SP Altamura-Santeramo, buche e crepe pericolose
Pietro Marvulli scrive alla Città Metropolitana
sabato 24 gennaio 2015
10.01
iReport
"Con la presente torno a segnalare lo stato di disagio e pericolosità dell'incolumità pubblica della SP 235 Altamura-Santeramo".
A prendere carta e penna per interpellare la neonata Città Metropolitana stavolta è Pietro Marvulli, il giovane attivista civico e apartitico protagonista di diverse battaglie sociali.
Oggetto della missiva indirizzata al nuovo ente amministrativo è il tratto dal km 1000 al km 2300 della strada che collega la città con Santeramo, caratterizzato da un asfalto logorato che rende dissestato e potenzialmente pericoloso il percorso degli automobilisti.
"La strada provinciale in questione – scrive Marvulli – è percorsa tutti i giorni e più volte al giorno da numerose auto e camion che purtroppo, con il loro pesante transito, a volte anche con velocità sostenuta, hanno dissestato la sede stradale creando grosse buche e rendendola sempre più pericolosa".
"Incidenti seri, per il momento, non sono ancora stati registrati dall'inizio dell'anno – prosegue la lettera - ma, a mio avviso, è urgente che ci si attivi con una certa rapidità prima che succeda qualcosa di grave"
Marvulli lamenta come "ad oggi, nonostante le numerose sollecitazioni da parte mia nei confronti del comune di Altamura e della Provincia di Bari, la situazione non è molto cambiata e non si è provveduto al rifacimento del manto stradale che presenta numerosi dissesti nonché crepe e buche tali da compromettere la normale circolazione veicolare, fatto che rende particolarmente problematico il transito sia per i danni che ciò potrebbe provocare alle autovetture, sia per il pericolo di sinistri stradali causati dai dissesti".
"Per questo motivo invito, nell'ambito delle precipue competenze e responsabilità, a porre in essere ogni provvedimento volto a ripristinare la sicurezza stradale, - conclude Marvulli - ricordando che, in caso di incidente con morti e/o feriti a causa di detta insidia, l'Autorità Giudiziaria potrebbe accertare l'esistenza oggettiva di pericolo o di insidie della strada dovuti a condotta colposa omissiva o commissiva dell'ente proprietario e l'eventuale nesso di causalità tra tale condotta e danni subiti dagli utenti".
A prendere carta e penna per interpellare la neonata Città Metropolitana stavolta è Pietro Marvulli, il giovane attivista civico e apartitico protagonista di diverse battaglie sociali.
Oggetto della missiva indirizzata al nuovo ente amministrativo è il tratto dal km 1000 al km 2300 della strada che collega la città con Santeramo, caratterizzato da un asfalto logorato che rende dissestato e potenzialmente pericoloso il percorso degli automobilisti.
"La strada provinciale in questione – scrive Marvulli – è percorsa tutti i giorni e più volte al giorno da numerose auto e camion che purtroppo, con il loro pesante transito, a volte anche con velocità sostenuta, hanno dissestato la sede stradale creando grosse buche e rendendola sempre più pericolosa".
"Incidenti seri, per il momento, non sono ancora stati registrati dall'inizio dell'anno – prosegue la lettera - ma, a mio avviso, è urgente che ci si attivi con una certa rapidità prima che succeda qualcosa di grave"
Marvulli lamenta come "ad oggi, nonostante le numerose sollecitazioni da parte mia nei confronti del comune di Altamura e della Provincia di Bari, la situazione non è molto cambiata e non si è provveduto al rifacimento del manto stradale che presenta numerosi dissesti nonché crepe e buche tali da compromettere la normale circolazione veicolare, fatto che rende particolarmente problematico il transito sia per i danni che ciò potrebbe provocare alle autovetture, sia per il pericolo di sinistri stradali causati dai dissesti".
"Per questo motivo invito, nell'ambito delle precipue competenze e responsabilità, a porre in essere ogni provvedimento volto a ripristinare la sicurezza stradale, - conclude Marvulli - ricordando che, in caso di incidente con morti e/o feriti a causa di detta insidia, l'Autorità Giudiziaria potrebbe accertare l'esistenza oggettiva di pericolo o di insidie della strada dovuti a condotta colposa omissiva o commissiva dell'ente proprietario e l'eventuale nesso di causalità tra tale condotta e danni subiti dagli utenti".