Il "parcheggio dei morti"
Osservazioni sul cimitero nuovo
venerdì 21 gennaio 2011
iReport
Cari lettori,
vorrei rendervi partecipi di ciò che da tempo mi affligge quando visito i miei cari defunti. È opinione comune che la nostra casa sia in un certo senso lo specchio di come ci presentiamo agli altri e che sia normale cercare di prestare tutto il decoro possibile all'arredo, tenendo tutto in ordine e funzionante, affinchè ciascuno possa avere un buon ricordo di noi. Si cerca tra l'altro, ovviamente nei limiti delle proprie possibilità, di curare la casa anche dal punto di vista estetico, ristrutturandola, di tanto in tanto, curando i giardini e le fioriere affinché anche dall'esterno possa apparire gradevole.
Ma credo non sia necessario l'occhio critico di un esperto per capire che quando si parla della casa dei nostri compianti defunti altamurani le cose non funzionino proprio nello stesso modo. Così se da una parte entrando nel cimitero cosiddetto "nuovo" si osserva il continuo "fiorire", come funghi, di strane e pittoresche cappelle private, che denotano il benessere diffuso nella nostra comunità, dall'altro emerge a simbolo della più "ricercata" elaborazione architettonica il "barasilo" della città di Altamura.
Proprio così, un orrendo e triste parcheggio dei morti degno di competere con un qualsiasi parcheggio auto dei nostri frequentatissimi ipermercati! E vi assicuro che non di rado, se non fosse per l'aria mistica che si respira mista a quella profumata dei fiori esposti, vi potrà sembrare di scorgere qualche sagoma umana intenta a spingere un carrello della spesa. Sarà colpa delle luci al neon che, funzionando ad intermittenza, proiettano strane figure oppure dell'umidità che dal soffitto genera forme inquietanti sul pavimento industriale su cui si cammina? Poi può capitare di incrociare le poche aree dedicate al verde e anche in questo caso non si vedono altro che erbacce ed incuria. Recita una terzina dantesca: "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate".
Mi chiedo, allora, se il pullulare di cappelle private non sia una risposta implicita da parte dei cittadini che vogliono fuggire da questa indecorosa sepoltura!
Davide Baldassarra
vorrei rendervi partecipi di ciò che da tempo mi affligge quando visito i miei cari defunti. È opinione comune che la nostra casa sia in un certo senso lo specchio di come ci presentiamo agli altri e che sia normale cercare di prestare tutto il decoro possibile all'arredo, tenendo tutto in ordine e funzionante, affinchè ciascuno possa avere un buon ricordo di noi. Si cerca tra l'altro, ovviamente nei limiti delle proprie possibilità, di curare la casa anche dal punto di vista estetico, ristrutturandola, di tanto in tanto, curando i giardini e le fioriere affinché anche dall'esterno possa apparire gradevole.
Ma credo non sia necessario l'occhio critico di un esperto per capire che quando si parla della casa dei nostri compianti defunti altamurani le cose non funzionino proprio nello stesso modo. Così se da una parte entrando nel cimitero cosiddetto "nuovo" si osserva il continuo "fiorire", come funghi, di strane e pittoresche cappelle private, che denotano il benessere diffuso nella nostra comunità, dall'altro emerge a simbolo della più "ricercata" elaborazione architettonica il "barasilo" della città di Altamura.
Proprio così, un orrendo e triste parcheggio dei morti degno di competere con un qualsiasi parcheggio auto dei nostri frequentatissimi ipermercati! E vi assicuro che non di rado, se non fosse per l'aria mistica che si respira mista a quella profumata dei fiori esposti, vi potrà sembrare di scorgere qualche sagoma umana intenta a spingere un carrello della spesa. Sarà colpa delle luci al neon che, funzionando ad intermittenza, proiettano strane figure oppure dell'umidità che dal soffitto genera forme inquietanti sul pavimento industriale su cui si cammina? Poi può capitare di incrociare le poche aree dedicate al verde e anche in questo caso non si vedono altro che erbacce ed incuria. Recita una terzina dantesca: "Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate".
Mi chiedo, allora, se il pullulare di cappelle private non sia una risposta implicita da parte dei cittadini che vogliono fuggire da questa indecorosa sepoltura!
Davide Baldassarra