Cronaca
Associazione mafiosa: 10 arresti ad Altamura dopo le condanne
Inchiesta Logos è arrivata agli ordini di carcerazione
Altamura - venerdì 25 ottobre 2024
10.30 Comunicato Stampa
Comunicato del Comando provinciale dei Carabinieri
I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito undici ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari (ufficio esecuzioni penali), nei confronti di altrettante persone colpite da sentenze definitive di condanna, per gravi reati commessi ad Altamura, tra il 2018 e il 2019, da soggetti vicini al clan Loiudice, legato dapprima alla consorteria mafiosa Parisi - Palermiti ed egemone, in quegli anni, sulla città ed in ultimo al clan Capriati di Bari.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e, condotte, in diverse fasi, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, attività tecniche, nonché supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito, già nel novembre del 2021, di eseguire 24 provvedimenti cautelari.
L'inchiesta, convenzionalmente denominata "Logos", ha operato contestazioni relativamente all'esistenza e operatività del sodalizio mafioso, documentandone la genesi e la diffusione ad Altamura, attorno alla figura del boss, che acquisiva sempre più potere e ne consolidava la particolare forza di intimidazione derivante dal vincolo sia al suo interno sia nel territorio d'interesse, in virtù dei metodi violenti praticati per la commissione di numerosi reati, compiuti tanto per realizzare ingenti profitti illeciti quanto per affermare il controllo criminale nella zona.
È stato accertato, poi, come l'organizzazione mafiosa riuscisse ad impedire il regolare svolgimento di alcune gare ai pubblici incanti, condizionandone - in cambio di danaro - gli esiti in favore di taluni soggetti, esercitando violenza o minaccia nei confronti degli altri partecipanti al fine di scoraggiarli alla partecipazione ovvero alla presentazione di eventuali 'rilanci'. Infine, è stato documentato come il sodalizio gestisse, in regime di monopolio, tutte le fiorenti piazze di spaccio di Altamura, alimentandole con regolarità di cocaina, hashish e marjuana.
Nel corso dell'indagine è stato sequestrato un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti. Contestualmente, attesa la sproporzione emersa tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dei nuclei familiari di alcuni degli elementi apicali del clan, è stata data esecuzione al sequestro preventivo - oggi evoluto in confisca - di un'attività commerciale ed un'auto di grossa cilindrata, per un valore complessivo superiore a 150 mila euro.
Inoltre, sempre nell'ambito della stessa attività investigativa, a febbraio 2023 è stato eseguito il sequestro di una somma di denaro in contante pari a 162.910,00 euro, riconducibile al capo del clan Loiudice.
Infine, nell'ambito dell'inchiesta sono stati identificati i responsabili della rapina con sequestro di persona consumata il 15 marzo 2019 ai danni di due coniugi, titolari di una nota attività commerciale di Altamura. Nell'occasione, i rapinatori, armati di pistola, dopo aver legato e picchiato l'uomo, si erano impossessati di circa 51.000 euro. Le pene inflitte oscillano tra i due e agli undici anni di reclusione.
L'ordine di carcerazione per la pena di due anni è stata eseguita e poi sospesa perché inferiore alla durata prevista per la carcerazione.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito undici ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari (ufficio esecuzioni penali), nei confronti di altrettante persone colpite da sentenze definitive di condanna, per gravi reati commessi ad Altamura, tra il 2018 e il 2019, da soggetti vicini al clan Loiudice, legato dapprima alla consorteria mafiosa Parisi - Palermiti ed egemone, in quegli anni, sulla città ed in ultimo al clan Capriati di Bari.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e, condotte, in diverse fasi, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, attività tecniche, nonché supportate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito, già nel novembre del 2021, di eseguire 24 provvedimenti cautelari.
L'inchiesta, convenzionalmente denominata "Logos", ha operato contestazioni relativamente all'esistenza e operatività del sodalizio mafioso, documentandone la genesi e la diffusione ad Altamura, attorno alla figura del boss, che acquisiva sempre più potere e ne consolidava la particolare forza di intimidazione derivante dal vincolo sia al suo interno sia nel territorio d'interesse, in virtù dei metodi violenti praticati per la commissione di numerosi reati, compiuti tanto per realizzare ingenti profitti illeciti quanto per affermare il controllo criminale nella zona.
È stato accertato, poi, come l'organizzazione mafiosa riuscisse ad impedire il regolare svolgimento di alcune gare ai pubblici incanti, condizionandone - in cambio di danaro - gli esiti in favore di taluni soggetti, esercitando violenza o minaccia nei confronti degli altri partecipanti al fine di scoraggiarli alla partecipazione ovvero alla presentazione di eventuali 'rilanci'. Infine, è stato documentato come il sodalizio gestisse, in regime di monopolio, tutte le fiorenti piazze di spaccio di Altamura, alimentandole con regolarità di cocaina, hashish e marjuana.
Nel corso dell'indagine è stato sequestrato un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti. Contestualmente, attesa la sproporzione emersa tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dei nuclei familiari di alcuni degli elementi apicali del clan, è stata data esecuzione al sequestro preventivo - oggi evoluto in confisca - di un'attività commerciale ed un'auto di grossa cilindrata, per un valore complessivo superiore a 150 mila euro.
Inoltre, sempre nell'ambito della stessa attività investigativa, a febbraio 2023 è stato eseguito il sequestro di una somma di denaro in contante pari a 162.910,00 euro, riconducibile al capo del clan Loiudice.
Infine, nell'ambito dell'inchiesta sono stati identificati i responsabili della rapina con sequestro di persona consumata il 15 marzo 2019 ai danni di due coniugi, titolari di una nota attività commerciale di Altamura. Nell'occasione, i rapinatori, armati di pistola, dopo aver legato e picchiato l'uomo, si erano impossessati di circa 51.000 euro. Le pene inflitte oscillano tra i due e agli undici anni di reclusione.
L'ordine di carcerazione per la pena di due anni è stata eseguita e poi sospesa perché inferiore alla durata prevista per la carcerazione.