degli imprenditori altamurani che ne hanno ottenuto l'aggiudicazione diversi anni fa.
Stamane la Polizia è stata presente ad Altamura con un ingente dispiegamento di uomini e mezzi, anche un elicottero, sin dalle prime luci del giorno. Il presidio è proseguito anche durante la giornata con posti di blocco e controlli stradali.
Nel corso dell'operazione, condotta dagli investigatori della Squadra mobile di Bari e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, sono state condotte in carcere 110 persone, 25 sono state sottoposte agli arresti domiciliari mentre, nei confronti di altri 2 indagati sono state applicate delle misure alternative alla detenzione.
Durante le indagini, durate oltre 8 anni, sono state documentate le attività dell'organizzazione mafiosa, come ad esempio le cerimonie di affiliazione, mutuate da quelle di stampo 'ndranghetistico, le estorsioni consumate, le ingenti disponibilità di armi e le ingerenze dei criminali in diversi settori della vita sociale ed amministrativa del territorio, che hanno portato a pesanti interferenze nei confronti di alcune società sportive, tanto da alterare gli esiti di due incontri di calcio dei campionati di promozione e eccellenza.
In particolare, durante le elezioni del sindaco di Bari del 2019, grazie ai voti indirizzati dall'organizzazione criminale era stato eletto un consigliere comunale a loro fedele.
Le infiltrazioni dell'associazione nei settori della vita amministrativa e politica della zona arrivavano fino ad avere rappresentanti in una società partecipata comunale, in una nota società automotive e, soprattutto. Il clan poteva inoltre fare affidamento su un ex consigliere regionale e sua moglie, attualmente consigliere comunale di Bari, entrambi arrestati durante l'operazione.
Nelle perquisizioni effettuate dagli investigatori nel corso delle indagini sono state sequestrate 30 armi da fuoco, tra pistole e mitragliatrici, 3 silenziatori e oltre 700 cartucce, stupefacenti, somme di denaro con arresti in flagranza e, grazie alle attività di intercettazione e osservazione, è stato possibile sventare un progetto di omicidio.
Contestualmente ai provvedimenti cautelari personali sono stati eseguiti sequestri patrimoniali nei confronti di 16 persone indagate, per un valore di circa 20 milioni di euro, tra capitali, immobili, autovetture e beni di lusso.
Un filone d'indagine coinvolge Altamura dove risultano sei le persone coinvolte e colpite da ordinanza di arresto (in carcere o ai domiciliari). Secondo le notizie finora circolate, la vicenda altamurana ruota intorno all'asta di un opificio artigianale nella zona industriale di Jesce, con procedura del Tribunale di Matera. Secondo l'accusa di turbata libertà degli incanti (con aggravante del metodo mafioso) l'aggiudicazione sarebbe stata pilotata affinché il capannone venisse rilevato da alcuni altamurani, sebbene ci fossero anche altri pretendenti all'acquisizione. L'interesse investigativo della Dda per questa vicenda scaturisce dal coinvolgimento di esponenti della criminalità di Bari e di Altamura per determinare l'esito della gara a favore degli imprenditori altamurani che ne hanno ottenuto l'aggiudicazione diversi anni fa.
Stamane la Polizia è stata presente ad Altamura con un ingente dispiegamento di uomini e mezzi, anche un elicottero, sin dalle prime luci del giorno. Il presidio è proseguito anche durante la giornata con posti di blocco e controlli stradali.