Territorio
Abbattimento cinghiali: via libera anche ad agricoltori/cacciatori
Coldiretti Puglia: “Ora gli ATC devono con tempestività individuare e costituire i distretti di gestione e i settori di prelievo"
Puglia - martedì 23 agosto 2022
09.00 Comunicato Stampa
Arriva finalmente il via libera anche ai proprietari dei fondi all'abbattimento dei cinghiali che si sono moltiplicati in Puglia raggiungendo i 250mila esemplari che spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono pericolosi diffusori di malattie come la peste dei cinghiali. E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento alla delibera della Giunta della Regione Puglia che ha approvato il disciplinare per la gestione della "Caccia di Selezione" a cinghiali, cervidi e bovidi in Puglia, fortemente voluto dalla Coldiretti che ha contributo a scriverne le linee guida, che permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, ai cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati di concerto con gli ATC, che devono individuare e costituire i distretti di gestione e i settori di prelievo.
"L'escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime è il risultato della incontrollata proliferazione dei cinghiali In Puglia con circa 300 l'anno gli incidenti stradali causati dagli animali selvatici, soprattutto cinghiali, uno scenario aggravato dal lungo lockdown causato dal Covid che ha svuotato le strade rurali e di città, consentendo una più libera circolazione dei selvatici. Bisogna intervenire subito e con determinazione contro l'invasione dei cinghiali con avvistamenti continui nelle aree del Parco dell'Alta Murgia, del Gargano, nella Murgia Barese e Tarantina, nel Subappennino Dauno, nei pressi della Foresta di Mercadante, fino ad arrivare ai centri urbani", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Dopo le numerose manifestazioni di Coldiretti anche in Puglia – spiega Coldiretti regionale – è stato preso atto che l'aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l'aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di passo rispetto all'orientamento seguito negli ultimi quindici anni, ampliando sempre di concerto con gli ATC l'elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione. I cinghiali i distruggono i raccolti agricoli, causano incidenti stradali ma a preoccupare – ricorda la Coldiretti regionale – sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Particolarmente grave e ingestibile la situazione nelle aree rurali della Murgia barese e in Capitanata, soprattutto nell'area del Gargano dove l'habitat risulta particolarmente favorevole.
"Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali. Gli imprenditori agricoli ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza – denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia - i danni provocati da cinghiali che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette ma che, inevitabilmente, sconfinano nelle aziende agricole, sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati. In provincia di Foggia nel giro di dieci anni sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l'assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita di agricoltori e automobilisti".
La proliferazione senza freni dei cinghiali – aggiunge la Coldiretti regionale – sta compromettendo l'equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.
Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l'indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) – secondo l'indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l'emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.
"L'escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime è il risultato della incontrollata proliferazione dei cinghiali In Puglia con circa 300 l'anno gli incidenti stradali causati dagli animali selvatici, soprattutto cinghiali, uno scenario aggravato dal lungo lockdown causato dal Covid che ha svuotato le strade rurali e di città, consentendo una più libera circolazione dei selvatici. Bisogna intervenire subito e con determinazione contro l'invasione dei cinghiali con avvistamenti continui nelle aree del Parco dell'Alta Murgia, del Gargano, nella Murgia Barese e Tarantina, nel Subappennino Dauno, nei pressi della Foresta di Mercadante, fino ad arrivare ai centri urbani", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Dopo le numerose manifestazioni di Coldiretti anche in Puglia – spiega Coldiretti regionale – è stato preso atto che l'aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l'aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di passo rispetto all'orientamento seguito negli ultimi quindici anni, ampliando sempre di concerto con gli ATC l'elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione. I cinghiali i distruggono i raccolti agricoli, causano incidenti stradali ma a preoccupare – ricorda la Coldiretti regionale – sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Particolarmente grave e ingestibile la situazione nelle aree rurali della Murgia barese e in Capitanata, soprattutto nell'area del Gargano dove l'habitat risulta particolarmente favorevole.
"Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali. Gli imprenditori agricoli ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza – denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia - i danni provocati da cinghiali che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette ma che, inevitabilmente, sconfinano nelle aziende agricole, sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati. In provincia di Foggia nel giro di dieci anni sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l'assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita di agricoltori e automobilisti".
La proliferazione senza freni dei cinghiali – aggiunge la Coldiretti regionale – sta compromettendo l'equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. I cinghiali raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti.
Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l'indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) – secondo l'indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l'emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.