Vivere il territorio per conoscerlo

Tra fiere, archivi altamurani e piano comunale dei tratturi. Ieri il primo appuntamento de “Il nero seme sul bianco campo”

venerdì 25 novembre 2011 17.15
Itinerari di conoscenza del territorio, anche attraverso la testimonianza di chi continua a studiarlo ogni giorno. Si è svolto ieri, nella chiesa di San Domenico, il primo appuntamento della quarta edizione de "Il nero seme sul bianco campo". Si tratta di un ciclo di iniziative organizzate dall'associazione turistica Proloco e dalla sede altamurana dell'Archeoclub, in collaborazione con le Soprintendenze Archivistica e per i Beni Archeologici della Puglia, in occasione delle celebrazioni ufficiali italiane per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione, proposta dalla FAO. Temi alla base del seminario, il paesaggio agrario e la storia dell'alimentazione dell'Alta Murgia. Non sono mancati spunti di riflessioni riguardanti Altamura. Ha introdotto gli interventi Donata Venturo, direttore del locale Museo Nazionale Archeologico. Nel suo excursus sulla storia degli insediamenti, ha parlato della frequentazioni di siti, come quello di Jesce, e della percorrenza di vie di comunicazione, come l'attuale via Carpentino, dal Neolitico fino ad oggi. Non è mancato un cenno alla pastorizia nel territorio murgiano e, dunque, alla pecora di razza altamurana, di cui si hanno testimonianze già a partire dal II millennio a. C.

Angela Muscedra, funzionario della Soprintendenza Archivistica della Puglia, ha illustrato il progetto di riordinamento e di inventariazione che sta interessando l'archivio del Comune di Altamura. Il lavoro rientra nell'ambito di un Accordo di Programma Quadro fra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dell'Economia e delle Finanze e Regione Puglia. Si sta procedendo all'istituzione di un inventario, importante strumento di ricerca, utile alla consultazione di innumerevoli documenti. Il progetto prevede anche la digitalizzazione dei documenti più antichi, in particolare di quelli dell'A.B.M.C., prezioso contenitore di testimonianze archivistiche. Muscedra ha annunciato l'intenzione della Curia diocesana di schedare l'archivio della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti con l'assistenza della Sovrintendenza Archivistica regionale. Sono stati censiti anche gli archivi delle confraternite San Francesco da Paola e Santissimo Sacramento, mentre si sta effettuando l'inventariazione degli archivi delle confraternite Maria Santissima Immacolata, San Biagio, Santissimo Rosario e Santissima Annunziata dei Pastori. Anche l'archivio dell'ex asilo infantile "Principessa Margherita" è stato inventariato nell'ambito di un importante progetto. Fra le curiosità messe in evidenza nel corso della serata, quella relativa agli archivi degli ospedali, come l'Umberto I di Altamura, tutelati e sottoposti ad obblighi di conservazione. Recentemente la Soprintendenza ha inventariato gli archivi scolastici della IV Novembre, della Garibaldi e della Roncalli, consultabili cliccando qui.

Maria Carolina Nardella, soprintendente archivistico della Puglia, ha sottolineato l'importanza della conservazione degli archivi, ma anche della possibilità della loro fruizione.

Saverio Russo, docente di Storia Moderna presso l'Università degli Studi di Foggia, ha introdotto la sua relazione sulle fiere e sui mercati degli animali e degli altri prodotti dell'allevamento nel Mezzogiorno moderno, come il formaggio, parlando della perdita d'identità dei territori a causa dell'azione umana. Un esempio fra tutti, lo spietramento della Murgia. Nel suo discorso sono state annoverate le fiere di San Marco ad Altamura e di San Giorgio a Gravina. Rappresentavano momenti fortemente istituzionalizzati. Comportavano la sospensione delle questioni giudiziarie e richiedevano una particolare ritualità negli allestimenti. La fiera di Foggia, la più importante in Puglia per la vendita della lana e degli animali da macello, attirava circa 20.000 forestieri. E esercitava una certa supremazia anche su quelle di Altamura e di Gravina per l'esclusività dei prodotti che venivano esposti e commercializzati.

Nel corso della serata è intervenuto anche Arturo Cucciolla, docente di Storia dell'Architettura Contemporanea e Laboratorio di Progettazione presso il Politecnico di Bari. Ha presentato, con la proiezioni di immagini e fotografie, il piano comunale dei tratturi, di cui si sta occupando insieme agli architetti altamurani Sante Cutecchia e Francesco Farella. Jazzi, stazzi, masserie, ovili sotterranei caratterizzano fortemente il territorio murgiano, ricchissimo di manufatti rurali e di andamenti tratturali contornati da muretti a secco e non segnati sulle carte ufficiali. L'importanza dei tratturi sta anche nella formazione e nella conformazione dello spazio urbano. Cucciolla si è soffermato sul tratturo Melfi-Castellaneta, «coincidente con l'Appia antica». Ha denunciato lo spietramento di questa importante ed antica via di comunicazione «poiché si sta spargendo la voce che vi sarà il vincolo del Ministero sui tratturi». Fra le proposte di valorizzazione, seguendo l'esempio di Terlizzi, la creazione di un parco Regionale dei Tratturi con piste ciclabili ed ippopercorsi.

A conclusione della serata, per i saluti, sono intervenuti il consigliere regionale Michele Ventricelli, il consigliere della Proloco Carlo Moramarco e, in rappresentanza dell'Archeoclub, Rosaria Avelluto. L'incontro è stato moderato da Damiana Santoro, vicepresidente della Proloco di Altamura.

Prossimi appuntamenti, il 27 novembre ed il 20 dicembre. I dettagli, nell'agenda eventi.

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