Zona industriale, momentaneamente fermi i lavori di pavimentazione

I chiarimenti della Direzione Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Altamura. «La strada si sbriciola perché…»

giovedì 16 dicembre 2010 09.45
A cura di Anna Maria Colonna
Le zona industriale di via Gravina quando piove si allaga. Le strade appaiono dissestate e questo crea disagi non solo agli imprenditori e ai lavoratori, ma anche ai clienti e ai fornitori. Abbiamo chiesto chiarimenti alla Direzione dell'Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Altamura, che sta seguendo gli interventi di pavimentazione dell'area. Occorre partire dal progetto di realizzazione dei marciapiedi, necessari all'installazione degli impianti di pubblica illuminazione, attiva da marzo 2009. «Quando li abbiamo realizzati - spiegano - era già stato effettuato lo studio della disposizione delle strade. La zona industriale è sempre stata terra di nessuno, ognuno ha costruito senza alcuna organizzazione e programmazione organica. Quando si costruiva, non si sapeva a quale altezza sarebbe stata realizzata la strada e ciò si nota immediatamente nei diversi livelli di accesso degli opifici. Ci sono molti punti dove le acque non riuscivano a defluire naturalmente. Il Comune di Altamura non è dotato di fogna bianca. Essendo in collina ed avendo un sottosuolo carsico e drenante, l'acqua piovana è convogliata su fondi non urbanizzati, dove viene drenata per andare in falda. Man mano che la città si estende, i terreni non urbanizzati a disposizione per accogliere l'acqua diminuiscono. Ora siamo in una situazione di tracollo e questo, quando piove, si vede su via Pietro Colletta. Alla fine di via del Tabacco c'è una cava dove le acque piovane devono essere convogliate».

La Direzione dell'Ufficio Lavori Pubblici sottolinea che per realizzare la fogna bianca in tutto il centro abitato bisogna individuare un recapito finale verso cui indirizzare l'acqua. Tra via Santeramo e via Cassano e sulla "Tarantina" ci sono dei canali di bonifica idonei. Ma la realizzazione dell'intero sistema di tubazione dai canali di bonifica fino al centro cittadino comporta una spesa enorme. «È già pronto uno studio di fattibilità - assicurano - attendiamo un bando di finanziamento regionale, statale o comunitario».

«Tutte le strade sono realizzate in maniera tale da far defluire naturalmente le acque piovane nei punti idonei. Se invece la strada ha una cunetta, l'acqua ristagna e crea problemi alla circolazione stradale. Per evitare questi problemi, nella zona industriale abbiamo studiato i marciapiedi secondo le pendenze che avrebbero dovuto assumere le strade nella fase finale. In molte punti della zona sembra che i marciapiedi scompaiono o siano sopraelevati. Non è così, perché alla conclusione dei lavori della strada, i marciapiedi sporgeranno dappertutto di 15 centimetri».

Per quanto riguarda la pavimentazione della zone industriale, sbriciolata in alcuni tratti, la Direzione dell'Ufficio Lavori Pubblici fa il punto della situazione e spiega il motivo per cui la strada appare già rovinata. «Abbiamo realizzato la fondazione stradale per poi fare i due strati di nero (ndr, bitume) previsti in progetto. Abbiamo poi sistemato tutte le strade oltre la circonvallazione stendendo il primo strato, il tout venant, sempre come previsto dal progetto. I problemi seri si sono presentati alla stesura di questo manto che, una volta realizzato, ha necessità di indurire. Nello stesso momento in cui stavamo stendendo l'asfalto, chi caricava e scaricava merce e gli imprenditori hanno preteso di passare con i loro mezzi, spesso anche molto pesanti. Questo ha contribuito a disgregare la strada, l'asfalto non ha avuto il tempo di aggregarsi. La macchina che lo crea fa una fascia a partire dal marciapiede, basta vedere l'asfalto a ridosso del marciapiede, laddove i mezzi non sono passati subito dopo la stesura. Eppure il materiale è lo stesso».

La Direzione dell'Ufficio conferma che al momento i lavori sono fermi e ne spiega il motivo. «Sul tout venant si stende uno strato di binder, ma non si può intervenire se la strada non viene chiusa. Il passaggio dei mezzi rovinerebbe lo strato superficiale. All'impresa abbiamo proposto di fare il binder in orario notturno, cioè a partire dalle 18 e fino alle 22 o alle 23 o comunque in orario in cui non c'è traffico. Potremmo chiedere un'ordinanza al Comandante dei vigili urbani per chiudere il passaggio durante i lavori. Solo in questa maniera si garantisce la buona riuscita del manto stradale».

Ma «per il disagio occorre riconoscere all'impresa un quantum in più essendo una lavorazione extra-ordinaria». Un quantum che, come per la gara d'appalto, deve essere abbattuto del 50%. «L'impresa dice che con una somma del genere non riesce nemmeno a pagare gli operai. Stiamo cercando il modo in cui conciliare queste cose per poter procedere con i lavori in orario notturno». Difficoltà sono create anche dalle basse temperature invernali: «Si verifica la necessità, prima di stendere il binder, di spruzzare un'emulsione di bitume in maniera da garantire l'adesione del secondo strato al primo. Queste spese non erano previste dal progetto. Occorre, dunque, quantificarle, concordandole con l'impresa». Inoltre durante l'esecuzione dei lavori «hanno intercettato e rotto una tubazione per l'erogazione idrica ad un opificio, che andava riparata».

Sono stati eseguiti anche interventi non previsti nel progetto. Riguardano il tratto che collega via Graviscella a via della Paglia: «Avevamo già la disponibilità delle aree, non dovevamo fare espropri e siamo intervenuti perché quel tratto era utile per la cantierizzazione, rappresentava una via di sfogo dei mezzi che, in questo modo, non avrebbero creato problemi al traffico al semaforo della Statale. Questo tratto rappresenta un'ulteriore via d'uscita quando lavoreremo su alcune strade che saranno chiuse alla circolazione, per poter consentire la defluizione dei mezzi non solo del cantiere, ma anche degli opifici».

Per quanto riguarda la parte della zona industriale prima della circonvallazione, la Direzione dell'Ufficio Lavori Pubblici spiega che «oltre dieci anni fa l'Amministrazione comunale ha appaltato i lavori per la realizzazione degli impianti pubblici di acqua e di fogna. Durante l'esecuzione dell'intervento per la fogna, si sono verificate delle controversie con l'impresa fino a giungere ad un contenzioso. L'impresa non ha più ultimato i lavori e quelli eseguiti non possono essere messi in funzione perché il contenzioso è ancora aperto e perché sono stati realizzati i tronchi e non gli impianti di sollevamento. Nel frattempo l'Amministrazione comunale ha ripreso l'area di cantiere ancora sotto la responsabilità dell'impresa, che alla fine ha mollato tutto. Prima di procedere con la pavimentazione, bisogna verificare che quanto sia stato realizzato funzioni, che non ci siano perdite, per evitare eventualmente di rompere il nuovo manto stradale. Dopo aver fatto prove a campione, abbiamo capito che in alcuni punti si deve intervenire perché ci sono le tubazioni rotte. Anche per l'impianto dell'acqua occorrono prove di tenuta per verificare perdite o altro. Nel frattempo, dal momento che sono passati dieci anni, le tubazioni di fogna si sono riempite di pietrisco della strada, quindi necessitano di operazioni di pulizia e di svuotamento». Dunque le procedure si annunciano lunghe. Prima della pavimentazione, oltre alla pulizia delle tubazioni, laddove c'è una rottura, bisogna intervenire.

«Anche per questi interventi di pulizia e per le prove di tenuta daremo probabilmente l'incarico allo stesso raggruppamento temporaneo di imprese che si sta occupando della pavimentazione, che in questa zona potrà essere realizzata solo dopo tutte le procedure menzionate».