Territorio
Agroalimentare, Altamura in quattro distretti del cibo
Soddisfazione del consigliere regionale Colonna
Altamura - mercoledì 22 aprile 2020
14.15 Comunicato Stampa
"La giunta regionale ha approvato, in via preliminare, le proposte di candidatura finalizzate al riconoscimento di sette "Distretti del Cibo", presentate dai rispettivi comitati promotori. I distretti, introdotti a livello nazionale con la finanziaria per il 2018 (art. 1, comma 499, della legge n. 205/2017) come evoluzione dei distretti produttivi legati all'agroalimentare, perseguono l'obiettivo di promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, favorire l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l'impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari". Lo afferma il consigliere regionale Enzo Colonna in un comunicato.
Quattro sono i distretti riguardanti il territorio di Altamura e della Murgia.
"In sostanza - aggiunge Colonna - sono ambiti territoriali in cui aziende agricole, imprese di trasformazione, distribuzione e vendita, enti locali, associazioni di promozione ambientale e di consumatori, hanno stipulato e sottoscritto protocolli finalizzati alla diffusione e divulgazione del metodo biologico di coltivazione, nonché sostegno e promozione di una gestione sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, di attività agricole ed extra agricole. Si tratta dunque di uno strumento per fare rete tra realtà produttive, organizzazioni ed enti, a diversi livelli, allo scopo di meglio conoscere, diffondere e valorizzare le produzioni del settore agroalimentare che la Puglia può vantare".
"Ora - sottolinea il consigliere regionale - i comitati promotori, per poter conseguire il riconoscimento definitivo, dovranno articolare un programma dettagliato degli interventi, anche con riferimento ai rapporti con il sistema della ricerca pubblica e privata. L'obiettivo è anche quello di mettere i Distretti nelle condizioni di poter partecipare al bando, indetto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, finalizzato a finanziare progetti che prevedono da 4 a 50 milioni di euro di investimenti. Il termine per presentare la candidatura a questo bando nazionale, inizialmente fissato per lo scorso 17 aprile, è stato prorogato, a causa dell'emergenza Covid-19, al 18 maggio 2020".
Sono quattro i Distretti del Cibo pugliesi che interessano, più specificatamente, il territorio murgiano. Due, di iniziativa pubblica, sono stati promossi rispettivamente dal Parco dell'Alta Murgia (in rete con numerose aziende agricole e comuni ricadenti nell'area protetta) e dalla Città Metropolitana di Bari (anche questo in rete con realtà produttive e comuni dell'area metropolitana).
Gli altri due sono frutto di iniziative private, molto interessanti perché si tratta di iniziative nate e mosse dal basso. Il primo, incentrato sulla filiera del grano duro, è promosso dall'Associazione Meridionale Cerealisti e vede aggregate quasi un centinaio di imprese tra aziende agricole, della trasformazione, del trasporto, del commercio e della vendita, laboratori di analisi, oltre ad associazioni di categoria e sigle sindacali, e può contare sull'adesione di importanti gruppi industriali di diverse regioni del mezzogiorno. Questo distretto, tra i suoi obiettivi, punta a realizzare progetti che agevolino scambi commerciali (come una fiera internazionale del settore cerealicolo, corsi di formazione), a creare un comitato scientifico multidisciplinare, a mettere in campo progetti formativi, culturali e di ricerca tecnologica.
L'altro, invece è il "Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano" e nasce dall'aggregazione di numerose piccole realtà produttive, della ristorazione e associative, ubicate a cavallo tra la Murgia e la fossa Bradanica (nord della Basilicata), in un'area di circa 250 mila ettari, ispirate alla metodologia della agricoltura biologica, dei prodotti di qualità e di "filiera corta", consumati cioè non distanti dal luogo di produzione (c.d., a chilometro zero). Diversi gli obiettivi specifici di questo interessante progetto, come diffondere presso gli attori della comunità locale un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, etico ed economico, ispirato ai principi dell'agro-ecologia; rafforzare la competitività del tessuto imprenditoriale locale attraverso la condivisione di conoscenze, buone pratiche e innovazioni; implementare il modello dell'economia circolare attraverso politiche in grado di potenziare progetti e attività volte al riutilizzo dei rifiuti e alla riconversione delle attività industriali coerentemente con un'azione di protezione e riqualificazione del territorio; promuovere e sostenere l'economia civile e l'agricoltura sociale, le cooperative sociali e le piccole aziende agricole.
"Alle persone e ai comitati promotori impegnati da diversi mesi nella creazione e nella strutturazione di questi distretti, oltre ai miei complimenti e alla mia gratitudine, auguro ancora buon lavoro, quello necessario a portare a conclusione i procedimenti con il riconoscimento definitivo. In questo modo potranno rapidamente essere avviate le attività dei Distretti del Cibo, che possono costituire la leva per il prossimo sviluppo del settore dell'agroalimentare, configurandosi come strumenti in cui si integrano compiti e funzioni differenti e organismi in cui si incontrano il livello istituzionale, e quelli della produzione, della distribuzione e della ricerca.
È certamente significativo il completamento della prima fase dei percorsi di riconoscimento dei Distretti da parte della Regione, in questa difficile fase. Una circostanza che rappresenta un segnale chiaro, una delle tracce di lavoro da cui ripartire per superare, preoccupandosi di salvaguardare la tenuta sociale, questa fase di emergenza che sta mettendo a dura prova tutto il sistema economico-produttivo. Ringrazio, per il grande lavoro svolto, il Presidente Michele Emiliano, l'Assessore allo Sviluppo economico Cosimo Borraccino, e lo Staff del relativo Dipartimento, diretto dal prof. Domenico Laforgia, in particolare la dott.ssa Claudia Germano che ha curato l'istruttoria dei provvedimenti approvati", conclude Colonna.
Quattro sono i distretti riguardanti il territorio di Altamura e della Murgia.
"In sostanza - aggiunge Colonna - sono ambiti territoriali in cui aziende agricole, imprese di trasformazione, distribuzione e vendita, enti locali, associazioni di promozione ambientale e di consumatori, hanno stipulato e sottoscritto protocolli finalizzati alla diffusione e divulgazione del metodo biologico di coltivazione, nonché sostegno e promozione di una gestione sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, di attività agricole ed extra agricole. Si tratta dunque di uno strumento per fare rete tra realtà produttive, organizzazioni ed enti, a diversi livelli, allo scopo di meglio conoscere, diffondere e valorizzare le produzioni del settore agroalimentare che la Puglia può vantare".
"Ora - sottolinea il consigliere regionale - i comitati promotori, per poter conseguire il riconoscimento definitivo, dovranno articolare un programma dettagliato degli interventi, anche con riferimento ai rapporti con il sistema della ricerca pubblica e privata. L'obiettivo è anche quello di mettere i Distretti nelle condizioni di poter partecipare al bando, indetto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, finalizzato a finanziare progetti che prevedono da 4 a 50 milioni di euro di investimenti. Il termine per presentare la candidatura a questo bando nazionale, inizialmente fissato per lo scorso 17 aprile, è stato prorogato, a causa dell'emergenza Covid-19, al 18 maggio 2020".
Sono quattro i Distretti del Cibo pugliesi che interessano, più specificatamente, il territorio murgiano. Due, di iniziativa pubblica, sono stati promossi rispettivamente dal Parco dell'Alta Murgia (in rete con numerose aziende agricole e comuni ricadenti nell'area protetta) e dalla Città Metropolitana di Bari (anche questo in rete con realtà produttive e comuni dell'area metropolitana).
Gli altri due sono frutto di iniziative private, molto interessanti perché si tratta di iniziative nate e mosse dal basso. Il primo, incentrato sulla filiera del grano duro, è promosso dall'Associazione Meridionale Cerealisti e vede aggregate quasi un centinaio di imprese tra aziende agricole, della trasformazione, del trasporto, del commercio e della vendita, laboratori di analisi, oltre ad associazioni di categoria e sigle sindacali, e può contare sull'adesione di importanti gruppi industriali di diverse regioni del mezzogiorno. Questo distretto, tra i suoi obiettivi, punta a realizzare progetti che agevolino scambi commerciali (come una fiera internazionale del settore cerealicolo, corsi di formazione), a creare un comitato scientifico multidisciplinare, a mettere in campo progetti formativi, culturali e di ricerca tecnologica.
L'altro, invece è il "Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano" e nasce dall'aggregazione di numerose piccole realtà produttive, della ristorazione e associative, ubicate a cavallo tra la Murgia e la fossa Bradanica (nord della Basilicata), in un'area di circa 250 mila ettari, ispirate alla metodologia della agricoltura biologica, dei prodotti di qualità e di "filiera corta", consumati cioè non distanti dal luogo di produzione (c.d., a chilometro zero). Diversi gli obiettivi specifici di questo interessante progetto, come diffondere presso gli attori della comunità locale un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, etico ed economico, ispirato ai principi dell'agro-ecologia; rafforzare la competitività del tessuto imprenditoriale locale attraverso la condivisione di conoscenze, buone pratiche e innovazioni; implementare il modello dell'economia circolare attraverso politiche in grado di potenziare progetti e attività volte al riutilizzo dei rifiuti e alla riconversione delle attività industriali coerentemente con un'azione di protezione e riqualificazione del territorio; promuovere e sostenere l'economia civile e l'agricoltura sociale, le cooperative sociali e le piccole aziende agricole.
"Alle persone e ai comitati promotori impegnati da diversi mesi nella creazione e nella strutturazione di questi distretti, oltre ai miei complimenti e alla mia gratitudine, auguro ancora buon lavoro, quello necessario a portare a conclusione i procedimenti con il riconoscimento definitivo. In questo modo potranno rapidamente essere avviate le attività dei Distretti del Cibo, che possono costituire la leva per il prossimo sviluppo del settore dell'agroalimentare, configurandosi come strumenti in cui si integrano compiti e funzioni differenti e organismi in cui si incontrano il livello istituzionale, e quelli della produzione, della distribuzione e della ricerca.
È certamente significativo il completamento della prima fase dei percorsi di riconoscimento dei Distretti da parte della Regione, in questa difficile fase. Una circostanza che rappresenta un segnale chiaro, una delle tracce di lavoro da cui ripartire per superare, preoccupandosi di salvaguardare la tenuta sociale, questa fase di emergenza che sta mettendo a dura prova tutto il sistema economico-produttivo. Ringrazio, per il grande lavoro svolto, il Presidente Michele Emiliano, l'Assessore allo Sviluppo economico Cosimo Borraccino, e lo Staff del relativo Dipartimento, diretto dal prof. Domenico Laforgia, in particolare la dott.ssa Claudia Germano che ha curato l'istruttoria dei provvedimenti approvati", conclude Colonna.