Rivisitazioni, un bene generalizzato
"Briciole per uscire dal proprio labirinto"
giovedì 28 aprile 2011
iReport
Capita spesso di commentare gli aspetti del disfacimento sociale e le brutture della vita comune con l'espressione "è un male generalizzato". In questo caso vien voglia di capovolgere il senso di questa espressione per descrivere una caratteristica della mostra "Rivisitazioni". Come "la banalità del male" di Hanna Arendt fa molta più paura, così sentire che nella società il male è generalizzato dovrebbe spaventarci. Enrico Deaglio ha intitolato un libro La banalità del bene (sempre sul nazismo) per rimettere le cose in pari e ridare un senso alle parole spaventate e spaventose.
Perciò mi prendo la libertà di usare un'espressione meno frequentata come quella di bene generalizzato per caratterizzare la qualità più bella della mostra a cielo aperto "Rivisitazioni". Se la gente non entra nel museo ecco che una mostra è uscita verso la gente, verso il cielo, verso la pioggia e a braccia aperte. La gente apprezza la plastica impermeabile e non si fa intimidire da due gocce di pioggia pur di rubare qualche scorcio, qualche frase, magari per poterla raccontare successivamente a qualcuno, o commentarla col compare. Strano a dirsi ma la rivelazione è che la gente non ha paura delle sculture o dei quadri come delle foto e quindi i musei e le mostre non sono spauracchi…. Piuttosto le arti hanno bisogno di tanto spazio e il visitatore o, in questo caso, "rivisitatore" vuole il cielo aperto sulla testa, ma anche attorno: non vuole essere portato nel labirinto dell'artista, ma chiede all'artista qualche briciola per uscire dal proprio labirinto.
Passeggiare e godere del comune sentire è la causa diretta di quel bene o benessere generalizzato di cui parlo. Ma c'è una seconda causa che però possono cogliere meglio gli autori delle foto e delle frasi. Persone diverse e estranee l'una con l'altra si sono messe in gioco offrendo le proprie briciole, sperando che esposte potessero servire ai passanti ad uscire dal labirinto dell'oblio e dall'apatia. Certo non sappiamo quanto è lungo il labirinto, né se sono sufficienti le briciole, ma la certezza di trasmettere un bene generalizzato dovrebbe spingerci ad incentivare proposte simili.
Erasmo Labarile
Perciò mi prendo la libertà di usare un'espressione meno frequentata come quella di bene generalizzato per caratterizzare la qualità più bella della mostra a cielo aperto "Rivisitazioni". Se la gente non entra nel museo ecco che una mostra è uscita verso la gente, verso il cielo, verso la pioggia e a braccia aperte. La gente apprezza la plastica impermeabile e non si fa intimidire da due gocce di pioggia pur di rubare qualche scorcio, qualche frase, magari per poterla raccontare successivamente a qualcuno, o commentarla col compare. Strano a dirsi ma la rivelazione è che la gente non ha paura delle sculture o dei quadri come delle foto e quindi i musei e le mostre non sono spauracchi…. Piuttosto le arti hanno bisogno di tanto spazio e il visitatore o, in questo caso, "rivisitatore" vuole il cielo aperto sulla testa, ma anche attorno: non vuole essere portato nel labirinto dell'artista, ma chiede all'artista qualche briciola per uscire dal proprio labirinto.
Passeggiare e godere del comune sentire è la causa diretta di quel bene o benessere generalizzato di cui parlo. Ma c'è una seconda causa che però possono cogliere meglio gli autori delle foto e delle frasi. Persone diverse e estranee l'una con l'altra si sono messe in gioco offrendo le proprie briciole, sperando che esposte potessero servire ai passanti ad uscire dal labirinto dell'oblio e dall'apatia. Certo non sappiamo quanto è lungo il labirinto, né se sono sufficienti le briciole, ma la certezza di trasmettere un bene generalizzato dovrebbe spingerci ad incentivare proposte simili.
Erasmo Labarile