"Cosa mi è capitato All'A.B.M.C.!"
Una nostra lettrice segnala alcuni disservizi
sabato 12 giugno 2010
iReport
Pubblichiamo integralmente una segnalazione inviataci da una nostra lettrice.
Nella generale attività di modernizzazione e revisione di statuti, costituzioni etc., tanto di moda oggi, si dovrebbero anche inserire le novità riguardo le biblioteche pubbliche. Novelli impiegati hanno rivisitato anni ed anni di definizioni di compiti e funzioni di biblioteche pubbliche e del rapporto con l'utenza.
L'altro giorno mi reco all'A.B.M.C. (Archivio Biblioteca Museo Civico) di Altamura per chiedere un libro. Consultando lo schedario, il libro esiste e allora lo chiedo in prestito. Il solerte impiegato, guardandomi con l'aria più innocente di questo mondo, si limita a dire: «non c'è... Non so che fine ha fatto. Non so che dirle» (ciò è successo anche altre volte). Solo dopo una mia osservazione pungente sull'anormalità della risposta datami, e dopo un mio accanimento sul voler sapere a tutti costi qualcosa - non è normale che un libro sparisca dalla biblioteca così, senza saper nulla, nemmeno se è stato dato in prestito -, molto risentito, l'impiegato mi dice che si sarebbe impegnato a farmi sapere qualcosa. Quando sono ritornata, dietro sua telefonata, il suddetto impiegato moderno non solo non si è scusato del disservizio, ma ha avuto anche la faccia tosta di dire che mi ha fatto un favore a trovare il libro, che lui non era tenuto, che non era un problema mio sapere dove fosse il libro. Nella discussione che ne è nata è intervenuto un socio A.B.M.C., il quale ha affermato che noi utenti non possiamo pretendere nulla da loro, perché sono volontari. Gli impiegati hanno ribadito che non possiamo pretendere nulla da loro, in quanto sono lì da poco. Alla luce di quanto successo, ritengo opportuno non rinnovare la quota associativa; sarebbero soldi buttati, considerando che, come disoccupata, non posso permettermi troppi lussi.
Conclusione? Cittadinanza, perché osi pretendere un servizio da un Ente che si fregia di essere Morale e si pavoneggia nel fare il di più, scordandosi del suo compito primario? Perché osi pretendere che un impiegato faccia ciò per cui viene pagato mensilmente? Non bisogna disturbare il sonno dei giusti! Nel nuovo manuale di biblioteconomia dovrebbero inserire anche un codicillo per l'utente: Tu, utente, prova a chiedere un libro. Se non si trova il libro, ritenta la prossima volta, magari sarai più fortunato!
Valeria Gentile, dott.ssa in Lettere Classiche ed archivista
Nella generale attività di modernizzazione e revisione di statuti, costituzioni etc., tanto di moda oggi, si dovrebbero anche inserire le novità riguardo le biblioteche pubbliche. Novelli impiegati hanno rivisitato anni ed anni di definizioni di compiti e funzioni di biblioteche pubbliche e del rapporto con l'utenza.
L'altro giorno mi reco all'A.B.M.C. (Archivio Biblioteca Museo Civico) di Altamura per chiedere un libro. Consultando lo schedario, il libro esiste e allora lo chiedo in prestito. Il solerte impiegato, guardandomi con l'aria più innocente di questo mondo, si limita a dire: «non c'è... Non so che fine ha fatto. Non so che dirle» (ciò è successo anche altre volte). Solo dopo una mia osservazione pungente sull'anormalità della risposta datami, e dopo un mio accanimento sul voler sapere a tutti costi qualcosa - non è normale che un libro sparisca dalla biblioteca così, senza saper nulla, nemmeno se è stato dato in prestito -, molto risentito, l'impiegato mi dice che si sarebbe impegnato a farmi sapere qualcosa. Quando sono ritornata, dietro sua telefonata, il suddetto impiegato moderno non solo non si è scusato del disservizio, ma ha avuto anche la faccia tosta di dire che mi ha fatto un favore a trovare il libro, che lui non era tenuto, che non era un problema mio sapere dove fosse il libro. Nella discussione che ne è nata è intervenuto un socio A.B.M.C., il quale ha affermato che noi utenti non possiamo pretendere nulla da loro, perché sono volontari. Gli impiegati hanno ribadito che non possiamo pretendere nulla da loro, in quanto sono lì da poco. Alla luce di quanto successo, ritengo opportuno non rinnovare la quota associativa; sarebbero soldi buttati, considerando che, come disoccupata, non posso permettermi troppi lussi.
Conclusione? Cittadinanza, perché osi pretendere un servizio da un Ente che si fregia di essere Morale e si pavoneggia nel fare il di più, scordandosi del suo compito primario? Perché osi pretendere che un impiegato faccia ciò per cui viene pagato mensilmente? Non bisogna disturbare il sonno dei giusti! Nel nuovo manuale di biblioteconomia dovrebbero inserire anche un codicillo per l'utente: Tu, utente, prova a chiedere un libro. Se non si trova il libro, ritenta la prossima volta, magari sarai più fortunato!
Valeria Gentile, dott.ssa in Lettere Classiche ed archivista