
Eventi e cultura
A cuore aperto, Nichi Vendola presenta “Sacro Queer”
La sua raccolta di poesie presentata al Liber Hub
Altamura - lunedì 7 aprile 2025
19.51
Ieri sera l'aula studio Liberhub di Altamura, gremita di gente, ha ospitato Nichi Vendola per la presentazione del suo nuovo libro "Sacro Queer" (Manni editore), una raccolta di poesie intense e personali. Un appuntamento partecipato, vivo, capace di unire la forza della parola poetica al racconto di un'esistenza fuori dagli schemi.
Vendola ha condiviso con il pubblico alcuni frammenti della sua vita, parlando delle origini e del profondo legame con la città di Altamura. Ha anche raccontato di un'amica pugliese, trasferitasi in una regione del nord dopo aver cambiato genere e vita, a cui ha dedicato una poesia presente nel libro. L'emozione di quel ricordo ha toccato profondamente la sala, un esempio di come la poesia diventi strumento di inclusione e cambiamento. Non sono mancati momenti di riflessione su temi cruciali del nostro tempo: la guerra, la discriminazione e il bisogno urgente di inclusione, in particolare nel mondo LGBT.
Alternando la lettura dei suoi versi a spiegazioni appassionate, l'autore ha guidato i presenti in un viaggio tra sacro e profano, tra identità e resistenza, tra dolore e bellezza. Un incontro che ha lasciato traccia, confermando la potenza della poesia quando sa farsi voce collettiva.
Tra le poesie lette, "Madonna di Cutro" ha particolarmente colpito il pubblico. Vendola ha raccontato la genesi del poema: "Ho scritto una poesia - ha raccontato - che si chiama Madonna di Cutro, che è una vera invocazione. Non so se a Cutro, in Calabria, esiste la Madonna di Cutro. Penso sempre alle nostre madonne, alla madonna di Sovereto, che è la mia madonna, alla madonna di Capuso, alle nostre madonne, tutte madonne che vengono da Oriente, dall'antica Costantinopoli". La poesia ha suscitato forti emozioni, tanto che i presenti non hanno mancato di applaudire, segno di una connessione profonda con il messaggio dell'autore.
In conclusione, Vendola ha lasciato al pubblico una riflessione intensa: "I libri - ha detto - sono come figli, particolari perché la poesia è oscura, difficile. È un figlio diversamente abile e quindi il genitore ha un amore particolare. La poesia non è facile, è difficile, è complessa e merita una comprensione razionale. Quando scrivo, penso alla musica sacra perché è quella più capace di avere nella propria pancia parole in affanno che cercano di partorire parole di bellezza, intesa come ricerca di abbraccio e senso della vita".
Vendola ha condiviso con il pubblico alcuni frammenti della sua vita, parlando delle origini e del profondo legame con la città di Altamura. Ha anche raccontato di un'amica pugliese, trasferitasi in una regione del nord dopo aver cambiato genere e vita, a cui ha dedicato una poesia presente nel libro. L'emozione di quel ricordo ha toccato profondamente la sala, un esempio di come la poesia diventi strumento di inclusione e cambiamento. Non sono mancati momenti di riflessione su temi cruciali del nostro tempo: la guerra, la discriminazione e il bisogno urgente di inclusione, in particolare nel mondo LGBT.
Alternando la lettura dei suoi versi a spiegazioni appassionate, l'autore ha guidato i presenti in un viaggio tra sacro e profano, tra identità e resistenza, tra dolore e bellezza. Un incontro che ha lasciato traccia, confermando la potenza della poesia quando sa farsi voce collettiva.
Tra le poesie lette, "Madonna di Cutro" ha particolarmente colpito il pubblico. Vendola ha raccontato la genesi del poema: "Ho scritto una poesia - ha raccontato - che si chiama Madonna di Cutro, che è una vera invocazione. Non so se a Cutro, in Calabria, esiste la Madonna di Cutro. Penso sempre alle nostre madonne, alla madonna di Sovereto, che è la mia madonna, alla madonna di Capuso, alle nostre madonne, tutte madonne che vengono da Oriente, dall'antica Costantinopoli". La poesia ha suscitato forti emozioni, tanto che i presenti non hanno mancato di applaudire, segno di una connessione profonda con il messaggio dell'autore.
In conclusione, Vendola ha lasciato al pubblico una riflessione intensa: "I libri - ha detto - sono come figli, particolari perché la poesia è oscura, difficile. È un figlio diversamente abile e quindi il genitore ha un amore particolare. La poesia non è facile, è difficile, è complessa e merita una comprensione razionale. Quando scrivo, penso alla musica sacra perché è quella più capace di avere nella propria pancia parole in affanno che cercano di partorire parole di bellezza, intesa come ricerca di abbraccio e senso della vita".